28.5.07

Relazioni non fatali

C'E' QUESTO LIBRO, da poco uscito negli Stati Uniti, che mi sembra interessante. Ne parla anche il San Francisco Chronicle e dice qualcosa che noialtri, tra uno scontro moscovita con Vladimir Luxuria e i Radicali e l'altro, non diciamo mai.

Il titolo dell'antologia curata da Melissa de la Cruz e Tom Dolby è Girls Who Like Boys Who Like Boys: True Tales of Love, Lust, and Friendship Between Straight Women and Gay Men e racconta di amicizie tra donne eterosessuali e uomini gay.

La cosa interessante, al di là dei 28 saggi autobiografici presentati sulle amicizie stereotipate dai mass-media ma in realtà molto più ricche e complesse da vedere, sta proprio nella capacità di cominciare a mettere a tema argomenti che fuoriescono dallo stretto percorso del senso comune. Quello che conosciamo lo impariamo non solo all'asilo (per parafrasare un vecchio classico) ma anche giorno per giorno dalle nostre (poche) esperienze quotidiane e dai mass-media e oggi dai nuovi media diffusi. Dal Broadcasting e dal Rootcasting delle informazioni. Ok, fin qui non ci piove. Il problema è che la rappresentazione della cultura gay e lesbica è quantomeno stereotipata, costretta in un abito a dir poco preconfezionato e i cui sarti e sartine del pret-a-porter sono spesso e volentieri anche gli esponenti di punta della medesima cultura.

Nata convenzionalmente con il processo ad Oscar Wilde il 26 aprile del 1895, la cultura in questione soffre di un dimensionamento coatto nelle forme e nei modi di una rappresentazione a dir poco, anch'essa, coatta. Non è questione del politicamente corretto, perché anzi, soprattutto per via della spinta proveniente dagli Stati Uniti, il politicamente corretto la fa da padrone nella maggioranza dei casi. E' questione invece di ricchezza e varietà. Proprio adesso che si comincia a discutere obtorto collo anche dalle nostre parti circa le necessità, i diritti e le aspettative delle persone con un orientamento sessuale differente da quello "istituzionale", si scopre tristemente che le curiosità e il desiderio di conoscenza o di auto-coscienza vengono decisamente frustrati. Mancano storie, racconti, esperienze, informazioni "non scientifiche" (perché poi, diciamocelo, di questo si ciba la nostra società) che raccontino ad esempio come funziona essere una coppia gay e genitori allo stesso tempo, oppure quando si rompe una coppia lesbica, insomma cosa succede fuori dal seminato dei luoghi comuni. La domanda è: chi ce le racconta tutte queste cose? La televisione? Scherzate?

27.5.07

La dose settimanale di Doonesbury è (rinviata) arrivata...

IL NOSTRO BUON vecchio Gary B. Trudeau, come ogni domenica ha preparato la sua tavola, ma difficoltà tecniche rendono impossibile la pubblicazione... Aggiorneremo a breve, non appena sarà possibile pubblicarla.

AGGIORNAMENTO: eccolo qui, più triste che mai... Per leggere i nomi dei caduti americani in Iraq, cliccate sull'immagine che si ingrandisce.

Happy Birthday, Golden Gate

IL GOLDEN GATE, il "cancello d'oro" (protagonista anche di una delle città invisibili di Italo Calvino) è lo stretto che connette la baia di San Francisco all'Oceano Pacifico. E' anche il ponte che collega la penisola di San Francisco a Sausalito. E' stato scavato milioni di anni fa dal fiume Sacramento e dal San Joaquin attraverso la roccia, incidendola in profondità: durante l'era glaciale il livello delle acque era molto più basso e il fondale dello stretto era un serpeggiante fiume.

Per due secoli lo stretto, traversato da rapide correnti d'aria e con un clima nebbioso e instabile (fa da cancello letteralmente sia alla baia che alla successiva Central Valley), è stato clamorosamente "mancato" da vari esploratori: né Juan Rodriguez Cabrillo né Francis Drake, alla ricerca disperata del passaggio a nordovest, lo videro. Nemmeno decine di galeoni spagnoli che costeggiavano quel tratto della California lo individuarono mai nel Cinquecento e nel Seicento. Ci volle José Francisco Ortega per trovarlo, oltretutto via terra mentre risaliva da sud la penisola di San Francisco. E Juan de Ayala fu il primo a traversarlo via mare. Il nome, alla fine, arrivò da John C. Frémont, che prima ancora della corsa all'oro (che ruotò intorno a San Francisco a partire dal 1848-49) lo chiamò Chrysopylae, cioè cancello d'oro in greco, per la stessa ragione per la quale la baia di Bisanzio è chiamata Chrysoceras o Corno d'Oro.

Tra parentesi, si chiamava "Cancello d'oro" o Porta Aurea anche la maggiore tra le 55 porte che permettevano di entrare a Costantinopoli e c'è poi una "Porta d'oro" anche a Gerusalemme, a Kiev (che chiama così pure una stazione della metropolitana), a Vladimir come torre vicino ad una delle porte principali della città e a Danzica, senza contare il Golden Gate Hotel e Casino a Las Vegas o la cittadina omonima della Florida.

Il San Francisco Chronicle ha deciso di pubblicare le foto della costruzione del rosso ponte tra i più famosi al mondo, realizzato dal prolifico ingegnere-pontiere Joseph Strauss (ne ha realizzati più di 400) con apertura il 27 maggio 1937, cioè esattamente 70 anni fa.

Venne realizzato durante gli anni della Grande Depressione per favorire la ripartenza economica in ossequio alle teorie macroeconomiche di John Maynard Keynes. Erano gli anni in cui gli hobos vagavano per le campagne segnando coi gessetti le porte di chi avrebbe dato ospitalità ad altre vittime della sventura del crollo del '29 o chi invece li avrebbe presi a pallettoni. E' costato 36,7 milioni di dollari dell'epoca e l'ultimo bond emesso per finanziarlo è stato ritirato nel 1971. Il primo bond venne invece comprato su ordine del suo fondatore Giannini da Bank of America (sino a pochi anni prima, Bank of Italy) che ebbe un ruolo chiave nella ricostruzione di San Francisco dopo il terremoto del 1906 e che fece da mallevadore alla realizzazione anche del ponte rosso. Il sindaco dell'epoca, che tagliò il nastro inaugurale, era Angelo Rossi.

Partendo da qui, le foto. Vale la pena dargli un'occhiata.

25.5.07

Statistiche

MASSIMO HA PERFETTAMENTE ragione. Aggiungo come commento a questo video di Good Magazine: se la statistica l'avessero insegnata così, non avrei mai tolto l'esame all'università...

20.5.07

Marketing dal basso

GMAIL, GOOGLE, YOUTUBE, è tutto un magna-magna...



Con una estetica in blue-jeans, comunicazione stra-ultra politicamente corretta e basata su alcune intuizioni dal basso niente male... Degno di un blog

Doonesbury domenicale

QUELLO DI Gary B. Trudeau

19.5.07

Il piacere di un BarCamp sotto casa...

DUNQUE, RAPIDO AGGIORNAMENTO su InCamp, il BarCamp fiorentino nell'ambito della kermesse ambientalista-eco-sostenibile (c'era un tizio che diceva al telefono: "che bello, ha ancora quel sapore di cosa genuina...") alla Fortezza da Basso. Intanto, panico, perché avevano cambiato sala senza dirmi niente (sono stato un'oretta appeso come un pollo ad aspettare). Poi: BarCamp. Cosa dire? Lascio la parola qui a una vecchia amica virtuale finalmente conosciuta dal vivo (e pensare che abitiamo entrambi a Milano), cioè Delymyth.

Mi sono divertito, ma ancora ho negli occhi un'altra cosa: l'atterraggio a Peretola, l'aeroporto di Firenze. Mamma mia, peggio di Hong Kong! Che impressione...

Comunque, questo è stato il terzo intervento pubblico in tre giorni: niente male come media. Per fortuna domenica ho le tre ore di treno per tornare a Milano durante le quali potrò stare con gli occhi chiusi, senza che nessuno mi debba ascoltare/parlare...

15.5.07

Touch and go

DI PASSAGGIO DA Milano, giusto il tempo di dormire (si fa per dire: al massimo devo essere in piedi domattina alle cinque e adesso ho ancora un tot di lavoro da fare che comunque non finirò).

Bella girata a Vienna, tempo splendido domenica e lunedì, pioggia da tregenda oggi, ma anche Milano non era messa benissimo.

Ho capito, dopo anni, una cosa: perché mi da noia la prima virata subito dopo il decollo, quella per uscire dalla perpendicolare della pista mentre l'aereo è ancora bello inclinato che si sta arrampicando verso le nuvole. Fondamentalmente, ed era semplice, è perché soffro di vertigini. Sempre sofferto: dalla finestra, dalla scala, dalla barca (non riesco a percepire il mare o il lago come un liquido-solido, lo percepisco come uno strapiombo pieno di roba densa ma sostanzialmente inadatta a offrire adeguata resistenza). C'è voluto un Embraer Erj-145, praticamente una motoretta dei cieli, e una compagna di viaggio di rientro nevrotica quanto se non più di me (quindi simpaticissima, secondo i miei standard) per farmi fare un po' di terapia in loco. Oltretutto, maggiore la stanchezza/tensione, maggiore l'effetto di vertigine. Bello.

Bella anche la parte che potremmo definire di "esperienza lavorativa": l'idea di lavorare non sulla cronaca ma su un profilo di più ampio respiro mi ha divertito molto e dato voglia di guardare con occhi nuovi una cosa altrimenti nota e routinaria.

Ho anche un bel carico di cosine da fare, tanto per cambiare, con redazioni diverse del Sole. Quanto basta perché tutti pensino che sono pigro e non faccio rapidamente e bene niente (dato che tra loro non sanno che faccio anche per gli altri: non è un segreto ma semplicemente mancanza di coordinamento). Bello.

Stranamente non ho sonno. Domattina schizzo a Valencia e da lì, venerdì, a Firenze. Ho mangiato una cosa dal cinese sotto casa - pieno di bambini rompiscatole che continuavano a saltarmi praticamente addosso - e adesso mi faccio compagnia entrando in fase creativa-lavorativa. Bello.

Sono anche curioso: quante cose mi dimenticherò da qui a domattina? Boh. Ma bello anche questo...

13.5.07

Domenica viennese

MA PUR SEMPRE domenica, quindi: Doonesbury di Gary B. Trudeau. Se cliccate, s'ingrandisce..

In meno di una settimana tre città e un barCamp...

OGGI PARTO PER Vienna, torno martedì e mercoledì vado a Valencia dalla quale torno venerdì all'ora di pranzo. Devo lavorare non poco anche con Milano, ma in compenso sabato mi catapulto a Firenze perché partecipo al barCamp (a me questa cosa che adesso tutti mettono le maiuscole a metà delle parole mi sta cominciando a far innervosire, però...) intitolato inCamp.

L'argomento che porterò come contributo a Firenze è: lo sviluppo sostenibile è comunicabile?. Ovvero, il problema della mia professione e più in generale di quelle della comunicazione rispetto al tema importante dello sviluppo sostenibile. Non è che sono un esperto di sviluppo sostenibile (non sono un esperto di niente, credo), ma il Giovane Autore che vive in me aveva scritto un libro sulle professioni della comunicazione e mi piace l'idea di incrociare questo tema con quello della sostenibilità. Magari ne viene fuori qualcosa di interessante.

Il barCamp inizia alle 11 di mattina di sabato prossimo e finisce alle quattro del pomeriggio, con altri interventi (Stefano Vitta e Cristiano Lucchi, per adesso) e chiacchierate varie. Se volete fare un salto, penso proprio che siate i benvenuti. Se volete lasciare riflessioni, idee e commenti sul tema di cui andrò a parlare là, qui lo potete fare.

Insomma: qualcosa deve cambiare e forse anche le "nonconferenze" possono servire, no?

Ah, è anche il mio primo barCamp, quindi sono pure un po' emozionato...

11.5.07

Possibili interruzioni del servizio

CAUSA URGENTE STORMO di carpiati in avanti e all'indietro, i programmi del Posto di Antonio Show potrebbero procedere a sighiozzo. In ogni caso, non perdete la fede, la speranza e - già che ci siete - anche la carità. Oltretutto, di cose da dire ce ne sarebbero a bizzeffe! Il Giovane Autore, tanto per dirne una, sta tornando in pista a forte richiesta... E pure di gran carriera, visto che è previsto che debba già saltare a destra e a manca come un indemoniato!

(Post criptico ad uso e consumo dei fan hard-core di questo Posto. Gli altri che non capiscono possono sollevare il problema nei commenti: troverete un'anima buona che vi spiega tutto con rapida sintesi. Vero?)

10.5.07

Aspettando l'iPhone...

SOSTITUITO IL BLACKBERRY 8100 Pearl (che si era fulminato la pallina, per così dire) con il BlackBerry 8300 Curve. Che ne penso? Intanto guardatevi Katie e Alex cosa ne pensano, poi tra un po' ve lo dico anche io...



(Il titolo del post poteva anche essere qualcosa come "Bentornati nella CrackBerry Land", ma ho preferito nominare il telefono di Apple ,che uscità tra qualche mese, tanto per chiamare più navigatori casuali attraverso Google che altro...)

8.5.07

Uelà, guarda chi si rivede: il vecchio Yochai...

L'UOMO CHE HA fatto della pesantezza giuridica un paradigma per la rete, cioè il mitico Yochai Benkler, arriva a Milano a presentare il suo tomo (in via di traduzione nella nostra lingua) sobriamente intitolato La ricchezza delle reti.


Nonostante la pesantezza sia già quella di un classico, il suo pensiero è un mattone importante nell'edificio del futuro digitale. Io, giovane pesce-pilota, lo intervistai anno fa, come d'abitudine rispetto ai vari Franco Carlini che sulle cose ci arrivano poi, tramite le case editrici (le quali, a ben vedere, chissà come ci sono arrivate...) Qui il testo che uscì su Nova24 e qui la parte "inedita" solo per la rete. (Grazie a Luca Dello Iacovo).


(via Manteblog)

Il diabolico piano della Signora M. - Occhio, perché è un po' lungo, ma dicono ne valga la pena...

A MODEST PROPOSAL. Facciamo un esercizio di fanta-politica. Analizziamo il mondo con la lente del paradosso. Immaginiamo la Grande Congiura, proprio qui nella megalopoli dei gasteropodi biantenna.

Perché c'è un piano diabolico, sappiatelo. Un piano che ha come protagonista la Signora M, quella gasteropoda in tailleur alla quale è stata data in amministrazione la società per azioni che possiede il cento per cento della megalopoli.

Qual è questo piano? Seguitemi nel ragionamento, è meno difficile di quel che sembra. E non pensiate che sia frutto dell'ira - peraltro, giustificatissima - provocata dalla iniqua sanzione che quest'oggi lo sgherro d turno - identificato solo da un numero - ha inflitto a tradimento alla mia cavalcatura meccanica mentre riposava come di consueto da un anno sullo slargo di marciapiede davanti a casa mia. Sono 74 dobloni che andranno a pagare qualche vizio segreto e inconfessabile di mandarini andati a male dentro il palazzo cittadino. Bontà loro. E' vieppiù la dimostrazione della teoria che adesso vi vado ad esplicare.

Eccola qui: c'è in un'altra galassia lontana lontana una megalopoli aliena, quella in cui abito, popolata da gasteropodi senzienti con due antenne. Essi sono numerosi e ben pasciuti, figli di una cultura millenaria. Stanno lentamente marcendo dal di dentro, lasciando il posto nella storia ad altri gasteropodi con tre o quattro antenne, ma tutto sommato non se ne curano più di tanto. Il motivo per il quale si riempiono di ridicolo quest'oggi non ci interessa. Quello che dobbiamo notare è che da tempo altri gasteropodi di foggia diversa, appartenenti a culture diverse - talune ancor più antiche ma potentemente decadute, altre violente e altre ancora semplicemente strane o aliene - stanno invadendo più o meno pacificamente la megalopoli e il resto dello Stivale. La cosa non passa inosservata e crea anche un certo allarme tra i gasteropodi biantenna benpensanti, debitamente alimentato da quelli che invece pensano male e solo ai loro interessi.

Un giorno il Consiglio Segreto dei Vecchi Gasteropodi a due antenne, pieni di dobloni che la metà basterebbero per sfamare intere legioni di gasteropodi più sfigati, decide di aumentare la rendita con una brillante azione. Decidono così, questi vecchi buontemponi, di iniziare a buttare giù un po' di alveari e altri immondezzai dove rantolano alcuni dei gasteropodi più sfigati, peraltro finiti lì più che per propria ottusità grazie alla cattiva volontà e all'egoismo dei suddetti gasteropodi pieni di dobloni. Vogliono, questi ultimi, "riqualificare" e dare il via ad un virtuoso movimento di rinascita? Magari. Vogliono solamente, come loro storico costume, lucrare i dobloni che gli scarafaggi-ruspa richiedono per essere mobilitati. Quando si comincia a muovere la palta, recita un vecchio proverbio dei gasteropodi biantenna, sotto c'è biada per tutti. E per il casino che segue, conclude il vecchio proverbio, se ne preoccuperà più avanti qualcun altro, quando la nuvola di palta-spray si sarà dileguata.

Insomma, il Consiglio dei Vecchi Gasteropodi decide di riqualificare e far spendere un sacco di dobloni agli azionisti di minoranza (che però sono i più numerosi) della megalopoli. Il trucco ovviamente c'è e non ci vuole molto a vederlo: riqualificare non serve a una ramazza marina. Ma tant'è. I lavori procedono a gonfie vele: gli appalti vengono assegnati, le ditte e le sub-ditte individuate, il flusso di dobloni comincia a gonfiarsi e a scorrere timidamente e poi via via sempre più rigoglioso. Questa è la situazione fino a ieri sera verso le nove e mezza. Poi, cosa succede?

Per spiegarvelo, gentili lettori, bisogna calarsi un po' nel contesto. Apprendere la geografia degli indigeni. Cioè, dei gasteropodi della megalopoli. Tra la Zona A, chiamiamola così, in cui si concentra la metà degli sforzi dei gasteropodi più avidi, e la Zona C in cui si concentra l'altra metà, c'è la Zona B. La Zona B è stata via via colonizzata da un'antica civiltà di gasteropodi mono-antenna. Facilmente riconoscibili, figli di una cultura antichissima, strani, praticamente impossibilitati a comunicare con gli altri gasteropodi biantenna, hanno costruito uno strano habitat. Esso comprende una parte di gasteropodi biantenna o troppo sfigati per trasferirsi col loro guscio e i molluschi secchi accumulati in una vita di fatica, oppure giovani e desiderosi di partecipare alla tranquilla e colorata vita della Zona B. Dove, peraltro, i gasteropodi monoantenna conducono un fiorente e un po' fastidioso traffico di ricci di mare. Ne prendono e ne portano a centinaia, chiusi dentro un doppio guscio di piccoli molluschi inoffensivi.

Tutto lo Stivale se ne approvvigiona qui, ed in effetti alle volte più che nella buona vecchia Zona B pare di vivere al mercato dei frutti di mare. Ma tant'è, non fanno male a nessuno, non si abbeverano ai papaveri marini, non vanno in giro a tirare pizzicotti alle gasteropode di passaggio. Si fanno i fatti loro, magari in maniera un po' discutibile ma praticamente inoffensiva. Anche se, a dire il vero, se ne raccontano tanto sul loro conto che sarebbe lunga riassumerle tutte qui. Si sa, un'antenna o due di differenza possono scatenare il pregiudizio anche se poi, alla fine, sono tutti gasteropodi.

Comunque, se mi avete seguito sino a qui, adesso viene il bello. Infatti, la Signora M, la gasteropoda in tailleur che ha venduto l'anima per un posto di presidente del Consiglio di Amministrazione (e si prepara nel medio-lungo periodo a ritornare in veste da salvatrice della Patria Gasteropoda dopo l'esperienza nella filiale della megalopoli, non appena i vecchi e cattivi gasteropodi del Consiglio Segreto saranno tornati alla Grande Conchiglia; peraltro proprio come l'altro gasteropodo smilzo sta facendo dopo anni passati lontani dallo stagno principale a guidare l'altra megalopoli dei gasteropodi biantenna) proprio la Signora M ha in mente un piano geniale. Perché vedete, se i dobloni nella Zona A sono tanti e quelli nella Zona C sono ancora di più. E se la Zona B sta proprio nel mezzo, abitata da tutti quegli stupidi gasteropodi monoantenna che oltretutto rompono anche le squame ai soliti gasteropodi biantenna benpensanti, allora esiste la possibilità di cogliere due topi muschiati con un solo colpo di cannone.

Il singolo colpo di cannone prevede infatti che 1) si scateni una campagna contro i gasteropodi monoantenna come non ce n'è memoria neanche tra i più vecchi dei balenotteri; 2) li si scacci e si proceda al posto loro con l'edificazione della terza sezione del Grande Progetto di Riqualificazione. La Speculazione Edilizia Gasteropoda Più Straordinaria Del Secolo. Una cosa che al Gran Consiglio, al Piccolo Consiglio e al Consiglio Segreto gli viene da piangere solo a pensarci. Tutta perfetta, meravigliosamente orchestrata, studiata nei minimi dettagli, con le migliori menti del marketing al lavoro. Uno straordinario progetto di trasformazione che cambi tutto per non cambiare niente. Rendendo solo i vecchi e ricchi gasteropodi biantenna avvizziti ancora più ricchi e gli altri... beh, chi se ne frega degli altri.

Per questo orde di cavallucci marini e di sgherri vengono inviati giorno dopo giorno a pungere li ventre molle della Zona B. Quelli che fino a ieri arrivavano pacioccosi a riscuotere qualche doblone sottobanco per lasciar fluire sereno il commercio dei ricci di mare dei gasteropodi monoantenna, adesso arrivano in forze, arrabbiati, a chiedere dobloni e dobloni di multa per qualsiasi infrazione. E poi i controlli. E poi i check-up. E poi ancora le multe. E i gasteropodi monoantenna che sono figli di un'antichissima e decaduta civiltà ma mica sono fessi che un bel giorno si arrabbiano pure e si viene alle mani. Ma è tutta pubblicità negativa con la maggioranza scureggiona dei gasteropodi benpensanti. Insomma, un casino.

C'è solo lei, la Signora M, che si compiace. Il suo piano prosegue a meraviglia. La Speculazione Totale cresce e si sviluppa. L'avvenire pulsa radioso come una valva al tramonto. I dobloni fluiscono potenti. Neanche uno entra nelle sue tasche, perché a lei quello non interessa. Lei è superiore a queste cose: ne avrebbe già abbastanza per meriti acquisiti da farcisi seppellire dentro. No, lei vuole un altro tipo di dobloni. Un tipo immateriale, di quelli che il Vecchio Gasteropode Saggio chiamava "pagnotte del demonio marino". Quelle che solo i baffi artificiali indossati da tutti i Presidenti del Consiglio di Amministrazione, insieme alle barbe finte, agli occhiali di plastica con i vetri affumicati, il naso finto rosso-pomodoro di mare e il vestito a pois scagazzato dai gabbiani portano. I segni del Grande Onore. Che la Signora M, appartenente per elezione al culto della Vacca di Mare, si fregia di esibire ogni volta che mette a letto i suoi piccoli gasteropodini o quando si mostra agghindata al pubblico plaudente.

Ecco, questo è il piano. E nessuno lo potrà fermare. Nemmeno l'ironia, di cui storicamente i gasteropodi biantenna sono privi. Essi infatti non sanno sorridere e non riconoscerebbero un luccio da un corallo. Ma quei pochi che ci riescono, la speranza di un'intera generazione. Beh, loro generalmente fanno un master alla Scuola di Business Sottomarino e vanno a lavorare come assistenti del Gran Consiglio di Amministrazione. Oppure urlano da soli, in un campo di indivia e spaghetti, mentre la forchetta divina li impala. Nel silenzio ignavo e complice di tutto lo stagno.

7.5.07

Amore perfetto

OK, LO AMMETTO: non ne ho letto neanche uno. Però, questo è il primo passo che l'intelligenza collettiva della rete sta facendo per costruire l'idea del libro perfetto per l'amore perfetto. Primo passo: la lista. Eccola qui sotto, ripresa dai commenti al precedente post.

Diario di un dolore di C.S. Lewis (by Anonimo)

Love Story di Eric Segal (by Cyberia)

Amore perfetto, relazioni imperfette di John Welwood (by Anonimo)

Tutto sull'amore di Bell Hooks (by Anonimo)

La sirenetta di Hans Christian Andersen (by Riccardo Campaci)

Ti amerò per sempre di Piero Angela (by Riccardo Campaci)

La versione di Barney di Mordecai Richler (by Paola)

I ponti di Madison County di Robert James Waller (by Anonimo)

Figli e amanti di David H. Lawrence (by Anonimo)

Il medico di corte di Për Olov Enquist (by Ubu)

Step numero due: aggiungiamo se manca qualcosa e soprattutto lavoriamo sui giudizi di valore. Non mi vergogno a dire che io di questi libri non ne ho letto neanche uno (e manco ho visto i film tratti da alcuni...). Sono ignorante: mi illuminate? Grazie!

6.5.07

Sunday comics

E' DOMENICA, E' il momento di Doonesbury di Gary B. Trudeau.

4.5.07

Bon voyage, Gilmore Girls

HANNO NEGOZIATO PER settimane, l'obiettivo era di fare altri 13 episodi, la nuova stagione dello show iniziato nel 2000. Invece, niente.

Un altro piccolo classico della televisione, cioè Gilmore Girls, se ne va. Il nostro Una mamma per amica è uno dei più "umili" ma vitali e forti tra i telefilm degli ultimi anni. Ha segnato non tanto le mode quanto il costume, raccontando quella che alla fine è una complessa storia d'amore e familiare in un mondo disfunzionale tanto quanto il nostro, quello in cui viviamo noi.

Dopo aver sconfitto persino Buffy l'ammazzavampiri negli ascolti della tv degli Stati Uniti, Gilmore Girls è stato preso in giro più volte ma ha creato un suo fandom "debole", a tinte tenui, che gira attorno alla capacità di raccontare storie di donne che crescono (madre e figlia, ma anche la temibile nonna) e cambiano. Da segnalare la qualità della scrittura dei dialoghi e la musica (di due generazioni, madre e figlia) che fa da colonna sonora al telefilm.

Le due protagoniste, le attrici Lauren Graham (nella foto, come Lorelai Gilmore) e Alexis Bledel (come Rory Gilmore), hanno comunque lasciato un segno.



Arrivederci, ragazze.

Nora Ephron



SE UNO CERCA su Google il suo nome, vengono fuori 798 mila risultati. Insomma, Nora Ephron è conosciuta: giornalista, sceneggiatrice e regista, scrittrice, persino blogger. Prima che ci fosse Sex and the City, c'è stato When Harry Met Sally (da noi Harry ti presento Sally), il film di Rob Reiner con Meg Ryan e Billy Christal.

Adesso, a quasi vent'anni di distanza e con fin troppa acqua sotto i ponti, ecco che arriva in Italia per la prima volta un suo libro (edito da Feltrinelli, a 10 euro), intitolato Il collo mi fa impazzire (in originale: I Feel Bad About My Neck: And Other Thoughts on Being a Woman). Bello, si legge tutto d'un fiato. E non è per niente banale.

Inizia come una raccolta di brevi articoli un po' disincantati sulla terza età per le donne (la Ephron è del 1941), ma poi fa una rapida virata: attraverso le lenti dei ricordi di Nora Ephron si passa a vedere una fotografia veloce e incisiva di una stagione e soprattutto di una generazione.

A me è piaciuto non poco: leggero e capace di farti pensare. Dentro ci sono i posti (New York e soprattutto il condominio in cui la Ephron ha abitato per dieci anni), i matrimoni chiusi (tre mariti, mai citati per nome ma il secondo è il giornalista Carl Bernstein, che la lasciò per la moglie dell'ambasciatore britannico a Washington), figli nati, amiche che muoiono, vecchi consigli della madre e uno straordinario racconto dell'importanza della cucina, dei libri di cucina e del modo con il quale si possono raccontare le stagioni della vita attraverso gli eroi dei fornelli e i loro libri di ricette.

Alla fine, la Ephron ci racconta in modo implicito che è lei la madre spirituale di Candace Bushnell, che è dal matrimonio con il Woody Allen di Manhattan ed Annie Hall che nasce il racconto intrecciato di New York e di più di una generazione. Lo spirito e lo stile di un tempo, che Ephron continua a testimoniare nonostante il passare delle stagioni.

3.5.07

Non basta più neanche la business?

RIENTRATO: DELTA MI ha consegnato in ritardo di due ore (un altro guasto al motore del 767, mortacci loro) a Malpensa. E lì il treno Malpensa Express Solo Prima Classe (ma dopo dieci minuti si arriva a Saronno e salgono sopra tutti, pagando 2,30 euro anziché i nostri 11) mi ha consegnato a Cadorna. E lì il taxi, per la modica cifra di 5,70 euro, ha girato intorno al Castello Sorzesco, al parco Sempione, e in sei minuti mi ha consegnato a casa.

Dopo tutto questo girare, con un clima in realtà un po' plumbeo a Milano passati i trenta gradi della Florida e i novemila dell'aeroporto di Atlanta, adesso sono un po' stanchino. Le buone regole prevedono che, dopo aver trangugiato abbondante succo di pomodoro in aereo (facilita l'idratazione), si debba stare svegli e lavoranti per la giornata, andando poi a letto presto stasera. Però io mi sento bello stronco, nonostante il viaggio fosse in business. Che "Strumpallazza, la pallina pazza che rimbalza a destra e a sinistra nel mondo" (così mi chiamano amichevolmente i doganieri di una decina di aeroporti) stia invecchiando e non regga più il passo?


Ah, circa lo sciopero di Alitalia: secondo me dovrebbero sommergerli tutti come le truppe del Faraone furono sommerse dopo che Mosé era passato attraverso il Mar Rosso...

2.5.07

Tempo bello, mi sono coperto. Tutto bene i pupi?

LA COSA DIVERTENTE quando si usa la tastiera americana, viene fuori quando scopri che scrivendo metti un sacco di parole accentate e neanche te ne rendevi conto prima (adesso invece fai i salti mortali per evitarle, oppure devi ricorrere all'apostrofo come succedaneo insoddisfacente).

Appena arrivato e bell'e pronto per ripartire: dopo aver mancato di poco la coincidenza di Atlanta all'andata (motore guasto al 767 di Delta - il mitico flight DL75 -, perdita di carburante, tre ore parcheggiati a Malpensa e ritardo fisiologico all'arrivo dall'altra parte dell'Atlantico), il momento di ripartire da Orlando parrebbe quasi giunto. Tempo di una cena negli studios Universal, un giro domattina presto e poi via, catena invertita con direzione Malpensa.

Anche quest'anno la festa dei lavoratori l'ho passata senza neanche rendermene conto. Ripensandoci, scopro che otto o nove anni fa era il turno della mia prima volta a Milano per questa ricorrenza: lunga camminata attraverso la metropoli lombarda e visita alla tomba di Manzoni, presso il cimitero Monumentale (nella zona in cui poi sarei andato ad abitare).

Adesso, a questo giro, lunghe passeggiate serali sotto l'afa della contea Orange, mentre i parchi divertimento non sembrano poi molto pieni e CSI: Miami pare cromaticamente un po' esagerato. Almeno, Manzoni sta fuori dei piedi...