30.9.07

Domenica...

...È SEMPRE DOMENICA e quindi è sempre Doonesbury di Gary B. Trudeau

27.9.07

Danny Crane!

MENTRE QUI DA noi viene freddo e si cazzeggia allegramente, negli Usa è ripartito Boston Legal. Tanta roba! E tanta gente nuova (hanno cambiato mezzo cast...).

Margherita o quattro stagioni?

CHE JOHN GRISHAM fosse passato tre anni fa dall'Italia rimanendo affascinato dal nostro Paese, al punto da ambientarci un romanzo, è cosa nota, con The Broker. Ma lo scrittore che ha dato dimensione e notorietà al legal thriller adesso comincia un po' ad esagerare. Abbandona la parte legale e si lancia nella narrativa filo-hollywoodiana con il nuovo Playing for Pizza. Storia di un giocatore di football che s'infortuna nella AFC e finisce a giocare a Parma. Sempre a football. Qui il primo capitolo in inglese. Come sarà? E soprattutto, chi cavolo l'ha scelto il titolo? Altro piccolo dubbio: il mandolino e magari "O sole mio" no? Perché?

24.9.07

Pier e Steve

IL BLOG DI Pierferdinando Casino, come scrive Sandro, è un fake, cioè è falso, anche se aveva fregato molti dei suoi lettori (perlomeno quelli che amano il nascente genere letterario "blog di politico"). La cosa divertente non è che Casini ha "messo in moto la Polizia postale", come scrive sempre Sandro (i "postali" perché quelli sono gli agenti competenti per le indagini che hanno a che fare con i reati commessi in rete), dato che non è chiaro come faccia Casini a "metterli in moto" direttamente senza essere un Pubblico ministero o almeno il ministro degli Interni: erano cose che accadevano a Roma fino a 1600 anni fa, ma dal 1948 non dovrebbero più capitare; comunque...). La cosa divertente è un'altra: negli Usa per 18 mesi c'è stato uno che ha fatto un blog intitolato "Fake Steve Jobs" e tutti cercavano di capire chi fosse, alcuni sospettando dello stesso Jobs. Per tutti intendo "tutti esclusa la polizia", dato che esiste pur sempre la libertà di espressione.

Direte: ma FSJ non faceva finta di essere quello vero. Certo, però ci andava giù pesante contro il mondo dell'informatica, Microsoft, i blogger e lo stesso "vero" SJ (nel senso che gli faceva fare e tuttora gli fa fare la figura dell'idiota, visto che non ha smesso). Ora, visto che il falso Casini ha ingannato molti - e ha pure raccolto del consenso, se non sbaglio, a parte la tornata finale di insulti - forse casini invece che trattarlo come Pinocchio e mandargli contro gli "sbirri" (è l'espressione che usano di solito Collodi e Manzoni) per farlo arrestare colpevole - temo - del reato di "lesa maestà" travestito da chissà quale fattispecie penale (avrà fatto finta di impersonare un pubblico ufficiale? È il reato più grave che mi viene in mente tra quelli procedibili d'ufficio e lucrosi per l'eventuale richiesta di risarcimento danni a latere), Casini-quello-vero potrebbe invece assumerlo nell'ufficio stampa, no? Il fatto è che sembra bravo...

I know my chickens

ROCCO COTRONEO SI preoccupa di cosa ne sarà del buon regista brasiliano Josè Padilha dopo che il suo film, in uscita ad ottobre in Brasile, è già stato scaricato un milione di volte e circola sulle bancarelle degli abusivi. Ritorna il tema della pirateria e si ragiona anche sull'ottimo e ben fatto film, «Tropa de Elite», che - dice Cotroneo - racconta la vita dei reparti speciali della polizia di Rio de Janeiro, impegnati nella guerra contro i narcotrafficanti nelle favelas della città. E' un film estremamente realista, con attori eccellenti e ben girato. Racconta tutto, senza censura.

A parte il dubbio che l'abbia visto anche lui, il buon Rocco (come? scaricandolo?), è l'ultima riga dell'articolo ad insospettire:

Il film è stato iscritto per concorrere all'Oscar.

Domanda maliziosa: non è che la storia del milione di download tra favelas e quartieri "buoni" di Rio, e la dimensione di denuncia che "racconta tutto, senza censura", sia uno spin del solito, spregiudicato ufficio stampa "web 2,0" (la Casaleggio e associati di Brasilia), per far crescere l'attenzione dei media nel mondo e aumentare l'impatto sui giurati degli Oscar?



(e poi, queste "truppe di elite", a me ricordano più degli squadroni della morte, comunque. Sarà...)

"Non ti ho più visto, pensavo fossi morto..." "No, ero in Belgio".

MA VOI, CHE il Belgio sia da più di 100 giorni senza governo, ve n'eravate accorti? E che un tizio da quelle parti, seccato per la crisi etnica e politica fra valloni e fiamminghi (e anche un po' sciroppato, aggiungo io), abbia cercato di venderlo su eBay? Il Belgio, intendo...

E che eBay abbia ritirato l'asta dopo che un altro tizio che non c'è tutto neanche lui ha offerto 10 milioni di euro? Che facciamo, ci preoccupiamo? Gli prestiamo Sarkozy per un paio di settimane?

23.9.07

S'imparano sempre cose nuove

COME FUNZIONA LA vostra carta di credito? Presto detto...

Happy time!

È DOMENICA, È il momento di Doonesbury, di Gary B. Trudeau.

22.9.07

Timidezza

IL RESPIRO DELLA sua anima era potente come l'aria che si fa tempesta e riempie il mondo

Namasté and all that.

21.9.07

Son cose...

C'È VOLUTO UN bel po' di tempo: tre anni, con cambi di squadra, sacrifici umani, rivoluzioni e riti propiziatori, ma alla fine anche Condor ha il suo blog.

I honor the place where your blog and your website become one.

19.9.07

La vacanza

SONO TORNATO DA dieci giorni, e ho già nostalgia della vacanza... sigh!



(Io sono il trentaquattresimo nella ventiseiesima fila da sinistra. Quello con la ciambella viola)

18.9.07

Indovina chi è venuto a cena?

LA SENTENZA DEL tribunale europeo di primo grado sul caso Microsoft (condannata a pagare una multa da quasi mezzo miliardo di euro) campeggia sui giornali e si perde in rete in un milione di rivoli. Sul fatto che la cifra, enorme dal punto di vista di un'azienda "normale", sia in realtà molto più relativa per Microsoft che ha una capitalizzazione di Borsa pari a 269 miliardi di dollari e utili nell'ultimo trimestre per 3 miliardi di dollari, penso che si sia già detto a destra e a manca.

Potrebbe essere interessante però provare a tirare fuori un po' di cose "trasversali" a questa sentenza, che non riguardano direttamente il colosso di Redmond e il settore dell'informatica. La prima è l'andamento dei "trust" in Europa. La cosa non è molto conosciuta, ma ad esempio il consorzio Airbus aveva a suo tempo presentato una memoria in difesa di Microsoft: l'idea che la giurisprudenza europea in materia di anti-trust assuma una valenza troppo restrittiva non fa per niente piacere ad uno degli oligopolisti dell'industria aeronautica (e degli altri settori, come ben sa ad esempio Eni, che si è beccata un discreto bussolotto un po' di tempo fa dall'antitrust europeo).

Ancora, Mario Monti (64 anni), il nostro economista ed ex commissario europeo autore dell'indagine, guadagna di nuovo punti: ci vogliono per l'uomo che è decisamente ambizioso e che adesso riacquista (o perlomeno, non perde) quella stima anche internazionale necessaria ad un eventuale passo verso la politica: governi tecnici in caso di "morte prematura" di Prodi o per risultati elettorali sfavorevoli ad una maggioranza stabile alle future elezioni... [Tra l'altro, sempre valido il ritratto di Monti del 2007 fatto dalla rivista del Fondo monetario internazionale].

C'è di più: gli Usa sono parecchio arrabbiati per questa abitudine-politica dell'UE di mettersi a sindacare gli accordi tra aziende e le pratiche di aziende Usa. Fusioni, comportamenti sul mercato, prodotti: le norme europee sono più stringenti di quelle americane e le multinazionali non possono "far finta di niente"; a pena di restare fuori dai mercati dell'Unione europea e gli altri collegati.

Infine, visto che paesi come l'India e soprattutto la Cina si stanno dando le prime normative anti-trust e sono sostanzialmente alla ricerca di modelli consolidati ai quali adeguarsi (è una pratica comune nella legislazione: molto raramente uno stato si inventa ex novo una filosofia legislativa in un settore, quando ci sono altri esempi consolidati con i quali ha, per di più, relazioni economiche e giuridiche), il timore Usa è che il modello europeo venga esportato e che per l'attuale liberismo statunitense "i legacci e le mordacchie" nel mondo si facciano sempre più stretti...

iPhone UK

ARRIVATO OGGI NEL Regno Unito, ma per quanto riguarda il resto del mondo ancora non si sa. L'iPhone costicchia non poco per i sudditi di Sua Maestà e non ha l'Umts. I britannici sono abituati ad avere i telefoni gratis, omaggio sottoscrivendo un piano di accesso a Internet. Mmmh... La vedo un po' nera...

14.9.07

American Ground

QUALCHE GIORNO FA ricorreva l'anniversario degli attentati terroristici dell'11 settembre, per di più quest'anno di martedì che è proprio il giorno della settimana in cui l'11 settembre cadeva nel 2001. Ricordato e in qualche modo anche celebrato - con quelle polemiche, amarezze, dissapori, tristezza ed enfasi che si mescolano per questo avvenimento simbolico e al tempo stesso tragicamente reale -, quel giorno per me è stata l'occasione per comprare e iniziare a leggere American Ground di William Langewiesche, che è stato per dieci anni inviato dell'Atlantic Monthly (da marzo dello scorso anno è passato a Vanity Fair) ed è un giornalista bravo e prolifico nella produzione di libri e inchieste.

Il libro raccoglie tre lunghi reportage pubblicati negli Usa in volume nel 2002 e in Italia presi da Adelphi nel 2003. Vale la pena leggerli perché, nonostante lavorassi proprio agli esteri in quel periodo e abbia seguito sistematicamente quel che succedeva (senza contare quel che si è letto e visto negli anni successivi), moltissimi dei particolari almeno per me erano inediti. Lo stile asciutto - anche se Langewiesche è tutt'altro che neutro - è ancora più coinvolgente e restituisce ricordi che adesso sembrano davvero lontani. La prospettiva è quella delle macerie: come sono state provocate (impatti e crolli, alla faccia dei teorici delle esplosioni controllate), come sono state gestite, chi le ha rimosse, con quali problemi e quali polemiche. Un antico cliché di chi recensisce libri di giornalisti è scrivere che «si legge come un romanzo». Non si legge esattamente come un romanzo, ma abbastanza. Vale la pena.

Tra l'altro, per una combinazione, il prossimo 7 ottobre, che è una domenica, nel pomeriggio Langewiesche partecipa ad uno degli incontri organizzati da Internazionale a Ferrara. Sempre in quell'occasione, ma due ore prima, è organizzato anche un incontro con i direttori delle riviste come Internazionale, cioè oltre a Giovanni De Mauro anche Fernando Madrinha, direttore di Courrier Internacional Portogallo, Philippe Thureau-Dangin, direttore di Courrier International e Koga Yoshiaki, direttore di Courrier Japon.

Il libro di Langewiesche costa 19 euro ed è di 255 pagine. Lo pubblica Adelphi.

Vecchi classici

CERTE COSE NON cambiano mai, e viene da pensare che sarebbe bello se ne facessero uno all'anno: immaginatevi Die Hard, titolato negli Usa Live Free or Die Hard, quello con Bruce Willis (alias detective John McClane) che ciondola, spara e suda come un vitello, ad ogni Natale...

Comunque, negli Usa è già uscito il quarto appuntamento, che è una festa di scazzottate e sparatorie come gli altri e più degli altri. Fa da comprimario Justin Long (alias Matt Farrell), quello degli spot di Apple Get a Mac nella parte del giovane hacker (nuovi bacini demografici da esplorare per la produzione del flm).


Frase memorabile:
Matt Farrell: I'm not a doctor but it's looks like you're hurt.
John McClane: Sexy, isn't?


Ps
Alternativamente, se non piace la citazione di cui sopra (effettivamente rende di più sentirla che non leggerla), c'è sempre l'immancabile classico alla Bruce Willis:
Matt Farrell: What're you gonna do?
John McClane: I'm gonna go kill this guy and get my daughter. Or go get my daughter and kill this guy. Or kill all of 'em!

12.9.07

Pelato come una mela morsicata

QUI NON SI cerca di cambiare il mondo o fare la rivoluzione. Al massimo, si dà spazio a qualche personale mania che voi lettori - si, dico proprio a tutti e due voialtri - potreste anche per cinque minuti divertirvi a leggere. Comunque, prima che qualche anima bella nei prossimi mesi si metta di punta a dire che sono io il prossimo estremista, quello pelato come una mela morsicata, sappiate che c'è chi sta peggio di me. Molto peggio. Vedi alla voce Justine...

Quelli che viaggiano ad alta velocità (ETR500)

NEL VICINO ORIENTE per la prima volta un treno supera i 220 chilometri all'ora. Si tratta di un ETR500 italiano in "prestito" per mostrare cosa si può fare sui nuovi binari dell'alta velocità in costruzione tra Ankara e Istanbul (nel 2008 i treni passeranno da 6 ore e 30 a 3 ore e 10). I lavori sono praticamente appaltati agli italiani e quindi mostrarne le potenzialità su uno dei 57 ETR attualmente esistenti è anche un modo per fare cross selling e vedere di piazzare ai turchi (e agli altri paesi dell'Est che sono rimasti abbastanza colpiti dalla prestazione "possibile" anche in casa loro) un po' di treni.

Il motivo del successo dei treni e delle linee italiane - strano che in Turchia ci mettano meno a fare l'alta velocità che non dalle nostre parti, visto che anche lì la schiavitù è stata abolita da secoli e non fucilano né espropriano a cannonate i terreni limitrofi alla ferrovia: ma comunque... - è che sono alte velocità "relative". Più facili tecnicamente di quelle utilizzate dalle nuove linee ad "altissima" velocità (per comparazione), funzionano su rete mista che permette il passaggio anche ai treni normali. Da notare che l'alta velocità minima oggi non è più il muro dei 200 Kmh di una volta ma, secondo l'UE, è al minimo di 250 Kmh. Gli ETR500 possono superare i 300 Kmh (il record è del 2006 di 352 Kmh) ma la velocità di crociera "ragionevole" è di 250 Kmh,

Chi c'è dietro alle "macchine" della (relativamente) alta velocità italiana? Il consorzio incaricato di costruire i convogli bloccati degli ETR500 è il Trevi, nato nel 1986 e formato attualmente da quattro aziende (che negli anni si sono sostituite al gruppo originario composto da: Ansaldo, Breda, ABB Tecnomasio, Fiat e Firema):

AnsaldoBreda, proprietaria del 40%, che è a sua volta frutto della fusione di Ansaldo Trasporti e della Breda Costruzioni Ferroviarie ed è una controllata del colosso industriale Finmeccanica (il secondo gruppo industriale italiano, controllato dallo Stato e con un fatturato nel 2006 di 12,5 miliardi di euro e attività molto diversificate); AnsaldoBreda è il più attivo nel mondo tra gli operatori italiani, con commesse che vanno dalla Danimarca ai tram di Los Angeles, treni ad alta velocità per Olanda e Belgio, ferrovie per il Marocco, tram snodati per varie città italiane;

Alstom Ferroviaria al 20%, filiale italiana nata sulle ceneri dell'acquisita Fiat Ferroviaria (nel 2000) che produce treni e navi in tutto il mondo, il colosso francese vale 13,4 miliardi di euro di fatturato nel suo complesso. Alstom è diventata titolare delle tecnologie dei treni Pendolino (ETR460/480), costruisce i nuovi Pendolino ETR600 per il consorzio Cisalpino (Trenitalia e ferrovie svizzere) ed è al 21% di proprietà del governo francese;

Bombardier Transportation Italy al 20%, filiale italiana del colosso canadese che si occupa soprattutto di aerei ma anche di treni e vale un fatturato di 14,7 miliardi di dollari nel 2006;

Firema al 20%, (ex Firema Trasporti), composta dalla fusione del 1993 di una serie di vecchie aziende italiane tra le quali le Officine Meccaniche della Stanga di Padova, la Fiore Officine Casertane, la Ercole Marelli Trazione, la Retam di Milano e Perugia; Firema fornisce anche le metropolitane di Milano, i treni per le Ferrovie Nord e le carrozze biplano di Trenitalia.

11.9.07

Back in business

IL RICOMINCIO DELLA stagione è complicato da scadenze pregresse. Siete pregati di restare sintonizzati su queste frequenze, aggiorneremo quanto prima con la frequenza di un tempo.

10.9.07

Allons enfants de la Patrie

È TUTTA COLPA del Capitale. E del liberismo. E delle privatizzazioni. E della svendita di quello che prima era dominio degli stati, come la politica estera, il welfare e l'interesse nazionale. Insomma, delle multinazionali.

Naomi Klein, l'autrice del famoso No Logo, torna con un nuovo libro appena uscito dalle tesi un po' massimaliste ma al passo con lo spirito dei tempi: Shock Doctrine, ovvero l'ascesa del capitalismo dei disastri.

Detta in altre parole, sostiene la Klein, è tutta colpa di Milton Friedman e degli economisti della scuola di Chicago (quelli che il monetarismo e il liberismo a tutti i costi): da Reagan ai colpi di stato in Sudamerica, dalla svendita agli oligarchi della Russia post-comunista al conflitto in Irak. È bello riuscire a ritrovare qualche certezza che ricostruisca con un unico filo tutti gli avvenimenti che si sono succeduti da quando abbiamo lasciato i banchi di scuola (fin troppo tempo, ahimé) e che la cronaca di questi ultimi decenni non è riuscita a spiegarci. Compresi un paio di disastri planetari come l'uragano Katrina e lo tsunami asiatico.

La Klein, introdotta al (relativamente) grande pubblico in Italia dallo straordinario settimanale Internazionale, come altri fenomeni di successo di questi ultimi anni compreso il boom e poi lo sboom di Internet tra il 1996 e il 1999, ha imparato che il capitalismo liberista risponde a poche regole, semplici e selvagge. In qualche modo, quelle che intellettualmente ha scelto anche lei per le 670 pagine di analisi del suo libro.

Verrà tradotto pure da noi, non vi preoccupate. Ma difficilmente si noterà, a meno che il pifferaio magico B.G. (quello del V-day, ci siamo capiti, non voglio dargli il vantaggio di un link in più) non ne faccia con uno chaveziano puntiglio il suo prossimo cavallo di battaglia.

7.9.07

Doonesbury Double Dose

BACK IN BUSINESS con una coppia di domeniche arretrate dei comics di Gary B. Trudeau...