31.12.09

Auguri di buon anno! 2010 forever

SIAMO ARRIVATI ALLA fine dell'anno. Auguri a tutti. Per me, mi auguro un anno che viene pieno di carpiati come se piovessero dal cielo insieme alle rane. E un po' me lo auguro anche per voi. Buon fine e miglior inizio!


Le trasmissioni riprenderanno l'anno prossimo

Grazie, Herr Hubert Frach

LO SO CHE è banale, che lo fanno in maniera automatica sulla base dei dati che gli ho fornito io stesso e tutto il resto. Però con Alitalia ho accumulato qualche milione di miglia, sono da otto anni Freccia Alata, e non mi dicono neanche "crepa". Quelli di Lufthansa, invece, mi hanno spedito la mail con gli auguri di compleanno. È nei dettagli che poi nasce il rapporto con il cliente.

Bye bye, Editor & Publisher

È ATTIVO DA 126 anni. O perlomeno, lo sarebbe se il numero di gennaio non fosse l'ultimo ad andare in stampa. Infatti, a quanto pare Editor & Publisher sta per chiudere i battenti. ll periodico, una sorta di Prima Comunicazione fatta da gente seria (non la versione cartacea per metà di Dagospia e per l'altra metà della Marchetta Aziendale della Sera), era considerato il punto di riferimento di tutto (l'allora) ricco settore editoriale americano. Se non salta fuori un nuovo editore entro 48 ore, bye bye Editor & Publisher.

Le dimensioni della crisi, ovviamente dall'Editor & Publisher

30.12.09

Weekly World News

UNO DEI CASI più straordinari di giornalismo immaginifico e spazzatura della storia. Il Weekly World News pubblicava le notizie più improbabili e mai verificate, veniva venduto in 1,8 milioni di copie nei supermercati americani ed ha chiuso nel 2007, dopo trent'anni di onorato servizio.

Fra i titoli più belli: "Le termini divorano la Torre Eiffel", "Ecco l'uomo con tutti pollici nelle mani", "Arrivano i medicinali per i morti", "Ci sono ancora bambini vivi a bordo del Titanic", "Astronomi scoprono l'uomo nel Sole. 'È un personaggio davvero brillante'".

Oggi per fortuna la pubblicazione è di nuovo fruibile qui, in tutta la sua gloria, grazie a Google Books. E poi dicono che il programma della casa di Mountain View non serve a niente...

29.12.09

Saldi a Malpensa e Linate

PER TUTTI NOI titolari dell'improbabile card della Sea, la società che gestisce Malpensa e Linate, cioè la seami (è gratuita), arrivano importanti opportunità!

Money Quote: Entra in un mondo di sconti.

Il 2 gennaio arrivano i saldi a Linate e Malpensa. È un’opportunità unica per accumulare punti preziosi in tutta convenienza.

Ti aspettano oltre 200 negozi con mille proposte per i tuoi acquisti a prezzi scontatissimi. Tutto in un unico grande spazio: il tuo aeroporto.

Non perdere questa occasione. Tieni pronta in tasca la tua card Seami e libera la tua voglia di shopping.


Ps: ovviamente serve anche un biglietto aereo, altrimenti col cavolo che ci si arriva ai 200 negozi...

28.12.09

Virtual community

SE NON AVETE niente da leggere nell'ultima settimana dell'anno e un po' ve la cavate con l'inglese, perché non dare una ripassata a Virtual Community? L'ha scritto Howard Rheingold, giornalista della vecchia leva che, nel raccontare le vicende di The Well, si è "inventato" uno dei termini successivamente più usati nel mondo digitale. Confrontando il libro con una serie di elucubrazioni successive, si scopre che Rheingold regge benissimo alla distanza.

27.12.09

Nove sono meglio di ventisette?

SE PASSATE DA Broadway, nelle prossime settimane, e vi ballano un centinaio di dollari, forse è il caso che andiate a farvi un giro per vedere Fela! il musical sulla vita del musicista afrobeat nigeriano Fela Anikulapo-Kuti. Nel 1978 l'uomo come gesto politico si è sposato con 27 donne, rappresentate nel musical da 9 ballerine addobbate con costumi, parrucchiere e trucco tribale. Fela è considerato uno dei padri della musica funk, oltre ad essere stato un attivista dei diritti umani ed esponente politico.

Il musical era nato come produzione off-Broadway nel 2008. Secondo il New York Times, che racconta la storia del musical partendo proprio dalle nove performers, si tratta di uno degli spettacoli più interessanti degli ultimi tempi, che sta dando la stura a una vera e propria riscoperta della musica dell'artista nigeriano.



Money Quote: During 30 years of protests Fela was imprisoned at least a dozen times. After one such stretch, about eight years into the collective marriage, he pronounced the institution of marriage a fraud, and some of his wives left him, according Mr. Moore’s biography. Other relationships frayed over the years as Fela endured prison and later suffered from AIDS. He was 58 when he died in 1997.

As far as Mr. Moore knows, the co-wives bore four or five of the children fathered by Fela, and perhaps three of the women died of AIDS. (In 1961 he legally married Remi Taylor.) Today the former wives are scattered around the world, with at least one in London and a handful still in Nigeria, he said.

26.12.09

Me Air

ADESSO VOLARE NEGLI Usa sarà ancora più spiacevole. Grrr.

24.12.09

Quasi quasi è buon Natale

SAPETE CHE SECONDO il Newy York Times in futuro il telefono cellulare nei viaggi d'affari sarà importante come la carta di credito? Meditazione pre-natalizia.

23.12.09

Apocalisse by train

A QUANTO PARE, sono arrivato a Firenze appena in tempo. Un altro po' e facevo Natale nella stazione di Bologna...

22.12.09

Zeitgeist

SONO ARRIVATO A Firenze con 135 minuti di ritardo; la capotreno ha risposto scandalizzata alla mia domanda sull'ipotesi di un risarcimento (dopotutto, 52 euro per metterci il doppio del tempo...) freddandomi: "È colpa del tempo, non di Trenitalia: niente rimborso". Era pronta a mettere le mani nel viso a chi avesse ribadito che mezza Europa, quella del nord, fa viaggiare treni (per di più made in Italy) a -20 senza grandi drammi.

Meditavo poi sulla rete: oramai l'idea di Internet come luogo per la "perdita di tempo" quando si ha tempo da perdere (ad esempio in treno) è pervasiva e affascinante. E sistemi nati senza interfaccia web, come Twitter, impazzano grazie alla mobilità della connettività. Questo capodanno, pensavo, quali saranno le parole più usate che rispecchieranno lo spirito del tempo: quelle che vengono dalle ricerche aggregate da Google o quelle che vengono dai cinguettii quotidiani di Twitter e le paginate agricole su Facebook?

Il viaggio della speranza

MA È POSSIBILE, alla fine del 2009, fare viaggi da carro bestiame perché ha nevicato due giorni? A gennaio cosa facciamo, scaviamo una buca e cerchiamo di sopravvivere interrati? Partiamo con un'ora e 45 minuto di ritardo. Non è chiaro quando arriviamo a Firenze. Due ore di turbo-ubris trasformate in un delirio. Bellissimi pero i treni congelato fuori dalle volte-galleria ottocentesche di Milano...

Transumanza

MI SPOSTO A Firenze per le feste. Le peripezie dei viaggiatori meccanizzati possono essere seguite attraverso l'apposito Viaggiatreno. Nonostante il gelo pare funzionare, almeno quello.

Perché Natale è sempre Natale.

20.12.09

Nicely handled

COME OGNI DOMENICA, Garry B. Trudeau con Doonesbury.

Bye bye, vecchio Cisalpino

NOVE ETR 470 e altri sei ETR 610 (dei 14 in ordinati a suo tempo). Cisalpino, la joint-venture fra Trenitalia e Ferrovie svizzere, il 13 dicembre ha chiuso i battenti. Divorzio non troppo consensuale, visto che fino a pochi mesi prima il consorzio investiva e preparava piani di sviluppo. Se ne vanno così alcuni dei convogli che hanno mosso in Italia, nel solo 2008, 12 milioni di passeggeri per 53 milioni di chilometri percorsi attraverso 76 destinazioni tra Italia e Svizzera.

Cisalpino è stata per anni la mia scelta principale per fare la spola tra la natìa Firenze e Milano. Costava meno dell'allora Eurostar (il treno era in classe Intercity) e permetteva di arrivare a Milano con soli 15 minuti in più, cioè in tre ore secche secche, dando però la sensazione che sulla vecchia Firenze-Bologna i Pendolini potessero fare davvero la differenza rispetto agli ETR 500 di Trenitalia.

Qui raccontata la storia in uno scarno comunicato stampa: dalla fondazione nel 1993 all'epilogo; nel 2007 l'anno di maggior successo commerciale, con la rottura. Infatti, l'ordine dei nuovi ETR 610 non viene onorato dal produttore né nel 2007 né nel 2008. Nel 2008 l'azienda noleggia treni da terzi per rispettare l'orario programmato che è entrato in vigore. Questa estate arrivano i treni e poi l'epilogo a settembre, con la chiusura del 13 dicembre. Fin.

Secondo un'altra lettura, più maliziosa, sulla decisione che poteva essere evitata per varie ragioni avrebbe pesato il braccio di ferro in corso tra Berna e Roma: l'atteggiamento del governo italiano non piace a quello svizzero, che sta combattendo in tutti i modi le richieste di informazioni bancarie e le altre mosse volute principalmente dal ministro dell'Economia italiana (e questi c'è chi dice che, a sua volta, sia impegnato a fare pressione sulla Svizzera per dare peso nelle trattative del presidente del Consiglio con alcuni poteri forti italiani che Oltralpe conservano benefici sostanziali).



Comunque, resta il fatto che Cisalpino non c'è più e che da adesso in poi le due società faranno di nuovo ognuna per conto proprio. A me rimane solo da sperare che Taito ne faccia una versione speciale per Densha de Go!. Gli ETR 610 di Alstom (per tramite dell'ex Fiat Ferroviaria) sono la versione Cisalpino solo leggermente modificata dei nuovi ETR 600 per Frecciarossa.

Cisalpino: lacrime nella pioggia...

19.12.09

30.000 leghe sotti i mari

QUANDO ERO BAMBINO c'erano le televisioni private. Non come quelle di adesso: erano piccole, regionali e cercavano di darsi un tono. A Natale la Rai passava i classici eterni, soprattutto quelli della Disney o le cose che cercava di produrre da sé e poco altro (Tom & Jerry). Gli altri si arrangiavano con quei quattro film a cartoni animati giapponesi che circolavano all'epoca, quasi sottobanco.

A produrli era soprattutto la Toei a partire dagli anni Sessanta mentre da noi sono arrivati alla fine degli anni Settanta: da noi ci sono stati i vari capitoli del Gatto con gli Stivali, e poi L'Isola del tesoro, Taro, La piccola sirenetta e vari altri (che, a scapito del nome, spesso non c'entravano praticamente niente con le favole occidentali che citavano). La Toei mantiene la lista di tutte le sue produzioni. In quel periodo, questi erano film che rimbalzavano anno dopo anno in replica sulle emittenti private dopo aver fatto un rapido capolino in sala, mentre altri (come quelli di Goldrake e il Grande Mazinga) erano invece praticamente scomparsi perché il cartone animato seriale era della Rai -- La quale Rai, sia detto per inciso, ci ha messo del suo acquistando film animati giapponesi e seppellendoli nel dimenticatoio dopo un'unica trasmissione, come Nausicaa della valle del vento di Hayao Miyazaki, una colpa che da sola dovrebbe valere una vita di obiezione di coscienza al canone.

Insomma, il mio Natale era fatto di appostamenti per vedere se ribeccavo (e ci riuscivo quasi tutti gli anni) questo cartone animato: 20.000 leghe sotto i mari, anche se in originale le miglia in realtà erano 30.000 e non c'entra niente Jules Verne. La storia è fantasy-fantascientifica e tenera come solo quelle che ti raccontano da bambino possono esserlo. La dobbiamo alla fantasia di Shotaro Ishinomori, nato nel 1938 e scomparso una dozzina d'anni fa, nel 1998. Uomo dalla fantasia sterminata e dalla capacità lavorativa incrollabile (ha il record del maggior numero di tavole di fumetti disegnate: 128mila!), ha realizzato moltissime cose, tra gli altri Cyborg 009 e Ryu il ragazzo delle caverne e in Giappone gli è stato dedicato anche un museo (che un giorno prometto pubblicamente che visiterò).

Questo film prodotto dalla Toei, uscito il 19 luglio 1970 e considerato a tutti gli effetti un'opera "minore", cioè Kaitei 3-man Mile (Kaitei sanman Mile), riesce nonostante tutto a raccontare in maniera pulita una "piccola" storia di fantasia e che mette a tema la fragilità dell'ambiente, il desiderio e la brama di conquista, la forza dei buoni sentimenti che prevale. Perfetta per Natale. Senza contare alcune deliziose invenzioni, come il tango sottomarino (fine secondo blocco) e la canzone, scomparsa nell'edizione nostrana.

La versione in italiano purtroppo non la vedo più da un paio di decenni. Le tivù private non la passano o forse sono io che oramai non la cerco più. Su Internet non si trova, se non a spizzichi e bocconi. C'è però facile-facile una versione tutta in giapponese, che non è proprio la cosa più pratica da guardare, a meno che non siate bilingue o che vi ricordiate il film praticamente a memoria. In quest'ultimo caso vi rendereste conto di quanti piccoli e meno piccoli tagli siano stati fatti per "adattare" ai bambini dell'epoca la trama, in realtà solo un poco più complessa della versione arrivata in Italia. Piccole cattiverie, insomma. Anche perché per me questo film è il Natale.

Se mille anni fa l'avete visto e ancora ve lo ricordate un po', magari questa è un'ottima occasione per dargli un'altra occhiata. Altrimenti, sentitevi liberi di curiosare oppure di passate oltre. Fa lo stesso. In ogni caso, 30.000 leghe sotto i mari è il mio regalo di Natale agli abitué di questo Posto. Buone feste.













14.12.09

Il giorno che la carta d'identità fu finalmente mia

MI HA GUARDATO negli occhi e mi ha chiesto, con aria indifferente: "Lei ce l'ha un lettore di smart card?" Era la domanda trabocchetto che temevo fin dal principio. Come dovevo rispondere? Ho tirato il fiato, cercando di guadagnare tempo, e mentalmente mi sono messo a ricapitolare perché ero là.

La mattina del 25 novembre. Una data stampata per sempre. Stampata sulla mia nuova carta d'identità digitale. La data del giorno che ce l'ho fatta. Sono andato a Palazzo Vecchio, sede dell'ufficio centrale dell'anagrafe di Firenze, l'unico che "eroghi" le carte d'identità digitali alla cittadinanza e, dopo mezz'ora di coda in attesa dell'apertura, ho chiesto alla signora della reception di poter fare la carta. Questa volta avevo tempo, questa volta non rischiavo di essere rinviato alle 11 per poi dover annullare tutto, perché avevo il treno per tornare a Milano. E invece anche questa volta mi hanno stupito.

"Da un paio di settimane prendiamo solo appuntamenti telefonici, e non c'è più spazio fino a metà dicembre", mi dice lei, guardandomi come se stessi per mettermi a urlare. Richiudo la bocca appena in tempo. Un dramma. Il crollo. Faccio per andarmene con le pive nel sacco, poi ci ripenso, torno indietro, insisto. La signora è una donna di mondo, capisce: "Guardi, aspetti qui. Per fare una carta ci vuole quasi un'ora, ma se qualcuno arriva in ritardo, faccio passare lei". Così è successo già al secondo appuntamento delle nove e mezza. Passo io. La logica è quella perfettamente italiana nella migliore tradizione della nostra burocrazia.

Un'altra signora, che da vent'anni fa l'anagrafe del Comune, mi viene a prendere e mi conduce in un dedalo di stanze e passaggi in cui qualche secolo prima è certo che abbiano abitato gli stallieri o al massimo il corpo di guardia di Cosimo il Vecchio. O forse di Lorenzo. Chi può dirlo? Bisognerebbe sapere quell'ala di Palazzo Vecchio quando è stata costruita. La pressione per il momento magico finalmente a portata di mano mi fa immediatamente divagare. È sicuro che in quei corridoi ci passavano i partigiani, perché no, e gli ufficiali tedeschi durante l'occupazione, e poi il sindaco santo La Pira e poi, trent'anni dopo, il suo pupillo Primicerio. Arriviamo alla stanza con la super-macchina delle carte d'identità digitali. Delusione, sembra un banale rolodex chiuso. La signora ha tutta la mia documentazione, certosinamente raccolta, e inizia a smanettare al computer per fare la carta d'identità. La prima domanda però mi gela: non lo so se rispondendo che non ce l'ho il lettore di smart card (che non credo sia neanche compatibile con il Mac) lei blocchi tutto e mi dica che "eh no, se non ce l'ha allora non se ne fa di niente. Ripassi quando l'ha comprato".

"No - mi arrischio - non ce l'ho". Lei mi guarda: "Bravo, perché non serve a niente. Tanto, per andare online basta che mette il numero e il pin che sta su questo foglio. Se lo perde, guardi, deve girare il foglio e dietro c'è il puk per recuperare il pin, come i telefonini". Mentre la guardo chiedendomi come possa uno girare il foglio che ha appena perso, andiamo avanti con la procedura.

Firma da digitalizzare, foto al volo con la macchinetta che pare una web cam (ed ha una risoluzione simile), impronte digitali, varie altre pratiche, e poi si stampa la mia sospirata carta d'identità elettronica. È bellissima. Guardo la signora che sta per porgermela. Non resisto: "Vede, questa la posso finalmente mettere nel mio mini portafoglio-portasoldi da tasca davanti, con le altre carte". Lei mi scruta: "Deve tenerla sempre in questa custodia in cartoncino schermato, sennò si smagnetizza subito: è delicatissima! Temo che non ci potrà entrare in quelle taschine". Il suo sorriso diventa esplicitamente provocatorio. Mi gela per un attimo, poi, estraendo il portafogliono-portasoldi, ribatto: "Guardi, nella tascona centrale ci sta lo stesso!". Il mio sorriso mi raggrinza anche la pelle della collottola.

Lei per un attimo pare sconfitta, chiude la bocca, la riapre e sferra la mazzata finale: "lo sa, non bisognerebbe mica tenere soldi, documenti e carte tutti insieme, che poi se li rubano non le resta proprio più niente". Mentre mi tocco mentalmente le palle, le regalo il mio migliore sguardo triste come dire "hai vinto tu", e con la mente inizio a divagare. In un attimo sono lontano: mi vedo davanti a un muro giocare a tennis con una cassetta piena di pulcini per palline. Proprio mentre sento il sapore del panino al lampredotto che immagino di mangiarmi dopo l'allenamento, lei annuncia trionfale che abbiamo finito. La ringrazio, prendo la carta, saluto, ringrazio ancora e mi allontano. In meno di 45 minuti un altro cittadino italiano è dotato dello strumento futuristico di identificazione personale. Ce l'ho fatta, magnifico e progressivo, ho coniato il mio sogno di avere la carta d'identità digitale. Adesso, possiamo andare avanti e capire esattamente a cosa serva.

13.12.09

Libri dalla tomba (ovvero, quelli che neanche da morti smettono di scrivere...).

È USCITO NEGLI Usa l'inedito del compianto Michael Crichton: Pirate Latitudes. Pare sia bello. L'anteprima l'hanno fatta su Kindle il 24 novembre, la versione cartacea è uscita il 30 (quindi ci sta che l'abbiate già letto da qualche parte, non lo so: non leggo più gli altri blog e anche i giornali cerco di evitarli più che posso).

Money Quote: The plot sucks you in like the giant kraken monster that nearly sinks our hero's galleon.
(Benjamin Svetsky, Entertainment Weekly)


Ready to save newspapers?

GARRY B. TRUDEAU arriva come ogni domenica con Doonesbury. E io sono "back to Milan"...

8.12.09

Fughe

SI FA PRESTO a dire "cervelli in fuga". Ma mica se ne vanno solo quelli: fuggono anche tante braccia, tante bocche, tanti intestini. Pure tanti coglioni...

6.12.09

Driiiin Driiiin

>CLICK...ZZZZZH -- PING!

Buongiorno, qui parla la segreteria testuale di questo blog. Siamo momentaneamente assenti. Lasciate un commento e vi risponderemo al nostro rientro.

Namasté

Rrrrrtttttttt. Ping! Ci-clack.

Tu-tu-tu-tu-tu...

...
-- MXPNRT-NRTMXP--

G-g-gotta go, Alex!

DOONESBURY, ANCORA PIU' ispirato, come ogni domenica, da Garry B. Trudeau.

4.12.09

Get out

MI STO RENDENDO conto che qui c'è bisogno di cambiare aria per un po'. M'è venuta una mezza ideuzza: ci devo pensare!

Retro bag

LO DICEVO IO che le borse da uomo stile retro stavano riemergendo. Questa tiene anche il computer.

2.12.09

Apple Will Break Open The Digital Book Floodgates

UN FILO TECNICO, ma dice quel che c'è da dire sul tema dei libri digitali e di Apple. Prima delle indiscrezione dei giorni scorsi, oltretutto...

Money Quote: Let me spell out what this means. You will not need a developer to create a digital book.

1.12.09

Altri giochi

IL SOLITO, MERAVIGLIOSO Matteo Bittanti...

Money Quote 1: La narrazione tradizionale è un monologo. I videogame sono dialoghi, conversazioni. Ergo, non ha senso parlare di videogame come romanzi interattivi o film interattivi. E’ la sindrome dello specchietto retrovisore, per dirla con McLuhan: considerare i new media come semplici rimediazioni dei media che li hanno preceduti, ma solo perché ci mancano le categorie concettuali per comprendere appieno gli aspetti innovativi che li caratterizzano. I videogame non sono storie, ma campi da gioco high-tech, parchi a tema deliranti popolati da mostri e altre aberrazioni

E poi...

Money Quote 2: I new media non sostituiscono quelli che li hanno preceduti, ma li completano e li ampliano. Per cui, i videogame non uccidono il libro. Semmai il libro si evolve e diventa digitale. Spero che prima o poi qualche game designer si svegli dal torpore hollywoodiano e decida di adattare in forma videoludica la tetralogia post-apocalittica di J.G. Ballard: Il vento dal nulla, Il mondo sommerso, The Burning World e The Drought. Perché non mi basta leggere Ballard – o vederlo sullo schermo – voglio vivere le sue visioni malsane. E il videogame è l’unico medium che mi consente di farlo.

L'occasione è il commento al libro di Paolo Caredda, Altri giorni, altri alberi

Tutti a bordo!

COSE DA SEGUIRE il 5 dicembre.

Money Quote: Royal Caribbean International's MS Oasis of the Seas, the largest cruise ship in the world, will make its maiden voyage today. Five times the size of the Titanic, the $1.5 billion ship has 2,700 cabins in seven "neighborhoods", an ice rink, a small golf course, and a 750-seat outdoor amphitheater. It can accommodate 6,300 passengers and 2,100 crew members.



Ps: dategli tre giorni, e lo leggerete anche sui giornali italiani)