15.12.24

Dad? Hello?

COME OGNI DOMENICA Doonesbury torna in versione natalizia e Garry B. Trudeau ci offre un ulteriore spaccato della vita del personaggio principale della sua strip: questa volta il tema è l'abbassamento dell'udito, tipico soprattutto nei maschi a quanto pare. E il suggerimento a ricorrere a un apparecchio acustico anche per preservare le funzioni cognitive. Non male.




9.12.24

You don't?

COME TUTTE LE domeniche torna Doonesbury di Garry B. Trudeau che questa volta sistema un po' di critica sociale alle ipocrisie del Paese, praticamente sassolini nella scarpa, in attesa di andare avanti con le elezioni presidenziali. Che sia sotto shock? Chissà.



1.12.24

I did.

UN MOMENTO DI quiete familiare per portare avanti la storia di Doonesubry. Che anche questa domenica torna con una nuova tavola pensata e disegnata da Garry B. Trudeau. Intanto la mia newsletter, Mostly Weekly, compie 300 numeri. Nel suo piccolo, un'emozione. 


24.11.24

Ignore him.

UNA VERA E propria domenica di pausa per Garry B. Trudeau, che porta Doonesbury nel territorio delle sue campagne contro le dipendenze (e le identifica giustamente come "predatori"). Registra l'evoluzione del settore.



17.11.24

Hi, guys!

COME OGNI DOMENICA torna Doonesbury di Garry B. Trudeau. È tempo dell'ol' mail silo, cioè la posta dei lettori. Che è una occasione ricorrente per fare cose molto diverse. Oltre che prendersi una pausa per capire in che direzione andare dopo la sconfitta di Kamala Harris (che adesso è storia) e la vittoria di Donald Trump (che è tutta un'altra storia) è anche l'occasione per dare una brevissima strizzatina d'occhio all'inchiostratore del fumetto (nel suo favoloso libro How Comics Were Made Glenn Fleishman spiega tutto, ma c'è anche un anticipo in questo numero della sua newsletter) . 

Soprattutto, è l'occasione per dire che Mike non sta più benissimo, ora che è in pensione. È una nuova epoca: un'occasione narrativa per il fumetto quotidiano (ok, adesso settimanale) in cui i personaggi stanno invecchiando assieme a noi, oppure una specie di lamento autobiografico?



11.11.24

Sistemi nascosti (Hidden Systems)

TRADURRE VUOL DIRE dare una voce alternativa a un'altra persona. Mediare le sue idee da una lingua all'altra. Dire quasi la stessa cosa in un altro modo. Per meglio dire: tradurre per me è diverso da leggere o da studiare: vuol dire riscrivere, una parola alla volta, cercando il senso e l'intenzione dell'autore. È abitare il suo lavoro.

Quando il libro ne vale la pena, è un'opportunità unica. Questa estate sono stato decisamente fortunato e ho potuto tradurre un libro fenomenale: Hidden Systems, la graphic novel di Dan Nott. In italiano si chiama Sistemi nascosti ed è appena stato pubblicato da Quinto Quarto, un editore indipendente italiano del quale, guardando il catalogo, posso solo dire una cosa: è fichissimo.



Sistemi nascosti fa molto bene il suo lavoro: spiega con calma e da un punto di vista privilegiato (l'America, madre di quasi tutte le innovazioni e molte delle contraddizioni del Novecento) i tre sistemi fondamentali alla base della nostra società: l'acqua, l'elettricità e internet. Su Mostly Weekly di questa settimana associo il libro alla tragedia che è successa in Spagna, perché con il cambiamento climatico c'è una questione di conoscenza alla base di tutto. 

Abbiamo troppi stimoli, troppe informazioni (inutili) e poche possibilità per approfondire e capire realmente le cose. Questo libro per me è stata l'occasione di fermarmi e, una tavola alla volta, una vignetta dopo l'altra, mettere insieme i fili di un mondo nel quale abito anche professionalmente ma dal quale continuo a essere stupito quotidianamente. 

Spero moltissimo che Dan Nott possa venire in Italia: sarebbe fantastico poterlo intervistare e fargli raccontare la sua storia e la storia del suo libro. Nell'attesa, leggerlo vale come passare un esame fondamentale.

10.11.24

From what?

COME OGNI DOMENICA torna Doonesbury di Garry B. Trudeau. Il fatto si è compiuto, Donald Trump era il numero presidente numero 45 degli Stati Uniti e adesso è presidente-eletto e sta per diventare il numero 47. Per adesso Trudeau, che prepara la sua tavola domenicale con un certo anticipo, è un argomento che resta in minore. Ma ne vedremo delle belle, a meno che non decida di ritirarsi, come sempre più spesso sembra di capire leggendo alcune delle sue tavole. 

Intanto, segnalo questo articolo dall'ultimo numero della newsletter di Glenn Fleishman, intitolato Draw, Partner, che è tutto dedicato a Doonesbury e al suo autore, Garry B. Trudeau. Fleishman è l'autore di How Comics Were Made, che è un notevolissimo libro sulla storia della produzione delle tavole quotidiane e domenicali dei fumetti per i giornali. 




3.11.24

Sir, we're going to be late.

ANCHE LA DOMENICA prima dell'abisso (per adesso solo potenziale, poi vedremo) torna Doonesbury di Garry B. Trudeau. Questa volta le elezioni sono a un passo. Kamala Harris o Donald Trump di nuovo? La probabilità di Trump è fortissima. La speranza sono le donne. Su questo gioca Trudeau, demonizzando il suo avversario prediletto, al quale non riconosce la leggerezza impalpabile del suo ex compagno di studi George W. Bush, ex presidente degli Stati Uniti responsabile della guerra più sbagliata nella storia del suo Paese. 

Il processo di demonizzazione di Trump passa anche attraverso la sua bestialità, che viene messa in scena con uno stravolgimento della sua dignità che è anche uno stravolgimento della sua virilità. Certamente colpisce Trump, ma siamo sicuri che non sia una chiusura definitiva della capacità di vedere il mondo da parte di Trudeau e da parte di un elettorato che non capisce come sia possibile metà degli americani che vota sia fedele a Donald Trump?

Un eventuale secondo mandato du Trump non sarebbe la fine del mondo (a meno che non scateni l'apocalisse nucleare assieme a Putin e alla Cina, ovviamente) tuttavia non sarebbe neanche uno zuccherino. Eppure c'è già chi si preoccupa per il "dopo" della Harris, dicendo sostanzialmente che non è stata colpa sua: aveva capito ma non ha avuto abbastanza tempo. A me sembra già un miracolo che il candidato non sia Joe Biden. Il problema delle donne è che poi perdono, a meno che non diventino veramente la nemesi di Trump (e sia il "partito delle donne" a sconfiggerlo). If only.



27.10.24

Enjoy, sir!

ANCHE QUESTA DOMENICA torna (con un'idea bellissima) Doonesbury di Garry B. Trudeau, mentre io sono appena tornato dal Giappone e manca una settimana al voto per le presidenziali. Chissà cosa succederà. C'è un po' troppo ottimismo. Io di solito non ci azzecco mai, per questo mi sbilancio.



20.10.24

Suckers!

ANCHE QUESTA DOMENICA torna Doonesbury di Garry B. Trudeau. Con un Donald Trunp veramente lunare. Ma le elezioni si stanno avvicinando alla velocità della luce. Ne vedremo delle belle.



13.10.24

I did get hit by a cow.

COME OGNI DOMENICA torna Doonesbury di Garry. B. Trudeau. E si capisce perché alle volte il nostro autore di critica politica e sociale (ma è questo che fa?) va olter gli schemi in cui vorremmo incasellarlo. Sa alzare la testa e guardare lontano. E, come Zonker, godersi un pomeriggio sulle onde con il suo vecchio maestro.



6.10.24

Aww... Poor guy.

SE DONALD TRUMP perdesse le elezioni, cosa potrebbe succedergli? Andare in prigione? Questa domenica Doonesbury di Garry B. Trudeau mostra sia uno scenario surreale (la richiesta di attenuanti per via della demenza, la lista di parole inventate "Mi invento le migliori parole di sempre") che un aspetto tra le righe di Trump, cioè il tocco di simpatia da parte di Boopsie. 

È la chiave di lettura più profonda di Trump: l'empatia del narcisista. È "vero" nel suo essere falso, è schietto nel suo essere diretto, è genuino nel suo essere manipolatore, è ipnotico nel suo essere folle. Riesce a toccare, in qualche modo misterioso, l'animo di molte persone. È il potere del populismo.

  


29.9.24

Yup. Still possible.

COME TUTTE LE domeniche torna Doonesbury di Garry B. Trudeau che questa volta ci dimostra che i dibattiti educati sono sempre possibili: basta essere tutti d'accordo.


 

22.9.24

So this is retirement.

TORNA COME OGNI domenica Doonesbury di Garry B. Trudeau. Una tavola sull'identità. Quella di Donald Trump, che fa della confusione e degli attacchi che mirano a sabotare l'identità altrui la chiave, ma c'è anche l'identità di Mike Doonesbury che si chiede se sia questo essere in pensione. E a me nessuno toglie dalla testa che forse la pensione di Doonesbury potrebbe essere qualcosa di più radicale che non una semplice trovata narrativa. È vero che Doonesbury (il fumetto) ha la caratteristica fra le altre di invecchiare assieme al suo autore e ai suoi lettori. Ma è anche vero che Trudeau ha 76 anni (è nato il 21 luglio del 1948) e forse, dopo aver lasciato sfumare le strisce giornaliere concentrandosi solo su quella domenicale (con la quale sta reinventando il modo di fare i fumetti per i giornali) e dopo vari iati, sta pensando di far festa e salutare tutti. O forse l'idea proprio non gli piace. Chissà.



15.9.24

Okay, I'll bite.

COME TUTTE LE domeniche torna Doonesbury di Garry B. Trudeau. Questa settimana esplora il filone delle verità alternative, fake news e bugie vere e proprie. E la "realtà personale", la bolla che viene alimentata in maniera sistematica. È un fenomeno puramente meccanico dettato dagli algoritmi? Be', diciamo d no. La rappresentazione dello strato manipolatore viene fatta in maniera surreale (il call center di myFacts) ma è fin troppo realistica.



8.9.24

"America's Hitler!"

TORNA COME OGNI domenica Doonesbury di Garry B. Trudeau che parte all'assalto di piatto con Donald Trump e con il suo partner nel ticket presidenziale: uno che ha dato nuova profondità alla definizione di voltagabbana: J.D. Vance.