26.2.23

"Optics"?

QUESTA DOMENICA GARRY B. Trudeau con Doonesbury si chiede: come mai la Guardia Nazionale è arrivata al Campidoglio solo durante il pomeriggio? È una bella domanda, con una risposta paradossale (il bombardamento), mostrando che lo spostamento di punto di vista permette di capire meglio il significato di quello che è successo al di là di quello che è stato detto e dichiarato, cioè il significato dei comportamenti messi in atto dai quali si può ricostruire l'intenzione e la volontà. 

Questo perché, a mio avviso, in una società sempre più confusa dalle manifestazioni esteriori della comunicazione, dal marketing e messa in scena di se stessi sia nella sfera pubblica che in quella privata, i "comportamenti concludenti" (in senso ampio) diventano difficili da riconoscere.



 

19.2.23

It's a dud!

TORNA ANCHE QUESTA domenica Garry B. Trudeau con il suo Doonesbury e mescola come sempre due piani: la guerra un Ucraina da un lato e George Santos, un politico americano di origine brasiliana che è anche un bugiardo patologico, proprio come The Rascal.



12.2.23

Hi, honey!

CHE FINE HANNO fatto gli agenti del Secret Service che erano in auto con Donald Trump nel giorno del tentato colpo di stato? Garry B. Trudeau ci ha abituati a racconti simbolici o allusivi, ma questa domenica il suo Doonesbury fa un pezzetto di cronaca e racconta dov'è uno degli agenti che hanno seguito i consigli degli avvocati di Trump e "non si ricordano" se l'ex presidente ha cercato di prendere il volante dell'auto presidenziale e tornare verso il Campidoglio o no. 

Cioè, se Trump voleva attivamente partecipare a quello che a tutti gli effetti è stato un tentativo di colpo di Stato che ha incitato nei giorni precedenti ma al quale poi ha sempre negato di avere alcun collegamento, consapevolezza o responsabilità diretta o indiretta. 

Trudeau con grazia ci ricorda che la storia viene scritta con quello che c'è, ma se si va a fare un lavoro più di fino e si guardano questi pezzetti volutamente mancanti, la narrazione diventa un'altra.







5.2.23

Il giornalismo secondo Trudeau

Garry B. Trudeau ha vinto un premio Pulitzer per una categoria inventata su misura per lui. E non è l'unica cosa incredibile che mostra il successo dell'autore americano di uno dei comics più importanti per il costume e la società di quel Paese (per tacer della politica). 

Alcuni anni fa, consapevole della mia passione per Doonesbury (che vedete peraltro scorrere domenica dopo domenica in questo posto), Matteo Stefanelli mi coinvolse nelle prefazioni in un'impresa interessante: la pubblicazione integrale di Doonesbury in italiano. Partecipai con un breve saggio che cercava di spiegare in cosa consiste il giornalismo di Doonesbury. 


Il mini-saggio è disponibile qui sul mio sito. Purtroppo non siamo mai andati oltre il primo volume, opera meritoria ma molto incompleta. 

She called, by the way

COME OGNI DOMENICA torna Doonesbury. E questa volta Garry B. Trudeau, oltre a far fare un altro passettino in avanti ai suoi personaggi non importa quanto secondari e riprendere le fila di qualche storia temporaneamente abbandonata, affronta un tema sociale interessante. Qual è la differenza tra essere un aggettivo e un sostantivo, cioè tra creativo e creatore? 

È un bel modo di porre il ragionamento e, implicitamente, trasportare il sostantivo, il creator, che fa parte del mondo di internet, nel mondo degli aggettivi, la creative person, che fa parte di quello dell'arte "vera" e delle professioni appunto creative. In italiano si usa un brutto termine, "sdoganamento", ma avete capito cosa voglio dire.