31.12.05

Sciopero!

QUANDO C'E' UNO sciopero, di solito è una gran rottura di scatole. Soprattutto se riguarda, come ben sappiamo in Italia, i trasporti. Anche all'estero. Solo che li ce ne sono meno, molti meno. Per questo servono a qualcosa, alle volte.

Dopo quello della metropolitana di New York, lungo, tosto e supportato dal fondo istituito dai lavoratori per evitare il fallimento economico degli scioperanti, oggi pomeriggio parte quello della metropolitana di Londra. La città è congestionata di suo, lo sciopero la paralizza sino al pomeriggio di domani, quando ci dovrebbe essere la Parata per l'anno nuovo. In sostanza, tra veglione, feste di piazza per sentire i rintocchi del Big Ben e parata, sarà una rottura di scatole mostruosa per chi vive o festeggia lì.

Che bastardi, questi scioperanti, vero? Peccato che lo scopo dello sciopero, di cui da noi si abusa e si inventano forme fantasiose come lo sciopero bianco e i divieti per categoria o le giornate protette (o addirittura lo sciopero con lo stipendio garantito), abbia proprio questo scopo. Rompere le scatole. E' una negoziazione estrema tra chi ha i soldi e chi ha le braccia. Da una parte non vogliono dare i soldi? Dall'altra non si daranno le braccia. Ricordiamocelo, la prossima volta che c'è uno sciopero, facendoci due domande: è uno sciopero necessario? E' uno sciopero che fa male?

Se entrambe le risposte sono positive, allora va bene, perché come dice Dan Kirkby, uno degli organizzatori dello sciopero della metropolitana di Londra: "We've had to try and put maximum pressure on London Underground to concentrate their minds. And if New Year's Eve won't concentrate their minds we're going to have to look in the New Year to stepping up the action."

Lo sciopero è un diritto, deve creare disagi e non bisogna abusarne. Facile, no?

Eccoci, ci risiamo, è di nuovo il 31 dicembre...

INTANTO, BUON COMPLEANNO a me. Vorrei poi farvi sapere che con la fine di quest'anno ho stabilito un piccolo record personale. A questo giro, infatti, sono passati due mesi e mezzo da quando ho acceso per l'ultima volta la televisione. Insomma, sono dieci settimane che non accendo la tv. Guardo le cose in rete, sul computer, la radio, la musica, tutto quello che volete, ma non accendo la tv da dieci settimane. E cercheremo di doppiare questo numero.

Perché? Beh, ogni tanto si fanno le pulizie, no? Igiene mentale, forse. Chiamiamola come vogliamo, insomma. Ma io con la tv spenta ho scoperto una cosa incredibile: ho due ore in più al giorno. E, sapete cosa? Io quelle due ore dormo. Sto benissimo!

Ah, come al solito: auguri di buon anno, di cuore.

30.12.05

Dai retta a babbo, bischero

ALLA FINE, PIACE dirlo, avevo ragione io. L'autorevolissimo (e praticamente definitivo) settimanale statunitense Time ha indicato tra le altre cose i migliori telefilm del 2005. Indovinate il primo? Battlestar Galactica. Motivazione?

Most of you probably think this entry has got to be a joke. The rest of you have actually watched the show. Adapted from a cheesy '70s Star Wars clone of the same name, Galactica (returning in January) is a ripping sci-fi allegory of the war on terror, complete with religious fundamentalists (here, genocidal robots called Cylons), sleeper cells, civil-liberties crackdowns and even a prisoner-torture scandal.

A me era piaciuto tanto. Qui il resto della lista (ma si sa che arrivare secondi oppure ultimi praticamente è la stessa cosa...). Tra l'altro, intanto che siamo in pausa tra la prima e la seconda metà della stagione, sull'iTunes Music Store sezione video Usa di Apple hanno messo uno speciale di mezz'ora dedicato alla serie. Gratis.

Ah, e poi in questi giorni la Bbc ha appena trasmesso l'episodio speciale di un'ora di un altro significativo pezzo di storia contemporanea della televisione: il nuovo Doctor Who...

29.12.05

Caro Babbo Natale

QUEST'ANNO HAI portato - come sempre - dei doni graditi: un golfino di cachemire che serve sempre ("è sottile e va anche sotto le giacche"), una camicia azzurra ("adesso che lavori anche alla Rai, oltre che per Il Sole 24 Ore e il Corriere della Sera, vorrai mica andare vestito ancora come uno studentello? Adesso sei a progetto, ragazzo, mica scherzi!") una cuffia per la notte ("così ti proteggi la pelata e ti tieni al caldo i seni nasali, che poi sennò ti viene la sinusite") e tanto affetto da tutti i familiari a me tanto cari.

Nel contempo, per integrare la razione di "instant gratification" che le festività pagane del Natale vogliono tradizionalmente dare a tutti i bravi consumatori, oltre a Fastweb ho pensato di sperimentare il noleggio sponsorizzato da Trenitalia di una Smart a ben 27 euro (curiosamente, 28,60 al momento del pagamento, ma sono quisquilie). Non poca cosa per chi, come me, ha scelto di non avere la macchina. E vorrei anche pubblicamente ringraziare le tre importanti aziende di cui sopra per avermi aiutato fermamente a non comprarla, evitandomi la tentazione di una busta paga che avrei probabilmente convertito in vizioso finanziamento e lascivo accumulo previdenziale per gli anni della vecchiaia. Comunque, caro Babbo Natale, non è per questo che ti scrivo.

Il fatto è, invece, che quella carognetta di tuo cognato, il Grande Zot, non appena ha visto che mi stavo noleggiando questa benedetta Smart per 48-ore-48 di "solitaria libidine", ha provocato una tormenta di neve epocale che ha investito tutto il nord e centro Italia. Sono certo che abbia punito quasi 35 milioni di italiani solo per colpire me (chi potrebbe affermare il contrario?), tuttavia l'esperimento del potente cognato non mi ha demoralizzato. Siamo fatti di ben altra tempra, noialtri giovanotti di provincia. Così, oggi ho pensato: bella l'idea del noleggio promozionale se prendi l'Eurostar. Chissà se funziona anche con i biglietti di qualche giorno prima. Ho chiamato il (costoso) numero a disposizione della clientela e ho chiesto. Con voce dispiaciuta la collaboratrice a progetto del call center in outsourcing di Sixt mi ha detto che purtroppo non si può, serve il biglietto fresco di giornata, come l'uovo del contadino. Allora, ci ho pensato trenta secondi e ho richiamato, certo di beccare un'altra collaboratrice a progetto dell'infinito stuolo che popola il palazzone del call center, e ho prenotato lo stesso.

Poi, con un minimo di anticipo, visto che bisogna andare alla Stazione Centrale presso il Club Eurostar (sorta di lounge del Ventennio, improbabile set di qualche film su Galeazzo Ciano con la Svastica sul Sole), mi sono preso cinque minuti per fare un rapido tour lungo uno dei binari dove arrivano gli Eurostar. Miracolo: qualche passeggero aveva mollato addirittura sul marciapiede (non c'è stato bisogno neanche di frugare nei cestini dei rifiuti) un appropriato biglietto. L'ho preso e cinque minuti dopo la collaboratrice a progetto (ex co-co-co) che studia fotografia ed ha appena compiuto diciott'anni mi ha accompagnato al noleggio: biglietto e prenotazione telefonica c'erano, lo stagionale del garage mi ha consegnato la macchina, che vuoi di più dalla vita?

Così, stasera, ho parcheggiato di nuovo una Smart di Sixt-Trenitalia dietro casa dopo averne riconsegnata un'altra stamattina. E' lo stesso modello ma una diversa vettura: il motore è un pelo più brillante, la tappezzeria più pulita, mancava il giubbottino giallo (me lo sono fatto dare, sai mai che poi me lo addebitavano) ma il portellone posteriore non resta aperto e le stazioni pre-registrate dell'autoradio non coincidono (non c'è la Rai, maledetti!). Ah, e il noleggio in 48 ore è aumentato da 27 euro (28,60) a 30,60 euro. Mi hanno detto che adesso c'è su anche la tassa di circolazione. Si sono bloccati altri 250 euro del plafond della mia carta di credito, "per sicurezza". Son cose...

Caro Babbo Natale, volevo solo dirti che tuo cognato il Grande Zot mi ha spinto a delinquere. Ecco, ora ha la palla lui. Cosa progetta questa volta: l'alluvione della Pianura padana?

Ti saluto con affetto e ti aspetto l'anno prossimo. Te, so che ci sarai. Io, come sempre, lo spero.

Una maschia stretta di mano,

Il Posto di Antonio

28.12.05

Il Grande Zot

ECCO, UNO NON fa in tempo ad affittare una macchina mica perché deve andare da qualche parte: solo per il piacere di guidarla un paio di giorni, fare qualche giratina. E subito arriva il Grande Zot che fa nevicare... Ma è possibile? Secondo voi, posso fare causa a Trenitalia?

Instant gratification

EBBENE SI', HO ceduto alle lusinghe di Trenitalia. Nonostante un servizio medio che paragonarlo a quello del Burundi vuol dire fargli un complimento (non esagero, prendete un treno al di là delle Alpi e vedete...), non ho saputo trattenermi. La sirena del marketing mi ha ammaliato, insomma, ho preso al volo nonostante disservizi e ritardi vari la promozione Trenitalia-Sixt (autonoleggio) per chi si presenta con un biglietto Eurostar in mano al club della stazione e per 27 euro (in realtà 28,60, con un po' di tasse) mi sono fatto dare per due giorni una Smart.

Se vedete un idiota sfrecciare per Milano su una mini-vettura con quell'orrido adesivo sulla fiancata, sappiate che probabilmente sono io. Perché? Per 27 euro (28,60) possedere due giorni una Smart mi pare un buon affare... Vi prego, non commentate per non svegliarmi da questo beota sogno consumista...

La carne è debole!

26.12.05

L'angolo di lavoro

JOHN BATTELLE E' un giornalista abbastanza noto negli Stati Uniti. Si occupa di tecnologie, ha scritto un libro che ho citato un po' di tempo fa sulla storia di Google e della ricerca dei dati in rete. Ha successo, è conosciuto, lavora a diretto contatto con i personaggi chiave dell'età digitale. E adesso, tramite il suo sito, scopriamo in che angolo lavora (e con quali computer)...

Nostalgia canaglia

CI VOLEVA UN congiurare di tecnologie, per riuscirci. Una volta sarebbe bastata Internet e una webcam (ve le ricordate? Erano assai popolari qualche anno fa; adesso nessuno le considera più...) per emozionarsi. Oggi, grazie al video digitale, alla possibilità di fare editing a casa (il montaggio, cioè la sintassi dell'audiovisivo, che mancava agli appassionati di filmini familiari su pellicola e nastro), alla distribuzione semi-automatizzata attraverso la rete in formati precostituiti dall'avvincente nome di podcasting e - in finis - all'avvento dell'iPod video, la commozione aumenta di un ordine di grandezza.

Probabilmente, rileggendo tra qualche anno questo post, lo troverò ingenuo o un pochino triste. Per adesso, l'emozione è di aver scoperto che esiste un sito dove un signore mette fuori dei podcast video di Firenze. Ecco, podcast di Firenze, per turisti americani (of course). Uno li guarda, magari va anche a controllare la mappina su Google per vedere la foto satellitare del luogo in questione e poi, insomma, se c'è già stato o magari ha l'ambizione di considerare quel pezzetto di mondo "casa", il posto dove il cuore continua a battere anche quando sei lontano o non ci sei più, ebbene in quel caso davvero ti si muove qualcosa dentro...

Questo poi (link diretto al video) è struggente...

L'effetto sarà dovuto al fatto che è sera, vado a letto e domattina ho il treno che mi riporta a Milano, chiudendo ufficialmente anche il Natale 2005 e le relative celebrazioni familiari?

Uno su tre...

ALLA FINE, UNO su tre ci avevo preso a comprarlo in quella libreria di San Francisco (The World Is Flat). E meno male, perché gli altri due non mi interessavano più di tanto...

The top-selling books were The Chronicles of Narnia Box Set (paperback) by C.S. Lewis, The World Is Flat: A Brief History of the 21st Century by Thomas L. Friedman, and Rachael Ray 365: No Repeats--A Year of Deliciously Different Dinners (A 30-Minute Meal Cookbook) by Rachael Ray.

E' uscita la lista delle cose più vendute su Amazon durante le vacanze del 2005. L'iPod regna sovrano.

25.12.05

La fine dell'anno del NYTimes

ANCORA SIAMO AL 25 ma il New York Times già si sente a capodanno. E lancia la sua lista di personalità eccellenti - o meno eccellenti - che se ne sono andate in questo lungo, lunghissimo 2005...

This year, like all years, brought the deaths of many notable people. Among them were Rosa Parks, Pope John Paul II, William H. Rehnquist, Saul Bellow, Peter Jennings, Eugene J. McCarthy, August Wilson, Hans Bethe and Richard Pryor. The year 2005 was also marked by the 2,000th death of a member of the American armed forces in Iraq and of an untold number of Iraqi civilians. Violence, both man-made and natural - especially the earthquake in South Asia that killed some 70,000 - claimed thousands upon thousands of lives around the world.

This 12th annual end-of-the-year issue does not purport to be definitive. Instead, it is an idiosyncratic selection, one driven primarily by the whims, interests and passions of the magazine's editors and writers. Some names, like Sandra Dee, Frank Perdue, Luther Vandross, Rose Mary Woods and Constance Baker Motley, are probably familiar. Others are less well known: Elizabeth McFarland Hoffman, the poetry editor of Ladies' Home Journal; Thurl Ravenscroft, the voice of Tony the Tiger; Joseph Frelinghuysen, whose unlikely escape as a prisoner of war during World War II was made possible by a generous and courageous Italian family; and Lawrence Celestine, a New Orleans police officer who took his own life shortly after Hurricane Katrina hit. Through stories, ideas and images, we seek to capture the lives they lived.


La storia è qui (prima bisogna registrarsi).

Buon Natale

UFFICIALMENTE.

24.12.05

Natale s'appropinqua

ANCHE PER QUEST'ANNO ci siamo, o quasi: NATALE! E'! ALLE! PORTE!
E se volete, scaricando questo file e inserendolo dentro Google Earth (qui si trova per Mac), potete seguire le peregrinazioni attraverso i fusi orari del simpatico pancione nobilitato dalla Coca Cola...

22.12.05

Babbo Natal... facci cantar...

ALLORA, ARRIVA NATALE. Sin qui, niente di strano. Dopotutto, succede la stessa cosa da parecchi secoli. Però da noi c'è una variazione piuttosto singolare: oltre alla culla con il bambinetto, vigilato da bue ed asinello, i re magi e tutto il resto, c'è anche un altro signore che è entrato a far parte della Sacra Famiglia. Un signore vestito di rosso con una lunga barba bianca. Com'è arrivato sulla scena? Perché quelli che celebravano il Natale al tempo, che so io, di Cristoforo Colombo oppure di Enrico Ottavo o magari di Dante Alighieri non avevano questo simpatico e panciuto signore tra i piedi? Secondo Nicola Lagioia, dobbiamo andare a chiederlo alla The CocaCola Company, per avere un abbozzo di risposta che spiega lo spirito della società nel tempo del consumo.

(Ps: l'immagine qui presente non è per niente una forzatura. E' invece quella dipinta per la copertina del numero di dicembre del 1972 di Playboy: si tratta di uno degli ultimissimi lavori di Haddon Sundblom, l'illustratore che inventò per le campagne pubblicitarie della Coca Cola l'attuale immagine di Santa Claus, il panciuto simpaticone)

20.12.05

L'eroico giornalismo dei nostri famosi beniamini televisivi... (Sì, Bruno, dico proprio a te)

DALL'ALTRA PARTE dell'Oceano, dove il mito del giornalismo è stato alimentato con storie che valgono la pena, Dave ha appena passato la palla a una generazione più giovane dopo trent'anni di lavoro. Lui è Dave Mitchell, editore e direttore oltre che cronista di punta del Point Reyes Light. Un uomo le cui storie parlano da sé:

In 1996, a Mill Valley woman tried to kill herself by driving off a 500-foot ocean cliff just south of Stinson Beach. But she neglected to unhook her seat belt. Her red Toyota plunged over Highway 1, banging against the cliff as it tumbled end over end, and landed perfectly on all four tires on the shore, a giant boulder away from Red Rock nude beach. Climbing the boulder, a herd of naked people watched in amazement as the woman was helped from her car and a rescue helicopter dropped down to pluck her away.

Mitchell, the Pulitzer-Prize winning publisher of the mighty little Point Reyes Light, was on the scene. "I was on the nude beach," Mitchell said, letting out a laugh that falls somewhere between a rumbling guffaw and a mad baritone cackle. "With my camera, with our Spanish-language columnist and his son. I took some shots, nude, watching all these nudists staring up at the helicopter. And then I put my pants on and covered the rest of the story."

19.12.05

Altre cattive influenze

CERTE COSE PER fortuna non cambiano mai: BSB tornano dalla lontana Cina con un altro brano d'autore. Secondo me li registrano qui sotto casa mia, in qualche cantina.

Sto pensando di aprire un fan club. Qualcuno vuole iscriversi? Sono garantiti pesanti effetti collaterali...

Don't be a sissy

UNO SI IMPEGNA, fa la voce grossa, quasi quasi s'incazza. Insomma: difendere la categoria del giornalista rispetto a quelli che si raccontano le cose per passare il tempo, al bar, richiede un certo sforzo. Io l'ho fatto. Ecco, immaginatemi ancora influenzato ma tutto compiaciuto, pieno di me. E che per caso incappo in quest'articolo del Corriere: «Calciatori gay? Ce ne sono».

Dentro ci sono passaggi del tipo:

Tre calciatori tedeschi lanciano la sfida: facciamo outing solo se ci seguono altri otto. In attesa che si formi la squadra «ombra», l’ex pallone d’oro rossonero ha espresso una sua perplessità: «Ogni volta che sento parlare di omosessuali nel calcio mi stupisco. Mi sembra strano che scelgano un gioco così maschio, dai contrasti così decisi». E pensare che, secondo il deputato ds e presidente dell’Arcigay Franco Grillini, invece, per «i suoi spogliarelli e le sue ammucchiate dopo una rete, il calcio è il terreno più fertile per l’omosessualità».

e ancora:

Non che sia un obbligo, sia chiaro, ma a sentire la maggior parte di calciatori e allenatori, non c’è gay che abbia mai indossato scarpe coi tacchetti. «Il movimento è così vasto che qualcuno ci sarà - dice Beppe Bergomi, ex capitano di Inter e nazionale -, ma in vent’anni non mi è mai capitato di conoscerne uno. E forse ha ragione Rivera, nel calcio serve molta rudezza, si cerca il contrasto aspro...».

e poi:

Anche Gigi Simoni, allenatore della Lucchese, la pensa così: «Forse l’aggressività, la determinazione, la grinta richieste da questo sport non si sposano con le caratteristiche degli omosessuali. Nel calcio femminile, invece ho sentito che il fenomeno è più diffuso».

Ora, la colpa (perché c'è una colpa, mi pare evidente) non è di quei miliardari minorati mentali che giocano a palla o ci campano. No, è di quel demente che ha deciso di mettere in pagina un articolo fatto a questa maniera. Che l'ha commissionato e che poi quando se l'è ritrovato sul computer non ha mandato a quel paese il tapino della cronaca sportiva. Altro che "fotografia che documenta la realtà". Quale realtà documenta questa broda retriva e razzista? Siete andati voi a fargli le domande a questi deficienti: siete voi che avete messo la carne nella gabbia, mica quei poveri idioti a cui è capitato di dire simili bestialità. Che vergogna. Da domani, fino a Natale, leggo solo "informazione open source" e vaffambagno!

Belle donne

AVEVO INCONTRATO UN paio di volte il ministro dell'educazione e neo-candidata a sindaco di Milano Letizia Moratti. E mi ero stupito abbastanza a vederla ritratta sui poster in giro per la città: son cose che fanno meditare (nello specifico, su quali miracoli si possano fare oggi con Photoshop). Poi mi è arrivata questa mail, che ripropongo nella sua interezza. Si preannuncia una primavera interessante...

SENATO DELLA REPUBBLICA
___.___
COMUNICATO STAMPA


Milano, Cortiana: ”Moratti, il ministro cybersquatter, ci ruba strade e vie”

“Si chiama cybersquatter chi si accaparra nomi di dominio. Ed e’ quello che il Ministro Moratti sta facendo: tramite una azienda di gestione siti web, dal dominio www.via-torino.it a www.piazza-sanbabila.it la signora Moratti sta prendendo i nomi di tutte le vie, piazze e strade di Milano, con quel suo slogan Mettiamoci in Comune. Altro che mettiamoci in comune,
doveva scrivere ‘cio’ che e’ tuo e’ mio’. Senza considerare che se qualcuno registra quel dominio, ha preso il nome di tutte le via Torino d’Italia. Per compiere una operazione di propaganda, la cybersquatter Moratti si appropria dei nomi delle nostre strade, e questo e’ inaccettabile.” Dichiara il sen. Cortiana, responsabile del Programma per Milano dei Verdi

“Ho gia’ depositato un’interrogazione al Ministro delle Comunicazioni e scritto sia all’Autorità Garante delle Telecomunicazioni sia ad ISOC, l’ente che gestisce i domini, perche’ siamo di fronte ad una appropriazione di cio’ che e’ pubblico che e’ inaccettabile. E’ come se qualcuno registrasse le parole che usiamo per parlare.Se la Moratti non ci
lascia le scuole, le universita’ e le accademie, che grazie a questi anni di suo malgoverno vivono una fase di grande difficolta’, ci lasci almeno le nostre strade e le nostre piazze. Queste inziative vetrina non aiutano certo la partecipazione. Milano ha grandi risorse di partecipazione, anche telematiche, come la Rete Civica e le tante iniziative di sussidiarieta’, ed e’ a queste che noi vogliamo rivolgerci, a cominciare dall’incontro ‘Milano per L’innovazione, l’Innovazione per Milano’ che terremo Giovedi’ 22 Dicembre alla Sala Guicciardini in via Macedonio Melloni alle 10, incontro a cui insieme ai candidati alle primarie abbiamo invitato anche la Moratti, e di cui aspettiamo ancora una risposta. Vedremo se l’idea della partecipazione della Moratti, dopo aver fatto una controriforma sopra le teste di studenti e insegnanti, continuera’ ad essere pura demogogia, o se accettera’ un confronto vero.” Conclude Cortiana

Roma

Ufficio Stampa
Sen. Fiorello Cortiana

17.12.05

Nòva24

DA UN PO' di tempo rimugino quanto segue: la nuova versione (splendida) del dorso settimanale di tecnologia del Sole 24 Ore, non è disponibile in rete. Piace molto, a giro per il web - ma anche nel mondo delle edicole, a quanto pare dai dati di vendita - e questo fatto ha portato alcuni a dire: "E' una lente della rete, peccato non condividerla: dice le cose interessanti che abbiamo appena letto o che leggeremo domani sul web. Rendiamola aperta, rendiamola condivisa".

E' un bel complimento, però suona un po' stonato. Nòva24 è un giornale, fatto da giornalisti, gente (quelli della redazione, poi ci sono anche i collaboratori tra i quali io, ma questo è un altro discorso) che ha scelto come lavoro e costruito la sua professionalità sulla capacità di raccogliere, analizzare e presentare fatti rilevanti a mo' di notizie. Non sono blogger o passanti che hanno "qualcosa da dire", non sono amateur di talento e intuito. Sono giornalisti, sono dei professionisti. E non perché iscritti all'Albo, bensì perché quotidianamente messi alla prova dal mercato editoriale: i giornali "agghiaccianti" ci sono e si vedono, sono sotto gli occhi di tutti.

Ecco, quel che rimugino è questo: bellissimi i blogger e i blog, la conoscenza diffusa, i pareri e le esternazioni (come la mia, in questa sede, con questo tono), la condivisione della conoscenza, la rete del sapere e tutto il resto. Ma il lavoro del giornalista lasciatelo fare al giornalista che è - ripeto - non chi ha il timbro dell'ordine quanto chi ha il mestiere e la passione quotidiana. E quando c'è un buon prodotto editoriale, santo Dio, non rompiamo i maroni e compriamocelo, se ci piace. E' lì per questo: lui dà valore a voi, voi date un euro a lui. Sennò, il prossimo sarà una brochure pubblicitaria, pagata dalle stesse aziende che pagano lo stipendio nel lavoro diurno ai blogger (o ai loro congiunti), lasciando loro del tempo libero per scrivere sulla rete. Bello, ma poco professionale.

Ma tu come lo mangi il sushi?

CARI I MIEI parvenue della cucina nipponica, da tempo di moda e da tempo popolata da esperti che vedo la sera aggirarsi per le vie del quartiere cinese di Milano: vi arrabattate a fare i competenti per stupire gli amici schizzinosi ("pesce crudo? Signora mia, sta scherzando vero?!") ma non conoscete il genere. Se poi siate stati mai nel Paese della dea Yamatai neanche oso porlo all'ordine del giorno.

E' quindi arrivato il momento che vi diate una solida base, insomma che studiate un po'. Perciò questo Posto, in un afflato pedagogico, ha trovato il video che vi spiega nel dettaglio (politicamente scorretto, a tratti) come si fa a mangiare il sushi. Partendo da questo link, nell'enorme serbatoio di Google. Da domani, non voglio più vedervi girare per Paolo Sarpi! Questi sono cinesi, non giapponesi...

16.12.05

Wikistremisti

DA UN PO' di tempo, pur facendo parte di una minoranza abbastanza agitata (quella degli utenti Mac e fedeli della setta Apple) e intrattenendo piacevoli rapporti con altre congreghe altrettanto scalmanate ed estremiste (quelle dei linuxisti e degli opensourcisti in generale, ma a suo tempo avevo frequentato anche la rarissima specie dei "matti per Os/2"), sento un po' di disagio. Dev'essere l'influenza che mi sta massacrando le meningi, mi sono detto. Ma probabilmente non è quello.

Nel tempo posso dire che in ambito tecnologico di lotte di religione (non è un termine esagerato e fuori luogo, lo stesso Umberto Eco aveva usato questa immagine per quella sua famosa Bustina di Minerva su Mac e Dos) ne ho viste tante: utenti Commodore 64 contro untenti Zx Spectrum, quelli di Atari Vcs contro quelli di Intellivision, e poi Nintendo contro Sega, Sony contro Xbox, GameBoy contro Psp e via dicendo. Sono scontri naturali, si può pensare. Ma il disagio adesso lo sento.

Mi capita, per essere precisi, solo con Wikipedia, una delle più interessanti e geniali novità della rete. Wikipedia è, pensate un po', una enciclopedia totalmente online, totalmente gratuita e totalmente "open", nel senso che i contenuti li mettono spontaneamente gli utenti. Una genialata, una cosa da guardare con interesse e cercare di capire (oltre che un utile riferimento). Funziona molto bene, è utile, anche se qualche pecca ce l'ha. Ad esempio, i limiti sul controllo e sulla qualità delle voci, l'eccesso di libertà, la mancanza di un piano editoriale e di linee guida culturali esplicite (in senso tradizionale, intendo), etc.

Ho scritto varie volte sull'argomento, specialmente su Macity, e da un po' di tempo in qua, cioè da quando il fenomeno è diventato più di massa e le critiche sono aumentate di volume (sta al giornalista riportarle), le critiche a quel che scrivo si sono fatte più serrate e nette. Come nel caso di questo articolo, per esempio. Sono piovute ramanzine, ispirate all'idea che io, in qualche modo "ce l'abbia su" con la Santa Istituzione.

Non capita solo a me, ovviamente, ma a qualunque giornalista che si azzardi a scrivere quel che i Wikipedisti non vogliono si dica: Houston, ci sono dei problemi. Magari non è vero, magari sono problemini, ma la cosa sta diventando fastidiosa. E' una spirale del silenzio, in cui la minoranza rumorosa si arroga il diritto di essere portatrice di una verità che deve essere condivisa anche dalla maggioranza. E' estremismo intellettuale.

Anche per questo il titolo dell'articolo su Macity è Wikipedia va bene, il problema è chi la fa.... In altra sede avevo addirittura azzardato che forse tutto il mondo delle community e del software sociale (e della condivisione "open" della conoscenza, dei blog e via dicendo) stesse un pochino trasformandosi in una bolla speculativa stile New Economy. Anche altri, come Vittorio Zambardino, per esempio, hanno avanzato ipotesi simili.

Ecco, magari sarà solo una mia impressione, ma là fuori mi sto convincendo che ci sia gente che vuole credere, fortissimamente credere, al di là di qualsiasi ragionevole critica o contraddittorio. Non è un bel segnale, signora mia, quando ti vogliono convincere che le cose sono bianche e basta...

15.12.05

Cattive influenze

MENTRE IL MORBO continua spietato a fare flagello del vostro impavido, un amico mi manda un link a questo sito.

Se stavo in qualche modo cercando di uscire dal tunnel, i due giovani studenti cinesi che cantano allo specchio in playback sono stati fonte di una terribile ricaduta...

14.12.05

L'influenza è la vacanza

QUESTO POSTO, COME al solito in precario equilibrio tra un colpo di reni lavorativo e l'altro, si è pure preso l'influenza. Che sia stata l'emozione di vedere in anteprima totale-globale King Kong, oppure il fisico che scarseggia, comunque il crollo c'è stato ieri sera e ad oggi tra le macerie non si vede una via d'uscita.

Per questo qui si è deciso unilateralmente, come i bambini che vanno a scuola, che l'influenza è la vacanza e quindi questo posto è in vacanza. A letto, ma in vacanza...

13.12.05

Spiaccicato nella 34ma strada

DOPO AVER LETTO il libro e rivisto le precedenti versioni, questa sera - grazie alla magnanima disponibilità del capo -, anche questo Posto ha avuto un suo angolino (lato sinistro della sala) all'anteprima per la stampa di King Kong, il film in uscita di Peter Jackson.

Costruito intorno al mito del La Bella e la Bestia, con iniezioni di Conrad (Cuore di tenebra, che gira intorno a un tema simile, ovvero quello dell'ambiguità della natura umana e dello scontro tra bene e male), Jackson riprende il filo della storia di Edgar Wallace (per la Rko, citata en passant insieme a Fay Wray, la prima Bella), per montare il suo racconto filologicamente corretto ma farcito come un panino di piani e discorsi diversi. Dev'essere per questo che si riprende Conrad (che racconta la storia di Cuore di tenebra come racconto di un racconto, alla maniera del Nome della Rosa di Eco o del Decamerone), oppure apre con un geniale scambio di battute la scena d'innamoramento tra Ann Darrow (una buffa Naomi Watts) e Jack Driscoll (un Adrien Brody a metà tra l'intellettuale illanguidito e il pettoruto eroe anni Trenta) in cui lui dice che il sentimento che prova l'ha scritto nella sua nuova commedia e sta tutto "nel sottotesto".

Il ricordo, prima ancora che a Fay Wray (incantevole e meravigliosa), corre però al King Kong politicamente meno corretto: quello sensuale del 1976, in cui la Bestia si arrampica sulle Torri gemelle e soprattutto l'innamoramento con Jessica Lang è molto meno platonico degli altri (vedendo l'immagine qui a lato si capisce anche perché, direi). Peraltro, quello con Naomi Watts è sino ad oggi l'idillio più loquace, segnando in qualche maniera anche un primo scambio di battute ("bellissimo" dice lei nella giungla, "bellissimo" risponde lui - a gesti - in cima all'Empire State Building) che lascia intravedere una conversazione compiuta per il dodicesimo remake. Questa infine è anche la versione più politicamente scorretta: la morale è che una ragazza di New York per innamorarsi deve trovare un bestione peloso alto otto metri che se la sbatta sulla spalla e la scorrazzi nella giungla, tra una rissa da bar e l'altra.

Peccato per chi in sala, tormentato dall'idea che i film americani siano sempre dei polpettoni (e lo sono, ma poi sono anche la nostra dieta di base come società) abbia osservato con poco acume storico e una certa pregiudizievole voglia di trovare il pelo nell'uovo che "metterci dentro i dinosauri come in Jurassic Park è veramente troppo". C'erano anche negli altri due, i maledetti bestioni: documentatevi prima di vedere un film!

Comunque, seppure sia uno dei pochi film che meritano di essere visti in sala (oppure su un televisore a cristalli liquidi da 65 pollici) per apprezzare lo sforzo della computer graphic, c'è una cosa per la quale non riesco a darmi pace: Lumpy non ha la scimmietta. Cavolo: il vecchio marinaio con il suo piccolo animaletto da compagnia, dispettoso ma reso schiavo dalle grazie della Bella da solo valeva il film...

12.12.05

Mr. & Mrs Smith

IO DI QUESTO film ho un ricordo abbastanza confuso: l'ho visto qualche mese fa in aereo di ritorno dagli Usa, in stato di catalessi avanzata e quasi tutto il tempo senza indossare gli auricolari. L'idea era che non fosse necessario seguire anche i dialoghi vista l'espressività dei protagonisti e l'esiguità della trama. Non mi sbagliavo.

Adesso, anche leggendo le notizie sulle possibili complicazioni per la vita sentimentale di Angelina Jolie (ben gli sta, a quella scellerata ruba-mariti), posso solo dare un consiglio alla platea di questo Posto. Non andatelo a vedere: spendete i soldi in un pensiero caro per la persona amata o in una pizza anche da soli. Meglio da soli che in sala a vedere questo film (io dall'aereo non potevo scendere prima di Malpensa, quindi in qualche modo sono stato costretto, visto che era il mono-programma sull'unico schermo dell'Economy).

Mi raccomando! Tutti compatti e solidali con Jennifer Aniston...

La terra secondo Google

UFFICIALMENTE NON ESISTE, però circola su Internet (finalmente!) la versione preliminare di Google Earth per Mac. Spettacolare (come qualunque utente Windows può dire da parecchi mesi). Si scarica seguendo uno dei link messi qui, in attesa della versione beta "ufficiale"...

11.12.05

Che freddo, signora mia!

QUI A FIRENZE tira vento e fa un freddo da competizione. Sei gradi la massima, -2 la minima. Ma secondo me oggi alla massima non ci s'arriva...



Stasera alle 21.14 il fido Eurostar mi riporta a Milano. Vedremo se nella umida Lombardia le cose vanno un po' meglio.

8.12.05

Momenti televisivi che colpiscono

ZITTA ZITTA E' partita l'ottava stagione di Will & Grace, un telefilm assai divertente che viene trasmesso anche da noi. Il formato è quello classico di mezz'ora (in realtà 22 minuti) con le risate in sottofondo, girato nelle quinte di teatro con il pubblico (pagante) che ride e applaude.

La particolarità del primo episodio andato in onda lo scorso 29 settembre negli Usa (che ho visto stasera, smaltendo qualche arretrato) è che hanno deciso di farlo "live", come se fosse teatro. Ed è uno spettacolo, anche perché il cast è uno dei migliori in circolazione nel genere leggero. Vedere (se lo trovate) per credere...

6.12.05

Bravi ragazzi, sono orgoglioso di voi

SIETE TIMIDINI E fate pochi commenti. Ma va bene così, perché siete personcine per bene, nello spirito di questo Posto che non frequenta polemiche e insulti (tranne quando si leggono certe interviste... e comunque, sia chiaro, sempre col sorriso sulle labbra e senza acrimonia!).

Mica come quei buzzurroni che bazzicano altri blog, peraltro molto belli. Tipo questo:

La sua vita dura un giorno

Giovedi sera, in aereo, stavo leggendo l'ultimo numero di Nòva24, il settimanale di "cultura digitale" (e innovazione e ricerca) del Sole 24 Ore E mi è venuta in mente una cosa: per anni abbiamo avuto la percezione che le cose non esistessero se non sui media mainstream, mentre oggi un articolo che appare solo sul supplemento del giovedi e poi "svanisce", ha l'aspettativa di vita di un fiammifero svedese.
Non apparendo in Rete, Nòva si sottrae alla memoria, alla ricercabilità, alla discussione. Ed alla vita, in quanto durata. Peccato, perchè è uno degli ultimi spazi italiani, se non l'ultimissimo, in cui si può leggere la tecnologia raccontata in maniera interessante e con una prospettiva un po' più ampia. Meriterebbe l'onore dell'archivio condiviso e la possibilità di raggiungere un pubblico più ampio :)


E nei commenti, a un certo punto, ho scritto pure io per dire:

Commento di: Antonio Dini
E' vero ma non è semplice, credo. Non perché ci scriva, bensì con uno sguardo da semplice lettore l'intera strategia online del Sole 24 Ore è un po' in controtendenza rispetto al resto del mondo, sia per quanto riguarda la grafica che i contenuti. La mancanza di un sito web per Nòva24 (che ha restituito al sottoscritto giovane giornalista il piacere di scrivere di tecnologia) è doppiamente stonata perché trattiamo di temi che riguardano la tecnologia e la rete. Mi piacerebbe una versione online, magari una settimana dopo l'uscita del numero in edicola. Ma mi piacerebbe anche continuare a provare il piacere - non è poco con gli attuali gelidi venti professionali che tirano - di sfogliare un prodotto editoriale squisitamente cartaceo, magari un po' snob in questo ma che mi restituisca il piacere di una precarietà al riparo da Google e dalla sua cache. Che Nòva rivendichi il diritto all'oblìo? :-)
http://antoniodini.blogspot.com ( 12/05/2005)


Beh, ci credete? Sono arrivati un paio di commenti forse tutti per me...

Aldous
Come mai ti interessa? Adesso che sei riuscito a sdoganarti sulla carta stampata ti preoccupi di quali link manternere con quel mondo? Il mal d'archivio è una brutta bestia per chi non dà continuità alla parola scritta con una professione seria, con un mestiere che crea contenuti reali.. Ma non ti preoccupare, quando le notizie sono serie non scompaiono, hanno seguito. E' certo che non è come i blog, dove le porcherie scritte una volta rimangono per sempre. Dei giornali rimane l'essenziale, resta l'utile. Per gli altri si fa subito sera. Questo ti crea problemi?
http:// I 2005-05-12 00:00:00.0

rossella
Leggo i commenti. Porcherie? Oblio della sera? mah. Le porcherie per fortuna si può anche scegliere di non leggerle. L'oblio mi spiace quando riguarda cose interessanti e utili per tutti. Mi sembra che nel post si parlasse di sapere e informazioni condivise. L'elite, che decide cosa o meno far passare e quanti o meno debbano accedere o cosa o meno debba essere dimenticato, per principio mi fa sentire a disagio. In ogni caso ritengo che l'argomento si presti a confronti interessanti, confronti per fortuna. :)
http://www.blog-end.typepad.com I 2005-05-12 00:00:00.0


Fate i bravi, non venite qui a commentare, perché i miei cinque lettori sono brave persone, non avvezze all'insulto e alle contumelie.

La notizia del giorno: gli Usa accedono la Tv sull'iPod

FORSE NON VE ne siete accorti, ma sta cominciando a montare l'onda. Cinque anni fa è stata quella dell'iPod, il lettore di musica digitale. Tre anni fa quella della musica digitale da scaricare su iTunes Music Store. Oggi, quella dei telefilm, per adesso solo negli Usa, sempre da scaricare da iTMS.

Cosa succederà? Nei primi due casi le accuse di aver "toppato" erano state tantissime: si diceva che Apple aveva sbagliato clamorosamente il tiro. Niente di più sbagliato. Oggi la storia si ripete: mentre con qualche affanno operatori telefonici e portatori di connetività nostrani (o internazionali, come Vodafone), cercano di convincere che "il negozio di musica online, gol, film e telefilm siamo noi", ci si può mettere seduti comodi comodi e aspettare sei mesi. Dopo l'estate saranno in briciole, né più né meno: la televisione digitale da scaricare ha un formato e passa attraverso l'iTMS. Punto.

Oggi Apple ha infatti "aperto" ad altre undici serie televisive. Questo, unito all'iPod con potenzialità video (che solo un residuo di pudore mi ha impedito di comprare ad Atlanta, visto il risparmio, oltre al plafond della carta di credito oramai "bollito" almeno sino a Pasqua), vuol dire una sola cosa. La via del video digitale passa da Cupertino. Il resto, sono solo velleità.

Il più grande gioco di ruolo del mondo

LE CRITICHE A Wikipedia, l'enciclopedia online aperta e gratuita, si stanno facendo sempre più ficcanti. C'è l'effetto "branco" della stampa, ovviamente (che annusa il puzzo di carogna lontano un miglio e ci si butta sopra con accanimento), ma c'è anche qualcosa che in effetti non funziona, dietro. Una mia piccola spiegazione e un altro articolo (inglese) di un killer di professione: Andrew Orlowski a San Francisco.

Se crolla Wikipedia, comincia a crollare la bubble 2.0 in cui ci si stava incamminando...

5.12.05

E' bellissimo: non sanno di cosa stanno parlando

GENTE, E' MERAVIGLIOSO: un incontro tra persone che non sanno di che cosa stanno parlando! Sono cose da non perdere: Giuseppe Turani intervista nella sezione Scienza e Tecnologia di Repubblica l'amministratore delegato di Telecom, Riccardo Ruggiero. E' una fiesta, un delirio. Non si capisce se sia Turani che è sceso dal pero in settimana e ha scoperto le tecnologie di rete o se è Ruggiero che vede solo presentazioni in PowerPoint ed "executive summary" senza aver tempo per riflettere un attimo sui presupposti. Un esercizio di marketing della comunicazione da antologia, una scuola di giornalismo per le giovani generazioni e soprattutto, un motivo in più per dare un euro a Repubblica come lettori. ("Scusi signor edicolante, posso darle 75 centesimi e lei si tiene la pagina di Turani? Ah no? Peccato...")

Alcuni brevi estratti:

Dopo aver annunciato i "20 Mega per Adsl", Ruggiero chiude la prima risposta:

Il secondo evento, invece, è quello più inatteso e, se volete, più rivoluzionario.

E pronto Turani a chiedere con un lapidario intervento (che ricorda un cross di Bruno Conti):

In che cosa consiste?

"Ai 20 mega sul telefonino".

Turani, capo di Affari e Finanza, uno che la tecnologia la mastica da anni, ecco che prontamente s'indigna, o almeno così pare:

Vuole scherzare?

Cosa fa Ruggiero, rincula? Adduce il lapsus ("20? No, volevo dire 2...")

"No. Anzi, a febbraio, in occasione delle Olimpiadi di Torino, monteremo una stazione sperimentale che trasmetterà appunto (a dei telefonini speciali) a 20 mega o anche di più".

Ma cosa sarà questa inedita tecnologia, questo prodigio della ricerca sviluppato in gran segreto insieme a Samsung? E' il momento di saltare addosso all'intervistato, metterlo di fronte alla responsabilità delle sue parole:

Da dove esce questa diavoleria?

"In parte si tratta di una tecnologia già nota, quella del WiMax. Il WiMax è stato usato finora solo per collegamenti "privati" sulle lunghe distanze e la banda può arrivare fino a 100 mega, se non di più. E' insomma un tipo di collegamento professionale, per le aziende di telecomunicazioni o per le società che hanno bisogno di collegare fra di loro uffici e palazzi. E il WiMax ha sempre funzionato, finora, solo in postazioni fisse, cioè non mobili. La Samsung ha lavorato intorno a questo WiMax e ne ha ricavato un sistema che può funzionare anche per i telefoni cellulari. Può funzionare, insomma, esattamente come i Gsm o l'Umts oggi. In mobilità. Questa nuova tecnologia (che presto diventerà uno standard internazionale) si chiama Wibro e consente appunto di raggiungere velocità elevatissime di trasmissione e una banda teoricamente quasi infinita".


Una nota di colore: il WiMax non esiste. Cioè, esiste, ne parliamo tutti, ma vorrei che qualcuno si provasse ad andare in un Mediaworld e tornarea casa con un bel WiMax access point o schedina... In più, le sue prestazioni sono ancora tutte da definire. Comunque, c'è un altro punto interessante: si tratta di una tecnologia coreana o del WiMax? La storia una rapida ricerca con Google la spiega così:

WiBro:South Korean version
Perhaps the most telling deployments for WiMAX will be for the WiBro mobile derivative: WiBro has South Korean government support with the requirement for each carrier to spend over $1 billion US for deployments. The Koreans sought to develop WiBro as a regional and potentially international alternative to 3.5-4G systems. But given the lack of self developed momentum as a standard, WiBro has joined WiMAX and agreed to harmonize with the similar OFDMA 802.16e version of the standard. What makes WiBro roll outs, which will start in April of 2006, a good 'test case' for the overall WiMAX effort is that it is mobile, well thought out for delivery of wireless broadband services, and the fact that the deployment is taking place in a highly sophisticated, broadband saturated market. WiBro will go up against 3G and very high bandwidth wire line services rather than as gap-filler or rural under-served market deployments as is often exampled as the 'best fit' markets for WiMAX. WiBro goes much more "in your face" in direct competition with 3G and high bandwidth wired services which pose tough competition.


Ok, quindi un senso la cosa ce l'ha, basterebbe dirla nel modo in cui viene fuori. Ma no, l'intervista va in un'altra direzione:

Una follia.

"No. Io penso che alla fine, per i telefonini, la banda che si sceglierà sarà quella di 20-30 mega bit. Una banda più che sufficiente per qualsiasi uso. Pensi che adesso con l'Umts si arriva poco sopra i 300 k e che, anche con le modifiche che partiranno da gennaio, si andrà poco sopra una banda di 1 mega bit. In pratica, rispetto a oggi, si andrà a moltiplicare la banda dei telefonini di circa 50-60 volte. A quel punto vedere un film sul telefonino sarà quasi meglio che vederlo a casa e scaricare un video, una canzone sarà questione di una frazione di secondo. Chi lo vorrà potrà scaricare dalla rete interi CdRom del cantante preferito nel tempo necessario per ordinare un caffè".


Due note di colore: l'Utms, che fino a venti minuti fa era la fine del mondo, adesso è una merdina (scusate il francesismo); e poi, di quale banda stiamo parlando? I 20-30 Megabit sono offerti a tutti quelli che si connettono al ponte radio WiMax WiBro o come lo volete chiamare. Vanno cioè divisi per il numero di punti di accesso e oltretutto sulla base di connessioni "best effort", vale a dire "come viene, viene". Per fare cosa, poi? Guardare la tv???

E le domande? Lo scopo del giornalista, cioè stanare il personaggio, tirare fuori le notizie, mostrare le contraddizioni?

Quelle di Turani, raccolte qui di fila, suonano così:

(prima parte, la scoperta della notizia, con adeguato stupore e anche una certa titubanza ad accettare per vero)
Ma che cosa accade esattamente?

In che cosa consiste?

Vuole scherzare?

Da dove esce questa diavoleria?


(T. è impressionato, e reagisce d'istinto: non è una domanda, è un assist)
Una follia.

Ma stiamo parlando di cose reali o di sogni?


(T. si scuote, si risveglia: è il momento di un nuovo cross)
Cioè?

(un altro cross da metà campo)
Previsioni?

(classica risposta-fiume spezzata in due artificialmente, con un neutro cioè...)
Quale?

(si parla di convergenza, di due anni per costruire la rete WiBro: T. ha un attimo di perplessità su come giri il fumo. O forse è un altro cross)
Questo comporterà cambiamenti nell'offerta e nelle strategie di vari operatori telefonici?

(T. a questo punto tira a chiudere l'incontro, mancano poche righe. Chiede chiarimenti sull'"offerta flat" futura di Telecom per i contenuti)
Cioè?

Tutti i salmi finiscono in gloria, diceva mia nonna: ovviamente si finisce parlando di partite da guardare... beh, su WiBro, visto che siamo oltre telefoni e telefonini. Dodicimila anni di sviluppo tecnologico fondamentalmente per vedere le partite fuori dallo stadio, mentre nel resto del mondo ci sono economie che sono cambiate grazie alle tecnologie che gli operatori hanno messo a disposizione degli individui. Qui mettiamo a disposizioni sistemi per far guadagnare gli operatori e far vedere le partite alla gente. Questo entrambi lo capiscono benissimo...

Fine dell'intervista. Un vero pezzo da antologia. Da apprezzare soprattutto il fatto che sono state citate nell'ordine: Samsung, campione della ricerca tecnologica d'avanguardia; Telecom/Tim, centro mondiale della ricerca sulla telefonia; Olimpiadi di Torino, evento mediatico globale. Non sono stati toccati punti tipo: l'Umts allora non regge? La televisione via etere Nokia la sta lanciando con standard differente, è un rischio di sovrapposizione? Quali tecnologie avete scartato e perché, prima di scegliere questa? Come fa a definire il WiBro "la più grande rivoluzione multimediale conosciuta in Italia"? Cosa vuol dire e perché? Soprattutto, da qui al 2008 non è che manca ancora un po', prima di cantare vittoria? Come fa a sostenere che "Grazie a WiBro la differenza fra rete fissa e rete cellulare scompaiono. Sul telefonino avremo le stesse identiche prestazioni (banda a 20 mega bit) che avremo nei nostri uffici o nelle nostre case"? La convergenza fisso-mobile è un fatto solo di velocità di connessione? Non c'è contraddizione dichiarando che si offrono abbonamenti centrati su servizi (gol e film, musica da scaricare) e poi dichiarare che "Insomma, di fatto nel 2008 l'Italia entra davvero nell'era della società multimediale. Poi si vedrà che cosa saremo capaci di farne. Ma questo non dipende da noi"?

E soprattutto: quanti caffé avrà preso Ruggiero per restare sveglio durante l'intervista?

Levi's

E' SCOMPARSO IL nipote del fondatore della Levi Strauss, Peter Haas. E' lui l'artefice del mito (che indosso anche in questo momento).

Peter E. Haas Sr., who took over the family owned Levi Strauss & Co. with his brother and helped build it into a socially conscious clothing empire, has died. He was 86.

Haas died of natural causes Saturday in his San Francisco home, company spokesman Jeff Beckman said Sunday.

4.12.05

In bocca alla cernia - 2

ALTRE COSE CHE voi umani...

Le buone notizie

A LAKE TAHOE, uno dei più bei posti di villeggiatura della California settentrionale, sono tutti emozionati perché ha nevicato sulla Sierra.

Rumori di Apple

SI AVVICINA IL momento del Macworld di San Francisco, previsto per il 9 gennaio. Mancano quattro settimane e compaiono le prime voci e indiscrezioni su cosa Steve Jobs andrà a presentare. In realtà, visti i toni, sembrano quasi certezze: un iBook basato su Intel (con un discreto anticipo rispetto alle attese), un nuovo Mac mini dotato di quel fantastico Front Row di cui parlavo qui sotto e soprattutto una espansione di iTunes Music Store per tanti, tantissimi contenuti video basati su una innovativa tecnologia che faccia vedere il filmato senza scaricarlo sul disco dell'utente (tanto per dare un contentino ai produttori). More to come...

3.12.05

In bocca alla cernia

L'ACQUARIO DI ATLANTA è qualcosa che voi umani non potete neanche immaginare...

Front Row

IN UN ATTIMO ho trasformato il mio PowerBook in un nuovo sogno. E' bastato andare su un sito un po' piratello, questo, e tirare giù Front Row, l'applicazione di Apple nata per i nuovi iMac dotati di telecomando. Insomma, il MediaCenter di Apple. Ed è una cosa meravigliosa...

Se avete un Mac con un processore G4 di almeno 500 Ghz (o un Intel da 3,3 Ghz), scheda video da 32 Mb, 256 Mb di ram e un sacco di video, foto e musica sul computer, è il vostro momento. Il software modificato in modo tale da consentire di utilizzare la tastiera (i tasti freccia, spazio, esc e invio, mica altro) permette di capire cosa c'è dietro l'angolo. Un Mac mini da tenere accanto al plasma da 60 pollici, magari...

2.12.05

Oddìioddiomio...

ECCO, ACCIDENTI, NON resisto. Ho preparato il risotto ai funghi (due ore per lavare i funghi), ho mangiato anche due foglie d'insalata, innaffiato il tutto con del buon Barbera d'Alba Boassi 2000 (un bicchiere e mezzo, meglio non esagerare), ho già quasi fatto il caffé, in frigo pronto un bon-bon al cioccolato... e non resisto.

Nella vita uno si dovrebbe porre dei limiti e, se non altro per eleganza, non riprendere certe notizie. Eppure c'è, eccola qui: secondo il portalino di Libero - che linka blog di tutte le salse, soprattutto amici loro - lo famo poco. Su una media mondiale di amplessi rilevata da una nota marca di preservativi pari a 103 in un anno, siamo a quota 106, uno ogni tre giorni, venticinquesima posizione. Sono i greci che sbaragliano, con con 138 rapporti annuali, una media di uno ogni due giorni. Buoni ultimi a sorpresa (si dice sempre così, in questi casi) sono i giapponesi, che "praticano" 45 volte all’anno, cioè un po' meno di una volta alla settimana.

Ecco, adesso avete capito cosa leggo online, la sera. Secondo me, però, è sempre meglio che accendere la televisione...

Pinguini a Natale


MOLTI SI SARANNO illusi che questa straordinaria popolarità dei pinguini ai giorni nostri dipenda dal famoso documentario realizzato sulla loro marcia. In realtà, è Madagascar il principale veicolo di successo per questi puzzolenti animaletti. Tant'è che la versione Dvd del film di animazione digitale della DreamWorks elegge i quattro marziali psicotici ex-uccelli a protagonisti di un contenuto aggiuntivo: il corto Penguins in a Christmas Caper di quasi dodici minuti, veramente gustoso. In rete dicono si trovi anche senza il resto del film (che ho visto nell'edizione sottotitolata in russo, alcuni mesi fa). Chi può dirlo?

Il tuo feed ha problemi?

MI DICONO CHE il link qui di fianco per il feed Rss (se non sapete cos'è, potete procedere oltre) non funzioni più. Ne utilizzavo uno di rimbalzo perché Blogger preferisce il formato Atom che all'epoca non era per tutti. Adesso, visto che Atom è diventato per tutti, ho cambiato il link e per comodità lo rimetto anche qui. Ufficialmente il feed Rss di questo Posto...

Cavalcare lo tsunami

GOOGLE E' DIVENTATA una delle aziende più interessanti e importanti al mondo. In cinque anni il suo valore è cresciuto da zero a una capitalizzazione di mercato superiore a quella dei produttori di automobili statunitensi sommati. Mica nulla... E cosa succede adesso con il media darling più popolare sulle pagine dei giornali di tutto il mondo? Molti si sarebbero iniziati a preoccupare: il successo soprattutto nella comunicazione è una delle cose più difficili da mantenere. Genera aspettative e soprattutto genera il rischio continuo di passi falsi, di scivoloni, di fraintendimenti.

Google, che recentemente è stata "accusata" di essere una sorta di Microsoft numero due, continua in realtà a fare il suo lavoro di comunicazione senza limiti: da un lato con la geniale mossa di assumere Vinton Cerf come "evangelist" (Cerf è uno dei padri di Internet, che negli anni Sessanta ha creato i protocolli tecnologici per la comunicazione che reggono la rete anche oggi), dall'altra con il costante lavoro del brand-blog, dove lo stile minimalista di G. macina quotidianamente attenzione da parte degli utenti. E' un modo per scavalcare, senza essere confusionari o aggressivi, i media tradizionali e presentarsi direttamente al pubblico. Da notare: senza essere confusionari, cioè senza utilizzare un linguaggio complesso, fronzoli o sistemi di presentazione "press release", "comunicati" e altro che di solito rendono solo più farraginoso e fuori tono il livello del discorso e della comunicazione.

Un esempio: la storia di Trisha, raccontata da lei medesima, che nel 2003 ha trovato lavoro spedendo una mail a Google mentre stava per partire per il Messico. La mail ha attratto l'attenzione dei selezionatori di Mountain View perché lei si diceva entusiasta della sua maglietta con il brand di Google in bella evidenza. E chiude l'apologo dicendo:

I survived the surf at Todos Santos, and I managed to get through my first day in the Googleplex without crashing that datacenter. And the message I have for all my recent college grad peers is simple: Don't underestimate the power of your favorite T-shirt, and don't neglect your email while on vacation. Either one may hold the key to your future.

La Fiat mica comunica così, sai Lapo?

1.12.05

So' cose 'e pazzi

UN MESE FA circa il capo (di rocambolesco ritorno da Roma) mi aveva trascinato pubblicamente nel dibattito su Freakonomics, il libro di Steven D. Levitt e Stephen J. Dubner, il primo docente di economia capace di produrre analisi statistiche su soggetti sorprendenti e l'altro giornalista del New York Times. Bel dibattito (anche se è durato poco).

Il fatto è che io quel libro mica l'avevo letto. Stavo bluffando. Ma, si sa, il tempo è galantuomo e quindi oltre a fare pubblica ammenda (scusa capo!), annuncio che all'aeroporto di Atlanta è stato uno degli acquisti del giorno di partenza. Adesso cerco di mettermi in pari, e poi se ne parla...

(peraltro, sono ancora in tempo: il capo ne dà aggiornate notizie qui)

Appena tornato...

UNA VOLTA TORNAVI a casa dopo qualche giorno e trovavi il mucchietto della posta accumulato davanti alla porta. Adesso, nonostante la posta elettronica me la smazzi anche in trasferta, qualcosa arriva sempre durante il viaggio in aereo (l'unico momento di vero blackout).

Per esempio, il comunicato stampa del Centro Promotor, quelli che il Motorshow a Bologna:

COMUNICATO STAMPA
3.000 MILIONI DI IMPOSTE IN PIU’ PER IL CARO-CARBURANTE

Nel 2004 e nei primi dieci mesi del 2005 il forte rincaro dei carburanti per autotrazione ha determinato un maggior gettito per l’erario di 2.916 milioni di euro. La stima è del Centro Studi Promotor ed è stata presentata oggi nel corso della conferenza stampa su “La situazione e le prospettive del mercato dell’auto” tenuta in vista dell’apertura del 30°Motor Show di Bologna che verrà inaugurato sabato 3 dicembre. Dalla fine del 2003 ad oggi i prezzi della benzina sono aumentati del 18,7% e quelli del gasolio per autotrazione del 28,5%. Questi rincari sono dovuti soprattutto all’aumento del greggio e di conseguenza del prezzo industriale dei carburanti, ma una quota degli aumenti deriva anche dal meccanismo perverso della tassazione sui carburanti che prevede una accisa (imposta di fabbricazione) ed inoltre l’Iva, che va calcolata sul totale dell’accisa e del prezzo industriale. In forza di questo meccanismo la crescita del prezzo industriale determina un aumento automatico del prelievo per l’Iva. Nel periodo citato questa situazione, da un lato, ha portato nelle casse dello Stato quasi 3.000 milioni di euro in più ma, dall’altro, ha esaltato gli effetti del caro-greggio, con impatti negativi sui consumi, sull'inflazione e sullo sviluppo economico.
Nel 1999 il Governo, dopo una fase di forte crescita dei prezzi del greggio, adottò un provvedimento temporaneo per neutralizzare gli effetti del meccanismo perverso di cui si è detto. Il provvedimento venne più volte prorogato e poi lasciato scadere. Oggi, anche se le tensioni sui prezzi dei carburanti sono in lieve rallentamento, il problema si ripropone e, secondo il Centro Studi Promotor, occorrerebbe un provvedimento definitivo che risolvesse il problema alla radice una volta per sempre.


Bologna, 30 novembre 2005