SE AVETE UN po' di tempo libero e leggete bene l'inglese, fate un salto qui e leggete la storia (magari anche le avvertenze prima). Comincia così:
In the course of solving the following riddle, you will either reveal the terrifying secret at the very core of existence, or go utterly mad in the attempt.
Let's say you have an ax. The kind that you could use, in a pinch, to hack a man's head off. And let's say that very situation comes up and for some very solid reasons you behead a man. On the follow-through, though, the handle of the ax snaps in half in a spray of splinters. So the next day you take it to the ax store down the block and get a new handle, fabricating a story for the guy behind the counter and explaining away the reddish dark stains as barbeque sauce.
Now, that next spring you find in your garage a creature that looks like a cross-bred badger and anaconda. A badgerconda. And so you grab your trusty ax and chop off one of the beast's heads, but in the process the blade of the ax strikes the concrete floor and shatters.
This means another trip to McMillan & Sons Ax Mart. As soon as you get home with your newly-headed ax, though, you meet the reanimated body of the guy you beheaded last year. He's also got a new head attached and it's wearing that unique expression of "you're the man who killed me last Spring" resentment that one so rarely encounters in everyday life.
You brandish your ax. He takes a long look at the weapon with his squishy, rotting eyes and in a gargly voice he screams, "that's the same ax that slayed me!"
Is he right?
31.5.05
Che mito!
A CHE COSA serve Google? A che cosa servono i motori di ricerca? A trovare su Internet quel che si cerca, attraverso il rumore di fondo generato dalle informazioni che non ci servono. Se cercate immagini, magari per illustrare la vostra tesina sulla mitologia greca, potreste voler cercare myth, magari con Google Images, per trovare una buona illustrazione da mettere come foto di copertina. Ecco invece che cosa vi viene fuori...
Che mito! Magari non quello a cui si voleva far riferimento nella tesina... Sarà il caldo?
Che mito! Magari non quello a cui si voleva far riferimento nella tesina... Sarà il caldo?
Hei, honcho...
SE VI CAPITA di guardare la televisione in inglese, anzi in americano, può darsi che incappiate in honcho, una buffa parola di non immediata comprensibilità. E' gergale, indica la persona in carica, un leader, il manager di un dipartimento, il boss. He's the company head honcho, per esempio.
La cosa particolare è l'etimologia. La parola nasce alla fine degli anni Quaranta, durante l'occupazione americana del Giappone sconfitto nella Seconda guerra mondiale. In giapponese hancho (chissà qual è l'ideogramma) vuol dire caposquadra, capo del team, group leader. I soldati americani lo sentivano dire a destra e a manca, sino a che il termine non è diventato così familiare (soprattutto per una struttura gerarchica come l'esercito) da entrare nel gergo delle caserme dov'erano acquartierati e da lì nell'inglese nordamericano, una volta rientrati in patria.
La cosa particolare è l'etimologia. La parola nasce alla fine degli anni Quaranta, durante l'occupazione americana del Giappone sconfitto nella Seconda guerra mondiale. In giapponese hancho (chissà qual è l'ideogramma) vuol dire caposquadra, capo del team, group leader. I soldati americani lo sentivano dire a destra e a manca, sino a che il termine non è diventato così familiare (soprattutto per una struttura gerarchica come l'esercito) da entrare nel gergo delle caserme dov'erano acquartierati e da lì nell'inglese nordamericano, una volta rientrati in patria.
Pensiero stupendo
SCUSATE, MI SONO svegliato e non ho potuto resistere alla tentazione di scrivere il mio sogno. Poi, sennò, me lo dimentico. Ecco: era sera tardi e preparavo i titoli di una pagina del noto quotidiano finanziario italiano. La notizia era il collasso del sistema bancario nazionale. Migliaia di agenzie, decine di banche, tutte mangiate vive dallo straniero. Tumulti, gente in piazza, folle animose, fucilazioni di uomini vestiti di grigio-Caraceni nelle piazze di Roma e Milano. Come la Romania di Ceausescu. Forse è per colpa della televisione, acceso su Appuntamento con la storia (lo fanno a quest'ora, mica è colpa mia...). C'era anche Alba Parietti o forse era Fazio (Barbara Palombelli?) che diceva: "Vi ho cresciuti come figli, maledetti, non mi legate, fate piano, mi spezzate il braccio".
Adesso torno a dormire, voglio vedere come finisce...
Adesso torno a dormire, voglio vedere come finisce...
29.5.05
Altri finali, altri ritorni
NON CI SI può davvero distrarre qualche giorno che subito ti termina tutto il terminabile. In attesa, ovviamente, del rilancio tra settembre e ottobre o - come in questo caso - a novembre.
Se n'è andato in vacanza The O.C., il telefilm giovane ambientato nel mondo dei ricchi californiani, Orange County per la precisione. Lo scorso 19 maggio è passato sui teleschermi statunitensi il 24mo episodio della seconda stagione, che da noi ancora non si è vista, e adesso si aspetta fine agosto per l'edizione in Dvd (altri tempi per arrivare sul mercato...) e a seguire, il 3 novembre, arriva la premiere della terza stagione. Sono successe cose che, chi è rimasto alla prima stagione, non può neanche immaginare...
E' anche finita, a tradimento, la seconda serie di The L Word. Solo 13 episodi, del resto avevano fatto così anche l'anno scorso. Adesso, mi rimetto in pari e ne parliamo, perché ce n'è molto da dire: stimati critici hanno detto che TLW è un'ottima occasione mancata - sostanzialmente il prodotto non è all'altezza delle premesse - eppure, per quel poco che ho scorso mi è parso valido e a suo modo anche originale. Vedremo.
Infine, è andato in vacanza anche Charmed, da noi Streghe o qualcosa del genere. Ambientato a San Francisco, è la storia di tre sorelle streghe, di due bambini, un paio di fidanzati e anche - perché no - un giornale nella città più sexy del continente nordamericano. La chiave di lettura è a metà tra Buffy e una sit-com. Ovviamente, il tutto si regge sulla vanità delle tre attrici (in passato c'era anche una delle protagoniste di Beverly Hills 90210, l'antipatica ma discreta Shannen Doherty, poi fatta opportunamente morire e sostituita con rapidità) tra le quali la mattatrice per le riviste maschili è Alyssa Milano. Già confermata la prossima, ottava stagione.
Se n'è andato in vacanza The O.C., il telefilm giovane ambientato nel mondo dei ricchi californiani, Orange County per la precisione. Lo scorso 19 maggio è passato sui teleschermi statunitensi il 24mo episodio della seconda stagione, che da noi ancora non si è vista, e adesso si aspetta fine agosto per l'edizione in Dvd (altri tempi per arrivare sul mercato...) e a seguire, il 3 novembre, arriva la premiere della terza stagione. Sono successe cose che, chi è rimasto alla prima stagione, non può neanche immaginare...
E' anche finita, a tradimento, la seconda serie di The L Word. Solo 13 episodi, del resto avevano fatto così anche l'anno scorso. Adesso, mi rimetto in pari e ne parliamo, perché ce n'è molto da dire: stimati critici hanno detto che TLW è un'ottima occasione mancata - sostanzialmente il prodotto non è all'altezza delle premesse - eppure, per quel poco che ho scorso mi è parso valido e a suo modo anche originale. Vedremo.
Infine, è andato in vacanza anche Charmed, da noi Streghe o qualcosa del genere. Ambientato a San Francisco, è la storia di tre sorelle streghe, di due bambini, un paio di fidanzati e anche - perché no - un giornale nella città più sexy del continente nordamericano. La chiave di lettura è a metà tra Buffy e una sit-com. Ovviamente, il tutto si regge sulla vanità delle tre attrici (in passato c'era anche una delle protagoniste di Beverly Hills 90210, l'antipatica ma discreta Shannen Doherty, poi fatta opportunamente morire e sostituita con rapidità) tra le quali la mattatrice per le riviste maschili è Alyssa Milano. Già confermata la prossima, ottava stagione.
Lost is back in action
ANCHE LOST E' arrivato praticamente a conclusione. La serie televisiva che ha reinventato l'avventura fantastica per la tivù ha un merito non da poco: per tutto l'inverno ci si è accapigliati a cercare di capire quali fossero i misteri e le spiegazioni dietro ad essi. Qualunque meccanismo narrativo si trasformi in una macchina per generare ipotesi nella mente degli spettatori, in questo caso giocando su di un estremo realismo che copre possibilità fantastiche, horror, metafisiche o fantascientifiche, è un meccanismo ben fatto, da studiare o comunque di cui godere.
Però, con la tempesta che ha travolto i siti dediti allo spaccio dei file torrent per Lost e un po' di dabbenaggine in quelle brave persone che mettono in circuito le versioni digitali del programma, adesso c'è un problema. Sono usciti fuori l'episodio 23 e 24, ma in realtà si tratta di una doppia numerazione per la stessa puntata. Perché a complicare la vita prima c'è stato lo speciale (Lost: the Journey, tra la 19 e la 20), in cui si sono riorganizzate le idee e i flashback dei personaggi principali in vista della conclusione della serie, che alcuni hanno contato come "fuori serie" e altri invece hanno inserito nella numerazione canonica. Poi, ad aggiungere confusione a confusione, anche un doppio episodio pilota, contato ex post come 00 e 01, oppure come 01 e 02...
Niente paura, comunque, perché i due episodi che segnano la fine della stagione sono in realtà una doppia puntata trasmessa nella stessa sera. Quindi, che sia 24 e 25 oppure 25 e 26, compaiono accoppiati e l'ambiguità dovrebbe essere facilmente risolvibile anche per i meno esperti. Il problema che rimane, ed è sostanziale, è dove approvvigionarsi del file torrent. Ma la grande mamma rete qualche soluzione l'ha già prodotta, alla fine...
Ah, pure Lost si prepara a un finale a metà (per quelli che ancora non l'hanno visto): alcune cose si chiuderanno, altri archi di senso rimarranno aperti per legare la prima con la seconda stagione (perché faranno una seconda stagione, ne dubitavate?). E soprattutto, spunteranno ma non troppo gli "others"? Magari non dal lato di terra dell'isola... Riusciranno ad aprire quel maledetto portello senza maniglie? E soprattutto, riusciranno a vedere cosa c'è dentro? Anche questo è un arco che potrebbe fare da campata del ponte che ci separa dalla seconda stagione.
Però, con la tempesta che ha travolto i siti dediti allo spaccio dei file torrent per Lost e un po' di dabbenaggine in quelle brave persone che mettono in circuito le versioni digitali del programma, adesso c'è un problema. Sono usciti fuori l'episodio 23 e 24, ma in realtà si tratta di una doppia numerazione per la stessa puntata. Perché a complicare la vita prima c'è stato lo speciale (Lost: the Journey, tra la 19 e la 20), in cui si sono riorganizzate le idee e i flashback dei personaggi principali in vista della conclusione della serie, che alcuni hanno contato come "fuori serie" e altri invece hanno inserito nella numerazione canonica. Poi, ad aggiungere confusione a confusione, anche un doppio episodio pilota, contato ex post come 00 e 01, oppure come 01 e 02...
Niente paura, comunque, perché i due episodi che segnano la fine della stagione sono in realtà una doppia puntata trasmessa nella stessa sera. Quindi, che sia 24 e 25 oppure 25 e 26, compaiono accoppiati e l'ambiguità dovrebbe essere facilmente risolvibile anche per i meno esperti. Il problema che rimane, ed è sostanziale, è dove approvvigionarsi del file torrent. Ma la grande mamma rete qualche soluzione l'ha già prodotta, alla fine...
Ah, pure Lost si prepara a un finale a metà (per quelli che ancora non l'hanno visto): alcune cose si chiuderanno, altri archi di senso rimarranno aperti per legare la prima con la seconda stagione (perché faranno una seconda stagione, ne dubitavate?). E soprattutto, spunteranno ma non troppo gli "others"? Magari non dal lato di terra dell'isola... Riusciranno ad aprire quel maledetto portello senza maniglie? E soprattutto, riusciranno a vedere cosa c'è dentro? Anche questo è un arco che potrebbe fare da campata del ponte che ci separa dalla seconda stagione.
More desperate than ever
E' FINITO IL telefilm che ha preso - e poi un po' depresso - l'America, gli americanofili da noi e poi il pubblico pagante di Fox Life: Desperate Housewives.
Come finisce? In modo tale da risolvere un paio di storie principali (tra cui la morte che era all'origine dei ricatti che causarono quel suicidio da cui tutto è partito) ma molto altro rimane sospeso. Abbastanza per rendere interessante la futura prima puntata della seconda stagione, sugli schermi americani dopo l'estate.
L'ultimo episodio - numero 24 - della serie è stato il più guardato per quanto riguarda il canale Usa Abc negli ultimi cinque anni, cioè da quando all'inizio del 2000 Michael J. Fox lasciò la serie Spin City. Inoltre, secondo l'Abc, si è trattato anche del finale di stagione più guardato per un telefilm esordiente dai tempi di E.R., la cui stagione inaugurale si concluse sulla Nbc nel 1995.
Come finisce? In modo tale da risolvere un paio di storie principali (tra cui la morte che era all'origine dei ricatti che causarono quel suicidio da cui tutto è partito) ma molto altro rimane sospeso. Abbastanza per rendere interessante la futura prima puntata della seconda stagione, sugli schermi americani dopo l'estate.
(foto di gruppo: preparatevi a cancellare col pennarello qualche volto...)
L'ultimo episodio - numero 24 - della serie è stato il più guardato per quanto riguarda il canale Usa Abc negli ultimi cinque anni, cioè da quando all'inizio del 2000 Michael J. Fox lasciò la serie Spin City. Inoltre, secondo l'Abc, si è trattato anche del finale di stagione più guardato per un telefilm esordiente dai tempi di E.R., la cui stagione inaugurale si concluse sulla Nbc nel 1995.
Premi
LO SCIENZIATO ITALIANO Corrado Clini è stato premiato, insieme a uno svizzero, due americani e un giapponese, dal governo cinese con l'International Scientific Cooperation Award cinese per avaer favorito quest'anno con il loro lavoro la cooperazione scientifica tra la Cina e gli altri paesi.
Clini, in particolare, è stato premiato perché ha lavorato sullo sviluppo dell'ambiente e sull'utilizzo dell'energia solare e di altre fonti alternative di approvvigionamento energetico. Corrado Clini è il direttore generale del ministero dell'Ambiente e uomo di punta del ministro Matteoli (An).
Si accettano scommesse se la notizia passerà in sordina oppure troverà spazio adeguato tra gli sfascisti.
Clini, in particolare, è stato premiato perché ha lavorato sullo sviluppo dell'ambiente e sull'utilizzo dell'energia solare e di altre fonti alternative di approvvigionamento energetico. Corrado Clini è il direttore generale del ministero dell'Ambiente e uomo di punta del ministro Matteoli (An).
Si accettano scommesse se la notizia passerà in sordina oppure troverà spazio adeguato tra gli sfascisti.
27.5.05
Il mio robot è più sexy del tuo
REGINA LYNN, LA voce del soft hard-core di Wired (spettacolare giornalista di un settore che da solo meriterebbe ben di più) la presenta così:
Violet Blue is one of the best sex writers of our time. She's also a geek, and that makes her a particular favorite of mine.
Hey, any girl who can build robots all day, read 200 sex blogs twice a week and then write about them, author a dozen best-selling sex books and still have energy to actually have sex earns a gold star from me.
Il sito di Violet Blue è questo, Fleshbot: materiale per adulti ma tanto è in inglese, quindi i ragazzini che leggono questo Posto madrelingua italiana è certo che non ci capiranno niente. Dedicato a quanti pensano che Dagospia nella variante Dagosex sia un bel sito intrigante (anziché bieca pornografia).
Violet Blue is one of the best sex writers of our time. She's also a geek, and that makes her a particular favorite of mine.
Hey, any girl who can build robots all day, read 200 sex blogs twice a week and then write about them, author a dozen best-selling sex books and still have energy to actually have sex earns a gold star from me.
Il sito di Violet Blue è questo, Fleshbot: materiale per adulti ma tanto è in inglese, quindi i ragazzini che leggono questo Posto madrelingua italiana è certo che non ci capiranno niente. Dedicato a quanti pensano che Dagospia nella variante Dagosex sia un bel sito intrigante (anziché bieca pornografia).
26.5.05
Le foto dall'alto
IO LE FOTO prese dal satellite le amo alla follia. Passerei la giornata a guardarle. Che ci volete fare...
Il computer per votare
DUE ECONOMISTI DI Berkeley, David Card ed Enrico Moretti, hanno pubblicato un articolo scientifico (disponibile qui ) su un tema che potrebbe tornare ad essere di attualità anche nel nostro Paese: Il voto elettronico cambia i risultati elettorali? Computer touch-screen e le elezioni presidenziali del 2004.
Il risultato? Alcune fasce di elettori non riescono a gestire bene la cosa e i cambiamenti nei flussi ci sono. Vengono penalizzati soprattutto gli elettori meno acculturati, più poveri, storicamente supporter dei Democratici...
Il risultato? Alcune fasce di elettori non riescono a gestire bene la cosa e i cambiamenti nei flussi ci sono. Vengono penalizzati soprattutto gli elettori meno acculturati, più poveri, storicamente supporter dei Democratici...
24.5.05
Apple è una "breakout story"
LA CASA DI Cupertino sfonda la soglia del 6% del mercato domestico nella vendita di personal computer. E per la società di analisi Prudential Equity Group, la soglia delle azioni si alza a 55 dollari. Tutti i dettagli su Macity.
E io m'incazzo col termometro, va bene?
BEPPE GRILLO NON resiste alla tentazione di fare il grillo parlante di collodiana memoria e mette online la traduzione dell'articolo di copertina dell'ultimo The Economist in edicola, suggestivamente intitolata: "Il vero malato d'Europa". Di chi si parla? Ma dell'Italia, of course. Qui il post di Grillo, qui la traduzione, qui l'Economist in questione (a pagamento).
Il vero malato d'Europa.
"L'economia italiana è stagnante, il business depresso e le
riforme moribonde".
Lo zar Nicola I di Russia creò la frase: "Il malato d'Europa" per
descrivere l'impero Ottomano. Da allora molti altri stati sono
stati definiti "il malato d'Europa". Negli anni '60 e '70 una Gran
Bretagna dominata dagli scioperi e con una bassa crescita era la
favorita. Negli anni '90 il titolo passò alla Germania. Ora è
emerso un nuovo paziente: l'Italia.
Grillo chiosa: Non vorrei sembrare presuntuoso, ma queste cose le dico da diversi anni, e mi accusano di essere un catastrofista. E' come prendersela con il termometro se hai 40 di febbre.
Ricordo ai più che Grillo aveva previsto l'affare Parmalat e Cirio. Adesso, quando fa il catastrofista, punta il ditino su Telecom Italia e il sistema bancario...
Il vero malato d'Europa.
"L'economia italiana è stagnante, il business depresso e le
riforme moribonde".
Lo zar Nicola I di Russia creò la frase: "Il malato d'Europa" per
descrivere l'impero Ottomano. Da allora molti altri stati sono
stati definiti "il malato d'Europa". Negli anni '60 e '70 una Gran
Bretagna dominata dagli scioperi e con una bassa crescita era la
favorita. Negli anni '90 il titolo passò alla Germania. Ora è
emerso un nuovo paziente: l'Italia.
Grillo chiosa: Non vorrei sembrare presuntuoso, ma queste cose le dico da diversi anni, e mi accusano di essere un catastrofista. E' come prendersela con il termometro se hai 40 di febbre.
Ricordo ai più che Grillo aveva previsto l'affare Parmalat e Cirio. Adesso, quando fa il catastrofista, punta il ditino su Telecom Italia e il sistema bancario...
Store Wars
C'E' GRAN DIBATTITO per stabilire, adesso che l'opera omnia di George Lucas è completa (ma io penso sempre che questo tra uno o due anni dice che parte a fare anche la terza trilogia e ci frega tutti), per capire chi è il vero protagonista. C'è chi dice il cattivone, Darth Vader (dart fener, darn father, a seconda del traduttore), c'è chi dice invece Yoda (che sarebbe un po' il deus ex machina, la divinità che guida e cura), c'è chi addirittura propende per i robot, quella specie di Stanlio e Olio di latta che dopo il primo film della serie erano diventati l'esempio classico nei corsi di sceneggiatura per spiegare come si sviluppano i comprimari e i sub-plot...
Per contribuire al dibattito, propongo la visione di questo filmato, Store Wars, che tratta dell'eterna lotta sugli scaffali dei supermercati tra Ogm e cibi naturali...
Per contribuire al dibattito, propongo la visione di questo filmato, Store Wars, che tratta dell'eterna lotta sugli scaffali dei supermercati tra Ogm e cibi naturali...
23.5.05
C'è una calma piatta...
NONOSTANTE OGGI ABBIA piovuto, dov'ero io, le cose non stanno cambiando. L'estate tarda ad arrivare, le città sono sempre più incasinate - turisti, lavoro, forse anche stanchezza - nel complesso si respira aria di distrazione, disaffezione, forse anche di relativismo.
Ci si chiedono poche cose, anche perché ormai per qualunque tema c'è sempre qualcuno che se ne sta già occupando, che ha espresso un'idea, un'opinione. O, forse, che presidia uno spazio concettuale, che circoscrive come i cani e i gatti un rettangolo di niente con uno spruzzo marchiante.
La frattura - presto insanabile - è tra chi vive virtualmente la propria vita, perso tra lavoro e strumenti di comunicazione talmente completi da impedirti di comunicare in altri modi, e chi invece cammina ancora per le strade guardandosi intorno. Il risultato non cambia, perché internet dipendenti come alcuni o marinai sballottati come gli altri, pur sempre consumatori di cultura sintetica siamo diventati.
Ci si chiedono poche cose, anche perché ormai per qualunque tema c'è sempre qualcuno che se ne sta già occupando, che ha espresso un'idea, un'opinione. O, forse, che presidia uno spazio concettuale, che circoscrive come i cani e i gatti un rettangolo di niente con uno spruzzo marchiante.
La frattura - presto insanabile - è tra chi vive virtualmente la propria vita, perso tra lavoro e strumenti di comunicazione talmente completi da impedirti di comunicare in altri modi, e chi invece cammina ancora per le strade guardandosi intorno. Il risultato non cambia, perché internet dipendenti come alcuni o marinai sballottati come gli altri, pur sempre consumatori di cultura sintetica siamo diventati.
Anni Novanta
CHI SE LO ricorda? Tra i Pc (Mac e Windows) il programma più significativo, quello che ha fatto cominciare tutto, non è stato Napster e tantomeno iTunes. E' stato WinAmp. Che è ancora là fuori, che lotta insieme a noi (anche se risente il peso degli anni) e se ne è accorto addirittura BusinessWeek
19.5.05
Cina, o mia Cina
IO DA TEMPO lo propongo negli ambienti magmatici del terzo settore, del volontariato, della cittadinanza digitale. Il fenomeno Internet in Cina sta cominciando a crescere. Il governo locale censura quel che può (le notizie al riguardo si susseguono, perché nelle redazioni dei nostri giornali è popolare l'idea che Pechino blocchi Google e chiuda gli Internet Café) e la gente lì vorrebbe ma ha difficoltà a creare siti. Navigare infatti navigano, il problema è mettere le cose online.
Allora, mi chiedo e continuo a chiedere agli operatori - come la Rete Civica di Milano - che senza fini di lucro ospitano decine di associazioni di ogni forma e colore: ma la nuova frontiera della cittadinanza digitale non è forse questa? Non si potrebbero ospitare sui server italiani non-profit le reti civiche cinesi? Non ci sono? Possiamo aiutarli a costruirle...
Non si potrebbe infatti aprire un ponte digitale con quel Paese allo scopo di suturare la frattura che divarica quel popolo dall'accesso alla cittadinanza e quindi alla democrazia digitale? Non avete notato quanti cinesi ci sono anche in Italia? Quanto sarebbe facile trovare le competenze necessarie a superare la barriera linguistica? No, nessuno mi ascolta. Poi, quando l'avrà fatto qualcun altro, magari in Olanda, magari in Francia, non potrò neanche dire: ve l'avevo detto, perché si fa sempre una brutta figura a fare il grillo parlante. Però voi potrete sussurrarlo in vece mia che questo Posto l'aveva detto... Conquistiamo la Cina grazie a Internet, un cinese alla volta!
Allora, mi chiedo e continuo a chiedere agli operatori - come la Rete Civica di Milano - che senza fini di lucro ospitano decine di associazioni di ogni forma e colore: ma la nuova frontiera della cittadinanza digitale non è forse questa? Non si potrebbero ospitare sui server italiani non-profit le reti civiche cinesi? Non ci sono? Possiamo aiutarli a costruirle...
Non si potrebbe infatti aprire un ponte digitale con quel Paese allo scopo di suturare la frattura che divarica quel popolo dall'accesso alla cittadinanza e quindi alla democrazia digitale? Non avete notato quanti cinesi ci sono anche in Italia? Quanto sarebbe facile trovare le competenze necessarie a superare la barriera linguistica? No, nessuno mi ascolta. Poi, quando l'avrà fatto qualcun altro, magari in Olanda, magari in Francia, non potrò neanche dire: ve l'avevo detto, perché si fa sempre una brutta figura a fare il grillo parlante. Però voi potrete sussurrarlo in vece mia che questo Posto l'aveva detto... Conquistiamo la Cina grazie a Internet, un cinese alla volta!
18.5.05
Il Presidio di George Lucas
ESCE OGGI A San Francisco e nel resto degli Usa il terzo e ultimo (sesto e ultimo) capitolo della doppia trilogia di Guerre Stellari e - contemporaneamente - George Lucas annuncia che sta per trasferirsi armi e bagagli in uno dei posti più fighi di San Francisco: il Presidio
Il posto è davvero molto bello e - potete credermi, perché ho passato qualche giorno a guardare gli annunci immobiliari anche di San Francisco, intanto che cercavo casa qui a Milano - è caro assatanato. Ma l'emozione di trovare un loft "adiacenze Nob Hill" è qualcosa che non ha prezzo...
Il posto è davvero molto bello e - potete credermi, perché ho passato qualche giorno a guardare gli annunci immobiliari anche di San Francisco, intanto che cercavo casa qui a Milano - è caro assatanato. Ma l'emozione di trovare un loft "adiacenze Nob Hill" è qualcosa che non ha prezzo...
Buone nuove dalla rete
C'E' UN BREVE articolo - che in realtà parla anche di altro - di Mark Pesce su Mindjack contenente buone nuove per quanti praticano BitTorrent e sono rimasti frustrati dalla recente ondata di chiusure coatte generate da cause legali intentate da Mpaa (quelli che sono la Riaa di film e telefilm) di alcuni noti siti che spacciano film e soprattutto telefilm.
La notizia: l'ultima versione di Azureus, uno dei client per BitTorrent (versione 2.3.0.0) ha una nuova tecnologia che consente di scaricare anche senza più un tracker - quello gestito dai siti che sono stati buttati giù - o se il file .torrent è stato rimosso. Il tutto grazie a un database decentralizzato, che rende il peer-to-peer realmente decentralizzato (all'opposto delle strutture client-server). In pratica, non serve più un centro, ma basta che due o più abbiano la cosa e il donwload del torrente c'è lo stesso, come per magia. Ecco, io ve l'ho detto...
(ps: anche BitTorrent, il client ufficiale, ha messo in pista una versione "trackerless". Si vede da qui, con una ghiotta spiegazione del funzionamento. I maghetti del software che l'hanno implementato sono i signori di Kademilia)
La notizia: l'ultima versione di Azureus, uno dei client per BitTorrent (versione 2.3.0.0) ha una nuova tecnologia che consente di scaricare anche senza più un tracker - quello gestito dai siti che sono stati buttati giù - o se il file .torrent è stato rimosso. Il tutto grazie a un database decentralizzato, che rende il peer-to-peer realmente decentralizzato (all'opposto delle strutture client-server). In pratica, non serve più un centro, ma basta che due o più abbiano la cosa e il donwload del torrente c'è lo stesso, come per magia. Ecco, io ve l'ho detto...
(ps: anche BitTorrent, il client ufficiale, ha messo in pista una versione "trackerless". Si vede da qui, con una ghiotta spiegazione del funzionamento. I maghetti del software che l'hanno implementato sono i signori di Kademilia)
Il grande troiaio
FILIPPO FACCI, CHE a vederlo in televisione francamente passa un po' da minus habens (ma chi non passa da minus habens in televisione?) ogni tanto va ospite anche da Gianluca Neri, alias Macchianera. Ecco, nella geografia di cose che si leggono in rete - si dovrebbero leggere, altri hanno letto e ti dicono "ma tu non l'hai letto?", di spirito del tempo e discorsi sociali - c'è anche il suo Grande Troiaio. Che era iniziato bene, prosegue con una seconda puntata che ha uno sguardo maschile simmetrico alla terza, più femminile puntata.
«Io le scopate peggiori le ho fatte con le trentenni. E’ un’età di mezzo, non sanno da che parte voltarsi»
Però… mah.
«Cosa?»
Mi sembra una merda, messa così. Se una tipa non è contenta del marito deve mollarlo a basta, mica deve usarlo come campo-base per troieggiare.
«Hai ventun anni ed è giusto che tu dica questo»
Ma allora perchè non divorziano? Perchè devono stare male?
«Ma non è che stanno male. Tu fai tutto facile perchè hai ventun anni e sei responsabile solo del tuo affare tra le gambe, ma guarda che la vita è un casino, più ne hai passata e più le tue scelte finiscono per condizionarti. Tu adesso sei tutto pimpante perchè hai tremila decisioni da prendere, ma vedrai che a un certo punto le tue decisioni prenderanno te. (...)
«Io le scopate peggiori le ho fatte con le trentenni. E’ un’età di mezzo, non sanno da che parte voltarsi»
Però… mah.
«Cosa?»
Mi sembra una merda, messa così. Se una tipa non è contenta del marito deve mollarlo a basta, mica deve usarlo come campo-base per troieggiare.
«Hai ventun anni ed è giusto che tu dica questo»
Ma allora perchè non divorziano? Perchè devono stare male?
«Ma non è che stanno male. Tu fai tutto facile perchè hai ventun anni e sei responsabile solo del tuo affare tra le gambe, ma guarda che la vita è un casino, più ne hai passata e più le tue scelte finiscono per condizionarti. Tu adesso sei tutto pimpante perchè hai tremila decisioni da prendere, ma vedrai che a un certo punto le tue decisioni prenderanno te. (...)
17.5.05
Strane cose
TRA SABATO E domenica sono stato in tourné, come un cabarettista degli anni Ottanta. Prima in un posto vicino Savona, il comune di Quiliano, dove gli appassionati di Apple della Liguria hanno costruito il primo e più grande museo privato del Mac in Europa - e anche nel resto del mondo secondo me se la giocano. Da visitare, si chiama AllAboutApple Museum. (E qui c'è l'indirizzo)
Poi un salto a Bologna, dopo aver dormito (e lavorato) a Finale Ligure. Là, in Emilia Romagna, c'era il MacDay organizzato da Tevak e dintorni. Pare che sia il decimo incontro del genere. Il fatto è che la sera, quando alla fine sono fortunosamente rientrato a Milano sulle ali di un Eurostar, ero un po' bollito e più di tanto non ricordo. Ma le sensazioni son rimaste e sono più o meno belle...
(ps: su questo sito la ricerca più popolare del mese dopo quella del mio nome [??] è "magnaccio manager download". Mah...)
(Il reportage fotografico della giornata è qui. Invece, sotto, due novelli Steve all'opera)
Poi un salto a Bologna, dopo aver dormito (e lavorato) a Finale Ligure. Là, in Emilia Romagna, c'era il MacDay organizzato da Tevak e dintorni. Pare che sia il decimo incontro del genere. Il fatto è che la sera, quando alla fine sono fortunosamente rientrato a Milano sulle ali di un Eurostar, ero un po' bollito e più di tanto non ricordo. Ma le sensazioni son rimaste e sono più o meno belle...
(ps: su questo sito la ricerca più popolare del mese dopo quella del mio nome [??] è "magnaccio manager download". Mah...)
Nuove dalla rete
DOPO L'ONDATA DELLA scorsa settimana, che è stata pari a una libecciata di forte intesità e ha tirato giù la maggior parte dei siti dediti allo spaccio di film e telefilm online tramite BitTorrent, adesso l'International Herald Tribune si dedica a PirateBay, il sito svedese che è il paradiso degli scambisti ovvero il peggior incubo della Mpaa e dei suoi associati...
Loro sono quelli che a suo tempo, a una lettera minatoria di una casa cinematografica, risposero: "ragazzi, la Svezia non è uno stato degli Usa. Quindi, rompete meno le scatole e fatevi i fatti vostri". Erano giovani, allora, e parecchio guasconi. Oggi, di più.
Loro sono quelli che a suo tempo, a una lettera minatoria di una casa cinematografica, risposero: "ragazzi, la Svezia non è uno stato degli Usa. Quindi, rompete meno le scatole e fatevi i fatti vostri". Erano giovani, allora, e parecchio guasconi. Oggi, di più.
13.5.05
La Confcommercio s'incacchia
NON E' IL titolo di uno di quei film "noir" ambientati a Milano negli anni Settanta. E' il risultato di quello che viene desunto da Confconmmercio dai dati Istat del Paese, per come lo scrive il Corriere della Sera:
I commercianti: niente contratti, consumi giù
Le cifre dell'analisi: se fossero stati rinnovati i contratti scaduti ci sarebbe stata una crescita dell'1,4% della domanda interna
ROMA - Pochi soldi in tasca e consumi a picco. Lo dimostrano anche gli ultimi dati Istat sul Pil. Lo confermano le cifre dell'analisi dell'Ufficio studi di Confcommercio. L'Italia soffre per una debolezza dei redditi motivata anche dai ritardi nel rinnovo dei contratti, sostiene il presidente Sergio Billè presentando i dati. Se i tanti contratti scaduti da tempo, come quello degli statatli, fossero stati rinnovati (a un tasso del 4,5% come ipotizzato dal governo per il pubblico impiego) l'effetto sarebbe stato una spesa di 4,4 miliardi per l'acquisto di beni e servizi. Sarebbero insomma aumentati i consumi, con notevole beneficio per l'economia italiana. I consumi delle famiglie sarebbero cioè cresciuti dell'1,4% mentre Confcommercio stima un andamento debole, con un aumento della domanda dello 0,3%.
Poi Montezemolo dice che siamo in piena recessione, poi Benedetto XVI inizia la beatificazione di Giovanni Paolo II, poi Pisanu dice che la metà dei reati nelle città sono commessi da extracomunitari, poi Cofferati sembra di destra la sera a Ottoemezzo, poi Valentino Rossi dice che nel 2007 correrà in Formula Uno, magari con la Ferrari. Poi Fini si arrabbia perché si sussurra che avesse una storia con un altro ministro della Repubblica, vale a dire la Prestigiacomo. Poi Luca Sofri dice finalmente una cosa di sinistra (ringrazia quelli che hanno linkato il suo blog, Wittgenstein). Poi? Io andrei in vacanza per una ventina d'anni, quasi quasi...
I commercianti: niente contratti, consumi giù
Le cifre dell'analisi: se fossero stati rinnovati i contratti scaduti ci sarebbe stata una crescita dell'1,4% della domanda interna
ROMA - Pochi soldi in tasca e consumi a picco. Lo dimostrano anche gli ultimi dati Istat sul Pil. Lo confermano le cifre dell'analisi dell'Ufficio studi di Confcommercio. L'Italia soffre per una debolezza dei redditi motivata anche dai ritardi nel rinnovo dei contratti, sostiene il presidente Sergio Billè presentando i dati. Se i tanti contratti scaduti da tempo, come quello degli statatli, fossero stati rinnovati (a un tasso del 4,5% come ipotizzato dal governo per il pubblico impiego) l'effetto sarebbe stato una spesa di 4,4 miliardi per l'acquisto di beni e servizi. Sarebbero insomma aumentati i consumi, con notevole beneficio per l'economia italiana. I consumi delle famiglie sarebbero cioè cresciuti dell'1,4% mentre Confcommercio stima un andamento debole, con un aumento della domanda dello 0,3%.
Poi Montezemolo dice che siamo in piena recessione, poi Benedetto XVI inizia la beatificazione di Giovanni Paolo II, poi Pisanu dice che la metà dei reati nelle città sono commessi da extracomunitari, poi Cofferati sembra di destra la sera a Ottoemezzo, poi Valentino Rossi dice che nel 2007 correrà in Formula Uno, magari con la Ferrari. Poi Fini si arrabbia perché si sussurra che avesse una storia con un altro ministro della Repubblica, vale a dire la Prestigiacomo. Poi Luca Sofri dice finalmente una cosa di sinistra (ringrazia quelli che hanno linkato il suo blog, Wittgenstein). Poi? Io andrei in vacanza per una ventina d'anni, quasi quasi...
SpotScout
SU LIBERO BLOG, il sito che prende dalla rete per dare alla rete, c'è un post interessante. Si tratta dei soliti americani che per trovare parcheggio hanno cercato di costruire - ovviamente la cosa è commerciale - una community spontanea di tizi che, nella migliore tradizione dei giochi win-win e dei movimenti spontanei bottom-up - massimizzano il bisogno attraverso la collaborazione con piattaforme software aperte e l'uso di strumenti di mobilità "smart-mob".
In pratica, l'impatto di SpotScout è anche positivo in una ottica ambientale, se si considera che trovare prima parcheggio - con un sistema d'asta stile eBay ma mediato dalle tecnologie mobili - consente di razionalizzare il consumo di benzina. Il sistema è attivo a Boston e New York.
Meglio del car-sharing, questi ragazzi stanno dicendo cose di sinistra e più che a quel reazionario di Cofferati - che governa col pugno di ferro Bologna vietando ai giovani di bere il birrino la sera nelle strade del centro - dovrebbe essere proposto a Veltroni che con tanta lungimiranza valuta le opzioni per il futuro della Capitale, dove si radunano festanti le folle il primo maggio per il concerto di Claudio Bisio e Giovanni Floris e bevono tutti i birrini che gli pare, anzi fanno pure le salsicce alla graticola portatile.
Tutto mobile, tutto ecosostenibile, tutto creativo, tutto smart, tutto di sinistra.
In pratica, l'impatto di SpotScout è anche positivo in una ottica ambientale, se si considera che trovare prima parcheggio - con un sistema d'asta stile eBay ma mediato dalle tecnologie mobili - consente di razionalizzare il consumo di benzina. Il sistema è attivo a Boston e New York.
Meglio del car-sharing, questi ragazzi stanno dicendo cose di sinistra e più che a quel reazionario di Cofferati - che governa col pugno di ferro Bologna vietando ai giovani di bere il birrino la sera nelle strade del centro - dovrebbe essere proposto a Veltroni che con tanta lungimiranza valuta le opzioni per il futuro della Capitale, dove si radunano festanti le folle il primo maggio per il concerto di Claudio Bisio e Giovanni Floris e bevono tutti i birrini che gli pare, anzi fanno pure le salsicce alla graticola portatile.
Tutto mobile, tutto ecosostenibile, tutto creativo, tutto smart, tutto di sinistra.
11.5.05
La fantasia al potere
RIPRENDO MASSIMO MANTELLINI, che segnala in un suo post una storia interessante, per chi ha passione per le cose del giornalismo. Scrive Mantellini (lo riprendo integralmente):
Wired News ha incaricato un professore della NY University di controllare gli articoli scritti per la rivista da Michelle Delio, giornalista da molti anni collaboratrice della rivista. Questo dopo che MIT Technology Review Online e altri giornali avevano ritirato alcuni articoli della Delio poiche' alcune fonti citate non erano state confermate. Di circa 160 articoli scritti da Delio su Wired nel 2004 quattro di questi sembra abbiano fonti predominanti che non e' stato possibile confermare. Terminata l'analisi Wired ha sparato i risultati in prima pagina.
Leggo spessissimo Wired e ho apprezzato nel tempo la qualità degli articoli di Michelle Delio - una volta si chiamava Finley - ma adesso mi sembra che le stiano per fare un mazzo quadrato... Inoltre, oltre a sparare i risultati in prima pagina, Wired ha stabilito una nuova politica interessante, che Mantellini non cita: In addition, Wired News will now require freelance reporters to submit contact information for all named sources. Also, anonymous sources will be used only with appropriate justification.
Infine, Wired chiede ai lettori che sappiano qualcosa delle storie in questione, di farsi avanti e dire tutto. Cosicché si possano glossare gli articoli (che non vengono ritirati ma semplicemente "annotati") che ancora non hanno problemi o che invece li hanno.
Un commento: mi sembra straordinario che su 160 articoli solo 24 abbiano problemi con le fonti e addirittura solo quattro in maniera sostanziale. Problemi, poi, che sarebbero quasi peccatucci veniali, rispetto per esempio ad altri tipi di violazioni deontologiche tipo "notizie in co-marketing" e via dicendo. Strano, intendo dire, in rapporto a un qualunque giornale che potete trovare nelle edicole italiane oggi, domani o qualsiasi altro giorno.
E poi mi chiedo: quale autorevole scuola di giornalismo potrebbe fare il lavoro di revisione di un qualunque autorevole collega giornalista dalle nostre parti? Forse anziché una scuola potrebbe pensarci l'Ordine regionale o nazionale?
Wired News ha incaricato un professore della NY University di controllare gli articoli scritti per la rivista da Michelle Delio, giornalista da molti anni collaboratrice della rivista. Questo dopo che MIT Technology Review Online e altri giornali avevano ritirato alcuni articoli della Delio poiche' alcune fonti citate non erano state confermate. Di circa 160 articoli scritti da Delio su Wired nel 2004 quattro di questi sembra abbiano fonti predominanti che non e' stato possibile confermare. Terminata l'analisi Wired ha sparato i risultati in prima pagina.
(Michelle Delio)
Leggo spessissimo Wired e ho apprezzato nel tempo la qualità degli articoli di Michelle Delio - una volta si chiamava Finley - ma adesso mi sembra che le stiano per fare un mazzo quadrato... Inoltre, oltre a sparare i risultati in prima pagina, Wired ha stabilito una nuova politica interessante, che Mantellini non cita: In addition, Wired News will now require freelance reporters to submit contact information for all named sources. Also, anonymous sources will be used only with appropriate justification.
Infine, Wired chiede ai lettori che sappiano qualcosa delle storie in questione, di farsi avanti e dire tutto. Cosicché si possano glossare gli articoli (che non vengono ritirati ma semplicemente "annotati") che ancora non hanno problemi o che invece li hanno.
Un commento: mi sembra straordinario che su 160 articoli solo 24 abbiano problemi con le fonti e addirittura solo quattro in maniera sostanziale. Problemi, poi, che sarebbero quasi peccatucci veniali, rispetto per esempio ad altri tipi di violazioni deontologiche tipo "notizie in co-marketing" e via dicendo. Strano, intendo dire, in rapporto a un qualunque giornale che potete trovare nelle edicole italiane oggi, domani o qualsiasi altro giorno.
E poi mi chiedo: quale autorevole scuola di giornalismo potrebbe fare il lavoro di revisione di un qualunque autorevole collega giornalista dalle nostre parti? Forse anziché una scuola potrebbe pensarci l'Ordine regionale o nazionale?
La tempesta di sabbia
VISTO CHE SIAMO ancora in tema di egiziani, e visto che molti di noi (me compreso) non hanno mai visto una tempesta di sabbia, mi pare il caso presentare questa. E' sconvolgente, a ben guardare...
Volti antichi
DA APPASSIONATO DI cose egizie, non posso fare a meno di segnalare che è stato ricostruito il volto del faraone-ragazzino, Tutankamon. Hanno utilizzato la Tac (tomografia assiale computerizzata) e un sacco di Photoshop, a quanto pare. Ma i risultati sono quelli dell'immagine qui sotto.
10.5.05
Spigolature
LEGGO CHE IL creatore di BitTorrent, il più efficiente software attualmente in circolazione per scambiare video e implicitamente per devastare il mercato cine-televisivo, è affetto dalla sindrome di Asperger, una forma di autismo che - in contrasto ai neurotipici (cioè i "normali") - cambia alcuni tratti della personalità e del modo di relazionarsi.
Qui c'è l'intervista tutta orientata ad approfondire gli effetti della sindrome nella sua vita che, come programmatore e creativo, bisogna ammettere che è stata decisamente di successo, sino ad ora.
La cosa buffa è che apprendo di tutto ciò, pur essendomi già occupato varie volte in passato di BitTorrent e di Bram Cohen, proprio quando Apple rilascia una versione più aggiornata di iTunes, il software per la gestione della musica e per il negozio musicale di maggior successo del pianeta, che incorpora le prime, rudimentali funzionalità video. E che lascia pensare alcuni che l'iTunes Video Store sia più vicino...
Qui c'è l'intervista tutta orientata ad approfondire gli effetti della sindrome nella sua vita che, come programmatore e creativo, bisogna ammettere che è stata decisamente di successo, sino ad ora.
La cosa buffa è che apprendo di tutto ciò, pur essendomi già occupato varie volte in passato di BitTorrent e di Bram Cohen, proprio quando Apple rilascia una versione più aggiornata di iTunes, il software per la gestione della musica e per il negozio musicale di maggior successo del pianeta, che incorpora le prime, rudimentali funzionalità video. E che lascia pensare alcuni che l'iTunes Video Store sia più vicino...
8.5.05
Consigli a un giovane stressato
MI DICONO, TI devi rilassare, pensare meno. Ok, rispondo, lo farò. Staccherò il cervello, manderò la mente all'ammasso, finalmente anche io quando si chiede: "a che cosa stai pensando", potrò rispondere "a niente..."
Ecco, alcuni piccoli segreti distillati negli ultimi due giorni per rilassarsi, pensare meno.
- Andare a letto tardi, svegliarsi presto e non prendere neanche un caffè in tutto il giorno. I sensi si ottundono e pensare diventa più difficile.
- Guardare tanta tv: Maria de Filippi, Pippo Baudo (se c'è), Maurizio Costanzo, Gad Lerner... Cose così, insomma.
- Leggere posta elettronica, navigare, feed rss, chat, sms, telefonate a tutto spiano: più spesso si cambia argomento meno tempo ha la mente per divagare.
- Lavoro, lavoro, lavoro. Ma senza astio, odio o invidie. Solo lavoro. Perché la dignità del lavoro nobilita, lo dice anche la Costituzione (almeno, per adesso c'è scritto, domani non si sa...).
- Praticare la mortificazione della carne per raggiungere l'ascesi dello spirito. Lo dicevano i saggi della patristica, lo diceva Sant'Agostino, perché non potremmo dirlo anche noi?
- Ricominciare a leggere i giornali. Almeno tre-quattro al giorno. Anche cinque o sei.
- Smettere di pensare che il suo silenzio sia assordante. Potrebbe anche parlare, e sarebbe peggio.
- Non parlar mai male di nessuno con nessun altro. Regola di vita sempre buona, probabilmente vale anche qui.
- Alternare la lettura di Piperno a Faletti. Peccato che non abbiano una produzione letteraria sufficientemente ampia. Ma col tempo probabilmente crescerà ancora.
- Concentrarsi ogni sera sulla propria giornata e valutarla con il criterio del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, oltre a quello della coperta troppo corta. Una volta alla settimana approfondire il tema della corsa tra la tartaruga e Achille pie' veloce.
- Se proprio non serve a niente, entrare nel primo Euronics e comprarsi una Playstation2 e almeno cinque giochi, di cui due di corse, uno di combattimento e due sparatutto in soggettiva. Non dimenticare la memory card, perché non è inclusa nella confezione.
- Alle brutte, iscriversi alla facoltà di Lettere e Filosofia. Indirizzo archeologico.
Infine, per quelli che proprio non riescono a stare senza pensare, mi hanno consigliato anche l'arma finale: tenere un blog. Dice che aiuta più che la cannabis in dosi industriali. Tanto lei non lo leggerà mai e soprattutto non vi scriverà mai nei commenti.
Ecco, alcuni piccoli segreti distillati negli ultimi due giorni per rilassarsi, pensare meno.
- Andare a letto tardi, svegliarsi presto e non prendere neanche un caffè in tutto il giorno. I sensi si ottundono e pensare diventa più difficile.
- Guardare tanta tv: Maria de Filippi, Pippo Baudo (se c'è), Maurizio Costanzo, Gad Lerner... Cose così, insomma.
- Leggere posta elettronica, navigare, feed rss, chat, sms, telefonate a tutto spiano: più spesso si cambia argomento meno tempo ha la mente per divagare.
- Lavoro, lavoro, lavoro. Ma senza astio, odio o invidie. Solo lavoro. Perché la dignità del lavoro nobilita, lo dice anche la Costituzione (almeno, per adesso c'è scritto, domani non si sa...).
- Praticare la mortificazione della carne per raggiungere l'ascesi dello spirito. Lo dicevano i saggi della patristica, lo diceva Sant'Agostino, perché non potremmo dirlo anche noi?
- Ricominciare a leggere i giornali. Almeno tre-quattro al giorno. Anche cinque o sei.
- Smettere di pensare che il suo silenzio sia assordante. Potrebbe anche parlare, e sarebbe peggio.
- Non parlar mai male di nessuno con nessun altro. Regola di vita sempre buona, probabilmente vale anche qui.
- Alternare la lettura di Piperno a Faletti. Peccato che non abbiano una produzione letteraria sufficientemente ampia. Ma col tempo probabilmente crescerà ancora.
- Concentrarsi ogni sera sulla propria giornata e valutarla con il criterio del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, oltre a quello della coperta troppo corta. Una volta alla settimana approfondire il tema della corsa tra la tartaruga e Achille pie' veloce.
- Se proprio non serve a niente, entrare nel primo Euronics e comprarsi una Playstation2 e almeno cinque giochi, di cui due di corse, uno di combattimento e due sparatutto in soggettiva. Non dimenticare la memory card, perché non è inclusa nella confezione.
- Alle brutte, iscriversi alla facoltà di Lettere e Filosofia. Indirizzo archeologico.
Infine, per quelli che proprio non riescono a stare senza pensare, mi hanno consigliato anche l'arma finale: tenere un blog. Dice che aiuta più che la cannabis in dosi industriali. Tanto lei non lo leggerà mai e soprattutto non vi scriverà mai nei commenti.
5.5.05
A new Mac Renaissance?
COSI' ALMENO LA pensa uno dei giovani giornalisti-blogger della sfera Apple.
Oltretutto, essendo il centenario della teoria della relatività, una immagine e la poesia pubblicitaria a lui dedicata.
Here’s to the crazy ones.
The misfits.
The rebels.
The troublemakers.
The round pegs in the square holes.
The ones who see things differently.
They’re not fond of rules.
And they have no respect for the status quo.
You can praise them, disagree with them, quote them,
disbelieve them, glorify or vilify them.
About the only thing you can’t do is ignore them.
Because they change things.
They invent. They imagine. They heal.
They explore. They create. They inspire.
They push the human race forward.
Maybe they have to be crazy.
How else can you stare at an empty canvas and see a work of art?
Or sit in silence and hear a song that’s never been written?
Or gaze at a red planet and see a laboratory on wheels?
We make tools for these kinds of people.
While some see them as the crazy ones,
we see genius.
Because the people who are crazy enough to think
they can change the world, are the ones who do.
Oltretutto, essendo il centenario della teoria della relatività, una immagine e la poesia pubblicitaria a lui dedicata.
Here’s to the crazy ones.
The misfits.
The rebels.
The troublemakers.
The round pegs in the square holes.
The ones who see things differently.
They’re not fond of rules.
And they have no respect for the status quo.
You can praise them, disagree with them, quote them,
disbelieve them, glorify or vilify them.
About the only thing you can’t do is ignore them.
Because they change things.
They invent. They imagine. They heal.
They explore. They create. They inspire.
They push the human race forward.
Maybe they have to be crazy.
How else can you stare at an empty canvas and see a work of art?
Or sit in silence and hear a song that’s never been written?
Or gaze at a red planet and see a laboratory on wheels?
We make tools for these kinds of people.
While some see them as the crazy ones,
we see genius.
Because the people who are crazy enough to think
they can change the world, are the ones who do.
4.5.05
L'ombelico del mondo
COME DICEVAMO QUALCHE post fa, ho preso è installato Tiger, questa nuova e miracolosa versione del sistema operativo di Apple. Stabile - anche se ogni tanto un po' si imbizzarrisce e pare quasi cerchi di scuotermi da cavallo - è stabile. Cose nuove e gustose ce ne sono. Una su tutte, però, mi ha colpito. E' anche quella per la quale da vari mesi ho le maggiori aspettative. Spotlight.
Il sistema per indicizzare e ritrovare tutto quel che c'è sul disco interno del computer - come peraltro pare faccia Google Desktop - funziona proprio bene. Ma ha un valore aggiunto rispetto a Google Desktop: è integrato nel sistema operativo. Questo vuol dire che funziona in tutte le applicazioni che hanno funzioni di ricerca. E la ricerca effettuata può essere salvata come cartella "smart" Il risultato?
In quattro giorni ho completamente cambiato il modo di lavorare con la posta elettronica. Ho creato una cartella "smart" che ho chiamato oggi che è popolata da tutta la posta arrivata o partita oggi e quella modificata oggi. Con l'esclusione dello spam. E uso sempre quella. Stupidaggine? Per uno che ha otto account di posta elettronica e macina un centinaio di messaggi tra entrata e uscita al giorno mica tanto...
Il sistema per indicizzare e ritrovare tutto quel che c'è sul disco interno del computer - come peraltro pare faccia Google Desktop - funziona proprio bene. Ma ha un valore aggiunto rispetto a Google Desktop: è integrato nel sistema operativo. Questo vuol dire che funziona in tutte le applicazioni che hanno funzioni di ricerca. E la ricerca effettuata può essere salvata come cartella "smart" Il risultato?
In quattro giorni ho completamente cambiato il modo di lavorare con la posta elettronica. Ho creato una cartella "smart" che ho chiamato oggi che è popolata da tutta la posta arrivata o partita oggi e quella modificata oggi. Con l'esclusione dello spam. E uso sempre quella. Stupidaggine? Per uno che ha otto account di posta elettronica e macina un centinaio di messaggi tra entrata e uscita al giorno mica tanto...
Dio c'è
NEGLI STATI UNITI hanno messo in vendita una maglietta - si prende qui e costa 18,99 dollari tasse escluse - che aiuta a capire la potenza dei mezzi informatici messi sul mercato da Bill Gates e dai suoi accoliti...
Bill Gates is stuck using a Dell running Windows XP and listening to Napster To Go on an iRiver. There is a God."
Bill Gates is stuck using a Dell running Windows XP and listening to Napster To Go on an iRiver. There is a God."
Hanno ucciso Star Trek
ERA L'ORA, DICE lo scrittore di fantascienza Orson Scott Card in un articolo sul Los Angeles Times. La fantascienza in trent'anni ha fatto parecchia strada e noi non possiamo continuare a vedere sempre l'equivalente di I Love Lucy per tutta la vita.
Ecco, Enterprise (l'ultima incarnazione di Star Trek) è stata chiusa e Card ha tirato il sasso: la fantascienza è cambiata, uccidiamo i padri e conquistiamo il mondo da soli.
Ecco, Enterprise (l'ultima incarnazione di Star Trek) è stata chiusa e Card ha tirato il sasso: la fantascienza è cambiata, uccidiamo i padri e conquistiamo il mondo da soli.
3.5.05
La parola definitiva sul caso Neri
OK, QUANDO SI impegna è anche bravo (come tutti quelli brillanti a scuola ma con un sacco di altri interessi e che non si applicano mai, che i professori però amano sempre più di noialtri) e quindi lascio a Luca Sofri la parola definitiva sul caso Gianluca Neri (quello che ha sveltao igli omissis americani nel rapporto Calipari e ha chiamato Guia Soncini per sapere se pubblicando il testo integrale sarebbe stato perseguibile) e, insomma, tutto il resto. Si legge qui.
In questo momento - via chat, come al solito - Gianlucaneri mi sta dicendo che ha una troupe in casa e che ha precettato sua madre a rispondere al telefono e suo fratello a gestire il server sommerso dagli accessi: e che poi mi racconterà di come nelle ultime 36 ore la sua vita sia diventata quella di Matthew Broderick in Wargames. Per ora so che l'ha chiamato la Farnesina per sapere come aveva fatto - così per darvi un'idea di come stiamo messi - e lui ha spiegato “Menu Modifica: Seleziona tutto, e poi Copia…”.
“Dall'altra parte del telefono sentivo degli 'oooooh' di meraviglia”.
(Anche solo a citare Guia Soncini la sintassi si scuote e nascono incisi e parentetiche ovunque. Che sia una cosa infettiva?)
In questo momento - via chat, come al solito - Gianlucaneri mi sta dicendo che ha una troupe in casa e che ha precettato sua madre a rispondere al telefono e suo fratello a gestire il server sommerso dagli accessi: e che poi mi racconterà di come nelle ultime 36 ore la sua vita sia diventata quella di Matthew Broderick in Wargames. Per ora so che l'ha chiamato la Farnesina per sapere come aveva fatto - così per darvi un'idea di come stiamo messi - e lui ha spiegato “Menu Modifica: Seleziona tutto, e poi Copia…”.
“Dall'altra parte del telefono sentivo degli 'oooooh' di meraviglia”.
(Anche solo a citare Guia Soncini la sintassi si scuote e nascono incisi e parentetiche ovunque. Che sia una cosa infettiva?)
1.5.05
Si parlava di nuove forme di giornalismo...
Sul sito Slashdot (in inglese, mia la traduzione) c'è una notizia interessante: CmdrTaco pubblica - nella serie delle "notizie che odiamo quando succedono" - quanto segnalato da cyclop: Lo scorso marzo le truppe statunitensi in Irak uccisero in una sparatoria Nicola Calipari, agente dei servizi italiani che aveva appena salvato la giornalista Giuliana Sgrena. La commissione americana sull'incidente ha prodotto un rapporto la cui versione pubblica è stata censurata per più di un terzo. Adesso la stampa italiana riporta che tutte le informazioni confidenziali del rapporto sono disponibili per il pubblico, basta copiare il testo "nascosto" del Pdf e incollarlo in un word processor. Il rapporto senza censure adesso può essere scaricato direttamente (il maledetto formato Doc, spiacenti).
Ecco, solo per aggiungere che la notizia l'ha trovata stamattina Gianluca Neri, alias Macchianera. Sul suo blog. Tra l'altro, i giornali online italiani non attribuivano la notizia alla fonte, cioè Macchianera. C'è voluta l'Apcom di Antonio Calabrò per farci sapere la notizia nella sua intierezza. Questo è il problema, in fondo: siccome mi capita di leggere spesso Macchianera, per me lettore di Repubblica o del Corriere è quasi più importante sapere che sia lui la fonte che non la storia contenuta negli omissis del rapporto. E questo né Repubblica né il Corriere me lo hanno detto. Cattiva informazione?
Ps: un dubbio mattutino sul contenuto del rapporto e sugli effetti "politici". Ma non è che alla fine di questa vicenda le conseguenze più pesanti le patiranno non i soldati che hanno sparato al posto di controllo volante ma quelli che hanno sbagliato col Pdf?
Ecco, solo per aggiungere che la notizia l'ha trovata stamattina Gianluca Neri, alias Macchianera. Sul suo blog. Tra l'altro, i giornali online italiani non attribuivano la notizia alla fonte, cioè Macchianera. C'è voluta l'Apcom di Antonio Calabrò per farci sapere la notizia nella sua intierezza. Questo è il problema, in fondo: siccome mi capita di leggere spesso Macchianera, per me lettore di Repubblica o del Corriere è quasi più importante sapere che sia lui la fonte che non la storia contenuta negli omissis del rapporto. E questo né Repubblica né il Corriere me lo hanno detto. Cattiva informazione?
Ps: un dubbio mattutino sul contenuto del rapporto e sugli effetti "politici". Ma non è che alla fine di questa vicenda le conseguenze più pesanti le patiranno non i soldati che hanno sparato al posto di controllo volante ma quelli che hanno sbagliato col Pdf?
Giornalisti: dal precariato alla disoccupazione strutturale?
IN QUESTA EPOCA un po' confusa si cerca di rispondere alle contraddizioni sistemiche con delle soluzioni personali, quindi perdonate se la cosa la vedo dalla prospettiva del mio ombelico. Ma il punto è questo: dopo quindici anni di conclamata "crisi" del giornalismo e del mercato editoriale - nel nostro Paese come in altri - e soprattutto dopo la "volata" della New Economy, che predicava la fine dei modelli tradizionali a favore delle tecnologie informatiche di comunicazione, adesso sta arrivando qualcosa di nuovo.
L'aria di crisi strutturale per chi si occupa di fare informazione si sta condensando e prendendo la forma di un modello completamente nuovo. Ci sono i nuovi media - quelli elettronici - che svisano l'attenzione del pubblico tradizionale, c'è una nuova leva di consumatori di informazione, ma c'è anche un nuovo modo di comunicare direttamente da parte di aziende e soggetti vari che disintermediano (cioè levano i giornalisti dalle scatole) il loro rapporto con il pubblico. E anche l'affermarsi di modelli di informazione ibridata con il commercio, l'infotainment e via dicendo.
Se l'evoluzione tecnologia, economica e sociale (il cui grado di importanza è ordinato in modo crescente, a mio avviso) preme e la sua pressione si avverte sempre più - qui c'è la mia visione ombelicale di precario destinato alla disoccupazione - la novità del momento è l'apertura negli Stati Uniti di un dibattito sul tema. Probabilmente dettato anche dall'impegno che l'attuale amministrazione Bush sta mettendo verso la comunicazione, pari a nessun precedente sforzo di altre amministrazioni.
Se ne percepiscono piccole ma interessanti tracce sulla rete, oppure importanti segnali come questo articolo con annessa intervista di Robert Murdoch (ehi, telespettatori di Sky, stiamo parlando del Boss) in cui ci si chiede se i vecchi giornali abbiano ancora senso.
Ricordo (con affetto) un collega all'epoca precario di Repubblica a Firenze che, fintanto che ho lavorato in una redazione radiofonica per quanto "amica", non mi ha mai dato completo credito come "collega". Il passaggio al quotidiano, perquanto "avversario" sia politicamente che nella competizione verso il mercato dei lettori, mi ha improvvisamente elevato ai suoi occhi allo status di "collega", con annesse confidenze e rinnovata stima. Adesso, l'essere sempre precario ma in una redazione nazionale di un altro quotidiano mi rende, le poche volte che ci incontriamo a Firenze, un gaudente e fortunato collega, immerso nel bel mondo milanese. Lui, tra parentesi, da alcuni anni è stato anche assunto. Il suo, comunque, è lo spirito del giornalista duro e puro, che può solo lavorare in certi modi e a certe condizioni: in un quotidiano, nella cronaca, con metodi affermati per quasi cento anni.
Torniamo a noi, all'oggi. La perdita di contatto della stampa convenzionale rispetto ai propri lettori è cosa che pre-data l'avvento di Internet e la New Economy. Adesso, con la nascita di questa seconda generazione basata sulla larga banda - passaggio fondamentale in quanto Internet è una infrastruttura abilitante e la banda larga abilita modalità di fruizione dei contenuti impossibili con la banda convezionale come il modem: provateci a scaricare un film da 1 GB... - stanno cambiando molte cose. Una tra tutte, io rischio di passare dal precariato alla disoccupazione strutturale e a vita.
L'aria di crisi strutturale per chi si occupa di fare informazione si sta condensando e prendendo la forma di un modello completamente nuovo. Ci sono i nuovi media - quelli elettronici - che svisano l'attenzione del pubblico tradizionale, c'è una nuova leva di consumatori di informazione, ma c'è anche un nuovo modo di comunicare direttamente da parte di aziende e soggetti vari che disintermediano (cioè levano i giornalisti dalle scatole) il loro rapporto con il pubblico. E anche l'affermarsi di modelli di informazione ibridata con il commercio, l'infotainment e via dicendo.
Se l'evoluzione tecnologia, economica e sociale (il cui grado di importanza è ordinato in modo crescente, a mio avviso) preme e la sua pressione si avverte sempre più - qui c'è la mia visione ombelicale di precario destinato alla disoccupazione - la novità del momento è l'apertura negli Stati Uniti di un dibattito sul tema. Probabilmente dettato anche dall'impegno che l'attuale amministrazione Bush sta mettendo verso la comunicazione, pari a nessun precedente sforzo di altre amministrazioni.
Se ne percepiscono piccole ma interessanti tracce sulla rete, oppure importanti segnali come questo articolo con annessa intervista di Robert Murdoch (ehi, telespettatori di Sky, stiamo parlando del Boss) in cui ci si chiede se i vecchi giornali abbiano ancora senso.
Ricordo (con affetto) un collega all'epoca precario di Repubblica a Firenze che, fintanto che ho lavorato in una redazione radiofonica per quanto "amica", non mi ha mai dato completo credito come "collega". Il passaggio al quotidiano, perquanto "avversario" sia politicamente che nella competizione verso il mercato dei lettori, mi ha improvvisamente elevato ai suoi occhi allo status di "collega", con annesse confidenze e rinnovata stima. Adesso, l'essere sempre precario ma in una redazione nazionale di un altro quotidiano mi rende, le poche volte che ci incontriamo a Firenze, un gaudente e fortunato collega, immerso nel bel mondo milanese. Lui, tra parentesi, da alcuni anni è stato anche assunto. Il suo, comunque, è lo spirito del giornalista duro e puro, che può solo lavorare in certi modi e a certe condizioni: in un quotidiano, nella cronaca, con metodi affermati per quasi cento anni.
Torniamo a noi, all'oggi. La perdita di contatto della stampa convenzionale rispetto ai propri lettori è cosa che pre-data l'avvento di Internet e la New Economy. Adesso, con la nascita di questa seconda generazione basata sulla larga banda - passaggio fondamentale in quanto Internet è una infrastruttura abilitante e la banda larga abilita modalità di fruizione dei contenuti impossibili con la banda convezionale come il modem: provateci a scaricare un film da 1 GB... - stanno cambiando molte cose. Una tra tutte, io rischio di passare dal precariato alla disoccupazione strutturale e a vita.
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