30.4.06

Achille, la tartaruga e altre amenità domenicali

INSOMMA, SIAMO ARRIVATI al 99,5% del colpo di reni. Il carpiatone acrobatico necessita solo di un paio di rifiniture (padule, come tutte le ultime cose che possono sciupare il lavoro precedente, ma quantitativamente poche) però potrei azzardare che è giunto al suo termine. Dopodiché, si ricomincia a postare come dannati qui e altrove.

Tuttavia, siccome è sempre domenica, mi sovviene che è sempre tempo di Doonesbury, di Gary B. Trudeau, da cliccare come sempre per leggere il testo con maggior comodità.



ps: in questo Posto si sono accumulati alcuni mesi di arretrato. Cercheremo di smaltirli il più rapidamente possibile, insieme ad alcune considerazioni di vario genere, nuove idee e tutto il resto che non vi sto a dire ora. Una nota: lunedì-martedì-mercoledì scorso ero a Berlino. Bella situazione, scena tesa e interessante, tante cose da raccontare. Bei ricordi che fate conto, visto che a Milano ieri pioveva, si siano già sciolti come lacrime nella pioggia. Passiamo oltre...

23.4.06

Alive and kicking

OK, DO NOT panic! Sono sempre vivo. Negli ultimi trenta centimetri (i più difficili) del carpiato. Niente di paragonabile a Giovanni (AUGURIII) che si è appena sposato e sta per diventare papà bis, ma insomma, a ognuno il suo. :-)

Intanto, siccome è domenica, Gary B. Trudeau... Sapete come fare a leggere, vero? Basta cliccare sull'immagine...

18.4.06

Martini anyone?

COME L'OLIVA snocciolata. Così Vittorini descriverebbe lo stato dei miei reni, a metà dell'omonimo colpo. Ma la lotta continua...

Basta. Terminato il breve aggiornamento, torno nel frantoio del mio lavoro.

16.4.06

Buona Pasqua!

E SICCOME E' domenica, of course: G.B. Trudeau con Doonesbury (su cui cliccare per riuscire a leggere nel dettaglio etc etc)

15.4.06

Spirito di squadra

IL CAPO STA combattendo una solitaria battaglia di verità contro la politica e il giornalismo italiano. Sta cercando di far vedere al mondo i risultati delle elezioni utilizzando alla scopo proprio i risultati stessi. Sembrerebbe essere l'unico, in questo momento. Anche l'amico Christian Rocca gli si rivolta contro. Tutto questo è intollerabile, signora mia.

Dunque, non restano che atti definitivi. Chiariamo subito: chi ha vinto le elezioni? Il centrosinistra. Perché? Perché come in tutte le democrazie che si rispettino, ha preso almeno un voto in più degli avversari. Se si fosse votato con un'altra legge elettorale, il Mattarellum precedente del 2001, ad esempio, avrebbe invece vinto la Casa delle Libertà. Lo dimostra l'analisi fatta utilizzando la precedente legge (con un paio di dubbi sulla validità del come abbiano fatto a simulare la scheda con il voto proporzionale, che non c'era questa volta) che chiarisce gli ultimi dubbi. Ma si è usata un'altra legge, però! Peccato...

Poi, che la politica dal giorno dopo le elezioni non segua mai ciecamente i elettorali, è cosa nota anche ai bambini delle medie, oltre che ai protagonisti dei quarantacinque anni di "centrismo" del nostro Paese. Ma per una volta, Nexus permettendo, accontentiamoci almeno di partire da questi benedetti risultati. Vai, capo, che non sei solo!

14.4.06

Cent'anni di tremori

IL 18 APRILE del 1906 c'è stato il terremoto di San Francisco, la mia terza patria.

Il San Francisco Chronicle ricorda il dramma della terra scossa e del successivo, devastante incendio, con uno speciale in tre parti: uno, due e tre

13.4.06

Dentro l'animale


OK, IO IN parte vivo dentro Animal Crossing: Wild World, il giochino per Nintendo Ds che consente anche di incontrarsi in rete. Se non l'avete, inutile spiegare. Se invece volete passare dalle mie parti per fare una visitina, il mio mondo si chiama Casa, il mio nick è Antonio e il codice amico è 253471301917.

Basta che mi diciate i vostri nei commenti e che ci diamo un appuntamento... sarà bellissimo! (sono pieno di fossili rari! e bei mobili!!!)

Non odio: amore

RIEMPITE I CANNONI di fiori (e fumateveli), colorate il cielo di rosa, dipingete amanti nelle strade, regalate sorrisi ai vostri nemici e... boh! Sarà che è primavera anche qui a Milano?

11.4.06

Pensieri e sensazioni di un G.A.

C'E' UN MOMENTO in cui uno si rende conto di una cosa, la notte mentre scrive. Che a dare il colpo di reni sei da solo. Sempre.

Fa parte del gioco, penso.

Vado.

Visionari d'Italia

ALLA FINE, MI sa tanto che aveva ragione Ivan Scalfarotto. A starsene all'estero, intendo dire.

9.4.06

E' sempre domenica, no?

E QUINDI, ADESSO Gary B. Trudeau.


(Solita cosa: cliccate sull'immagine e diventa grande, quindi leggibile. Facile, no?)

Appello al voto

QUESTO NON E' un appello generico al voto. E' un appello specifico, molto specifico. Individuale.

Io in questo momento sono a Milano, ma non voto qui. Voto a Firenze. Però sto esercitando la nobile arte del colpo di reni carpiato all'indietro, quindi non ce la faccio ad andare a votare. Male, ma purtroppo a questo giro è così.

Quindi, affinché non si perda per un voto, faccio un appello a te, tizio che non voti. Vai a votare. Vota al posto mio. Tanto tu di solito non voteresti. I voti sono segreti e anonimi. Alla fine, il saldo è pari: io non voto ma avrei votato, tu voti ma non avresti votato... Dai, vai a votare. Al posto mio, quello che ti pare a te, ma vai a votare. Sì, proprio tu. Ok?

6.4.06

Cos'è una pizzata?

COME, NON SAPETE cos'è una pizzata, una di quelle sere (a Milano, l'ultimo venerdì del mese) in cui si ritrovano gli appassionati Mac? Beh, siccome un'immagine vale più di cento parole, ecco qui l'esempio...

BootCamp

UNA COSA A questo punto è decisamente chiara: l'obiettivo di Apple è di vendere computer, non di diventare una software house. Insomma, conquistare Dell e Hp, non Microsoft... Almeno, io l'ho capita così.

5.4.06

Scontro al vertice della piramide invertita

INCONTRO TRA NON competenti a Ballarò, ieri sera. Come racconta sempre il Corriere (per chi si fosse perso la serata), Fini e Floris hanno "litigato" sulla autorevolezza e competenza dell'agenzia internazionale di rating chiamata a esprimere un giudizio sul Paese.

La linea torna a Roma e quando Floris gli chiede un commento sull'analisi negativa arrivata da Londra, Fini parte ancora all'attacco: «Io non ho capito nulla. Perché, Floris, non ha chiamato l'agenzia più famosa, perché non ha chiamato Moody's oppure Standard Poor's? Lei crede di essere furbo. Questa non è né la prima né la seconda agenzia, ma la terza o la quarta. È un'agenzia che conosce solo Floris». Anche Casini si mette in scia: «Questo è peggio del prete che hanno rifilato a me».

Peccato Fini non sappia (e nemmeno Floris, a quanto pare) chi sono quelli di Fitch Ratings: l'agenzia di valutazione del credito internazionale è una delle tre Nationally Recognized Statistical Rating Organizations (NRSRO) su nomina del 1975 da parte della U.S. Securities and Exchange Commission, insieme a Moody's e Standard & Poor's. Ce ne sono altre due (quelle sì minori, cioè Dominion Bond Rating Service ed A.M. Best). Tutte e tre le principali hanno analoga fiducia da parte dei mercati.

Il Washington Post a suo tempo aveva già raccontato quanto faccia arrabbiare i politici (il ministro delle finanze canadese, nel caso concreto) l'idea che soggetti privati esprimano giudizi sulla politica economica dei Paesi. Il problema, però, grazie al genio del vicepresidente del Consiglio, già ministro degli Esteri e leader istituzionale internazionale, cioè Gianfranco Fini, è un altro e si riassume in questo: o è ignorante di chi siano quelli di Finch perché non li ha mai sentiti prima, oppure gioca sull'ignoranza del pubblico per delegittimare un'analisi tecnica dal chiaro sapore e significato politico. Temo la verità per una volta stia contemporaneamente da entrambe le parti.

Floris, la prossima volta, comunque, si faccia dire dallo stagista della redazione chi sono precisamente quelli che invita ad esprimere un giudizio sul Paese...

Ma invece non era morto di sonno?

SECONDO IL CORRIERE della Sera, vale la pena tagliare un bosco e spremere un peschereccio di seppie per scrivere che:

«Gesù camminò sul ghiaccio, non sull'acqua» - Lo afferma uno studio pubblicato da un paleologo della Florida. Scoperta un'insolita combinazione di condizioni atmosferiche nel Mar di Galilea. Mail di protesta: «Spiegheranno la Resurrezione?»

4.4.06

Il mio lavoro è più bello del tuo

CHE SIA UNA opportunità per lavorare, come sostiene Giuliano Ferrara, oppure una condanna alla gastrite nervosa come pensano parecchi che ci vivono dentro, quella del precario, del lavoratore a progetto, è una condizione di cui si parla parecchio, come vedete. Chiamatela generazione dei mille euro, se vi fa piacere, ma è un problema.

Vorrei far notare solo una piccola contraddizione che la rende a mio avviso odiosa: il fatto che il lavoratore precario e quello assunto a tempo indefinito facciano in definitiva lo stesso lavoro. Cioè, gli impiegati a progetto e quelli assunti svolgono di fatto mansioni identiche e spesso anche nella stessa azienda. Questo non è un elemento a favore della tesi di un mercato che va bene così. E, sempre a mio avviso, dovrebbe essere corretto.

2.4.06

Coscienza e diversità

RIPRENDO QUANTO SCRIVE Roberto sul suo blog, uno dei più attenti alle cose della musica colta in Italia, riguardo alle reazioni che ci sono state a Firenze, tra i tifosi allo stadio, circa la notizia della morte consumata del piccolo Tommaso Onofri.

Dice Roberto che gli striscioni esposti nella curva "oltre a ricordare Tommaso Onofri, chied[ono] la pena di morte per i suoi aguzzini" e si domanda se gli applausi generali che ne sono seguiti "sono giunti anche dai settori più nobili dello stadio Franchi, quelli che una volta ogni anno si mettono in prima fila nel celebrare con orgoglio la Toscana come primo paese abolizionista nel mondo".

Il mondo non è tutto uguale, le persone non sono tutte uguali e la realtà non è solo questione dialettica risolvibile con le parole, così come la storia non è solo opinioni e commento, ma anche fatti e cose che sono realmente accadute. Il 30 novembre del 1786 il Granduca di Toscana, Pietro Leopoldo di Lorena, fece una cosa che nessun altro Stato aveva fatto prima. Promulgò una Riforma Penale che comprendeva la cancellazione della pena di morte. Poi si può discutere del senso e del valore assoluto, di fronte alle coscienze del mondo, di quella scelta. Persino dell'attualità di Cesare Beccaria. Ma noi toscani siamo fatti di quella pasta, Firenze ne è - talvolta immeritatamente - il centro e una acquiescenza al populismo pseudo-televisivo proprio là, proprio a Firenze, proprio oggi che si prospetta un difficile cambio politico alla guida del Paese, è cosa intollerabile e che induce alla vergogna.

Ci meritiamo che Umanesimo e Rinascimento siano solo vuoti simulacri e monumenti corrosi, pinacoteche piene di turisti e voli di piccioni nelle piazze. Siamo noi toscani, noi fiorentini gli improvvidi turisti della nostra civiltà.

Domenica è sempre domenica

E QUINDI: G.B.Trudeau con Doonesbury:

Spirito di patata

STASERA ALLE NOVE, al Teatro Litta di Milano, c'è la consueta domenica sera del Condor con il capo. Che porta il suo capo, come ospite: Giuliano Ferrara. Siccome l'entrata è gratis, per non rischiare di stare in piedi io vado alle 8 e 1/2...

Eheh, chissà come rideranno, i quattro che la capiscono!

Il ritorno del dottore

IO VE LA butto là: David Tennant e Billie Piper hanno firmato per un'altra stagione del telefilm storico della BBC Doctor Who. Tennant l'avevamo già visto (nel Regno Unito) durante lo speciale dello scorso Natale. Ha preso il posto di Christopher Eccleston, il geniale dottore della "rinascita" (dopo un bel po' di anni senza dottori sui canali dell'emittente pubblica del Commonwealth). L'attuale serie con Tennant comincerà ad essere trasmessa sabato 15 aprile alle 19 su BBC2, la stanno finendo di registrare in queste settimane. Da noi la prima è passata in qualche modo su Canal Jimmy: sui canali terrestri "normali" non ve n'è invece traccia dal 1980...

1.4.06

Un tranquillo lunedì da spendaccioni

MI RIGIRO LO scontrino tra le mani e un po' soffro ancora: 82,46 euro. Chissà quale abnorme quantità di libri potrò aver comprato nella nuova "missione suicida" alla Feltrinelli del Duomo di Milano (quella sottoterra, adiacente a Ricordi, con l'intenso odore di fossa chimica tracimata che dopo poco ti ci abitui e non te ne accorgi più), chissà quanti metri di mensole nuove dovrò comprare per stipare il malloppo. Macché: sta tutto in un sacchettino.

La missione speciale era cominciata sia per avere un po' di gratificazione personale (e spendere il libreria è per me l'equivalente del giro per mercerie delle ragazze di provincia) sia per rivedere il fido Mattia. Entro questa volta preparato: mica come l'altra volta, che i soldi son volati via e i libri sono venuti su un po' a capocchia. Ho una lista, dei nomi, appunti presi nei giorni e nelle settimane precedenti. Cose viste sul giornale, sentite in radio, occhieggiate furtivamente nelle borse e persino in metropolitana. Questa volta, insomma, so il fatto mio.

Ma già sulla porta Mattia mi spiazza: C'è questa biografia di Montanelli, una figata: è asciutta, una serie di articoli, tutto in presa diretta. E poi si ferma al 1958... Come resistere? Entro dentro e parto, lancia in resta, a chiedere notizie alla commessa. Peccato infatti che in due non sappiamo l'autore o il titolo.

Ci vuol poco: si chiama Lo stregone - La prima vita di Indro Montanelli, è uno degli Struzzi di Einaudi e quindi i suoi 18 euro per 368 pagine se le succhia subito. Vabbé, almeno avrà gli accenti gravi e acuti messi nel modo giusto (peculiarità e ormai solo vezzo di Einaudi). Prima di metterci le mani sopra, però, c'è il solito banchetto con gli sconti e gli scontissimi: Mondadori sino ai primi di aprile svende tutto, siori e siore, con il 10%, forse il 15%, si sussurra addirittura il 20%! E quindi, perché no? Mi lascio andare. Già che ci siamo, infatti, c'è parecchio da acchiappare. Sto per lanciarmi e sento un fremito dentro la tasca della giacca: è la carta di credito che rabbrividisce. Tranquilla piccola, penso, questa volta non esagero. Almeno, non troppo.

Il secondo - che ho già comprato - sono ancora ben lontano dall'averlo finito. Però continua ad affascinarmi e devo dire piace anche. Quindi, recupero il primo. Tanto, è scontato, tascabile e per di più Mondadori. Come dire di no? David Sedaris con il suo Me parlare bello un giorno si arrampica dal tavolo dov'è ammonticchiato insieme ad altri suoi amici sulla mia mano e si acquatta dietro Montanelli. Strana coppia, viene da pensare. Ma l'eclettismo è la virtù del nostro tempo e lo stesso Indro, sono sicuro, alla fine era uomo di mondo.

Adesso comincia la fase più pericolosa, ne sono conscio. Le commesse tremano, vedono nello sguardo vacuo la minaccia più temuta. Mattia parte verso la sezione viaggi e affini: deve andare qualche giorno a Porto Alegre per una conferenza e, da bravo ingegnere, studierà per mezz'ora sei diverse guide del Brasile per cercare la più aggiornata, puntuale ed eventualmente economica del mazzo. A suo modo, un'impresa. Le commesse si sentono braccate, alcune scompaiono dalle uscite di servizio, in cerca di ristoro e forse una sigaretta da fumare per abbassare la tensione, oramai palpabile nel salone principale.

Io intanto vago. L'occhio scorre, accarezzando gli scaffali. Certo, è la Feltrinelli sotterranea, non è Barnes & Nobles, non è la grande distribuzione del libro americana, quella che ti fa sentire a casa e che ti mostra tutto, in maniera chiara e logica. Quella che ti fa comprare anche l'elenco del telefono, se uno prima non prende due pasticche di miorilassanti. Cominciano le danze: ci passo davanti due volte e alla fine cedo. Tiro su un "Farsi un'idea" del Mulino. Sono libriccini stupendi, mi ricordano i mitologici Que sais-je, peccato siano tutti scritti da professoroni universitari, sennò uno cercherei di farlo anche io. Tocca a Il volontariato di Costanzo Ranci. Tutto sul terzo settore in 120 pagine e 8,80 euro. Un affarone.

Passiamo oltre. Sempre Mulino, sempre libriccini sottili, solo che la collana questa volta è "Contemporanea". E' «la Repubblica» Un'idea dell'Italia (1976-2006) di Angelo Agostini. L'epopea del giornale di via Po' fondato da Scalfari che, dopo Il Giorno di Mattei è la più grande novità italiana etc. etc. Insomma, sono 11 euro, formato un po' più alto e più morbido, 170 paginette. Io lo tiro su. Montanelli si sente già più a suo agio. Si fa per dire, eh, ma forse tra colleghi hanno cose da dirsi...

Comunque, da settimane mi ero segnato quest'altro. E' un romanzo, ne parlano bene, la copertina è molto bella. Racconta una storia che dovrebbe intrecciare pezzi di archeologia del presente. Insomma, la collana è quella dei Luoghi d'Autore di Feltrinelli, il formato gustoso, peccato solo che ancora non l'ho neanche aperto. Ma il per me illustre sconosciuto Peter Carey, nato nella terra dei canguri, potrebbe diventare un autore chiave, con il suo Manga, fast food & samurai. Immagine di ragazzina tratta da un manga giapponese in copertina e sottotitolo intrigante: Un Giappone tutto sbagliato. Vedremo più avanti, dopo il consueto colpo di reni. Per la cronaca, c'era lo sconto anche sui 10 euro di questo, peraltro non troppo robusto: 120 pagine di formato ampio ma senza brossura.

Andiamo avanti, la carta di credito è distratta probabilmente dalla feroce lite tra Montanelli e mezza Einaudi. Decido di correre in suo soccorso e lanciargli un BUR d'annata. Uno di quei debiti intellettuali che nelle serate di buona società devi annuire distrattamente con aria anche un po' annoiata quando viene citato perché non sta bene non averlo letto.

Per adesso, se non altro il libro l'ho comprato, per la lettura materiale del tomo mi preoccuperò più avanti: George Perec, La vita istruzioni per l'uso. Per dire: fossero tutti così; ottimo rapporto peso-potenza. 570 pagine per soli 9,20 euro. Temo solo il fattore leggibilità. Il mucchio compresso tra avambraccio e costato s'ingrossa. Come al supermercato, mi ostino a non prendere mai un cestino, chessò, un carrello. Il peso sta cominciando ad essere fastidioso.

C'è spazio per un altro colpo. Rinuncio al passaggio in cabrata nella zona fantascienza. Non mi stancherò mai di ripeterlo, ma in Italia è successa una cosa brutta. La Nord si è buttata verso il fantasy, la Fanucci annaspa e diversifica, Mondadori è diventata monomaniaca e gli altri quasi non ci sono. Fatto sta che io di ArthurCClarke-IsaacAsimov-BruceSterling-WilliamGibson-PhilipKDick e il solito italiano baricchesco, ValerioEvangelisti, ne ho un po' le palle piene. Aridatece la space opera, le file di tomi bassi e larghi della serie Oro della Nord, e soprattutto un po' di varietà. Occhieggio colpevole Harry Turtledove, lo storico, capellone e pure un po' beat che deve aver chiuso il sesto ciclo di romanzi (a casa ne ho sei suoi, impilati con tanto di cofanetto, e prima o poi giuro che...) e passo oltre.

C'è da tirare su un altro di quelli che nella buona società devi fare la faccia quasi scocciata e sospirare, guardando verso l'alto e muovendo la mano verso destra o sinistra con gesti lenti e molli... Non ho manco visto il film (quello un giorno lo scarico, giuro), ma il libro prima o poi mi tocca. Insomma, 7,80 euro per Guanda che pubblica l'economica ("le fenici tascabili", che un po' ti incutono anche timore perché hai paura ti prenda fuoco il paltò) di Alta Fedeltà, Nick Hornby. Io giuro lo leggerò, lo metto nella pigna a scorrimento rapido, quella accatastata accanto al letto. O forse in quella a intensità media, in bagno, mescolata ai Vanity Fair e gli IoDonna. Giuro, non nell'armadio. E neanche sugli scaffali nell'ingresso: il cimitero degli elefanti.

Manca solo un ultimissimo colpo: solo questo e poi esco, promesso! La commessa verso la quale torno deve essere pagata a cottimo, perché sorride invitante.

Mentre comincio a gesticolare, cercando di apparire serio e al tempo stesso irriverente, impegnato e sopratuttto distratto - perché un po' di tono uno se lo deve dare, soprattutto quando ti sta svuotando i fondi di magazzino - la giovane co-co-pro dell'industria culturale convenzionale occhieggia le coste dei libri che cingo sotto il braccio, individua qualche nome e il sorriso le si incrina. Sparo la bomba di profondità: Jaime D'Alessadro, Play 2.0. "Sa, è un libro di cultura sul mondo dei videogiochi, una roba molto di confine, scritto da quel giornalista di Repubblica bravissimo [è pure un mio amico!], abbia pietà: ce l'avete? E' in sconto?". Non è in sconto, ma lo tiro su lo stesso. 13 euro dati alla RCS, 250 pagine circa, in copertina il narcisismo supremo: l'Avatar di Jaime. Montanelli d'improvviso tace. E pure Sedaris. La bomba di profondità ha colpito, la commessa si allontana camminando all'indietro, evidentemente timorosa di offrirmi l'indifesa schiena.

Ecco, se riguardo adesso lo scontrino, ho finito. Ci sono tutti. Consueta gag con la cassiera ("Con i punti come sto messo? C'è già lo sconto? Se aspetto lo sconto è maggiore?") e poi via, verso l'uscita. La carta di credito è ancora anestetizzata nel portafogli; tremerà un po' al risveglio. Ma dopotutto, 82,46 euro si spendono per fare un pieno di benzina, no? E al prossimo giro ho pure 30 euro di sconto...

Ricorrenze

NON PER DIRE, ma trent'anni fa - oggi - veniva fondata Apple. Nel mio piccolo, ho contribuito anche io al mare di festeggiamenti della pubblicistica contemporanea... Con il modo sobrio che mi distingue!

(Già m'immagino il capo lunedì...)

Alle 15, invece, faccio visita a 2024, la trasmissione radiofonica di Enrico Pagliarini (su Radio24) e si parla ovviamente della ricorrenza. In quel caso, invece, noterete un tono più sobrio... Da qualche parte nel sito della radio ci sono anche gli streaming, gli archivi, l'mp3 globale della giornata e persino i podcast. I ragazzi, per non saper né leggere né scrivere, hanno abbondato...

Vie di mezzo

STANOTTE E' MORTO il gatto che avevamo da anni. Mi ha telefonato poco fa mia madre da Firenze e per dirmelo e mi sento triste e strano. Non è come quando viene a mancare una persona cara, ma neanche come quando perdi una cosa a cui tieni.

Era una gatta, per la precisione: nera, scorbutica e anche un po' nevrotica. Come noi, del resto. Non aveva neanche un nome, si chiamava semplicemente Micia. E' morta nel sonno, all'improvviso, ai piedi del letto dei miei. Sono perplesso, perché non avevo mai vissuto un dolore che è una via di mezzo. Ma scopro che è sempre dolore.