18.5.03

Il momento della verit�

ANCHE BELLARIA E' andata. La Digital Culture, il ritrovo dei creativi digitali, si � consumato. Gente da tutta Italia, dopo quattro anni dal lancio della versione aperta ai distributori e al pubblico. Quaranta espositori, 2500 visitatori. Settanta seminari gratis e sedici workshop a pagamento, forte attenzione sui pacchetti di applicazioni (Macromedia, Adobe e altro), ma soprattutto tanto video digitale con Final Cut.

Presentata anche la nuova versione 4.0, in anteprima per l'Europa. Dopotutto, D_Cult (da quest'anno � il nome ufficiale della manifestazione) � un po' il MacWorld italiano. Anche se non si pu� dire, almeno ufficialmente. Dato che Cupertino non ammette manifestazioni ufficiali di Apple fuori da quelle istituzionali (San Francisco, Parigi, Tokyo non c'� pi� e la situazione per New York e Boston � un po' complessa).

La mia sensazione? Una buona occasione non sfruttata al massimo. Soprattutto per la scelta del posto: prima di trasformarsi in D_Cult, era l'appuntamento annuale per Apple con i suoi rivenditori. Una specie di canvas in localit� godereccia e marinara, una festa di primavera a base di piadina e cene in collina. Ma adesso, tra pensioni vista mare a due stelle che aprono e stabilimenti balneari tristemente chiusi, pare che non sia esattamente il posto pi� figo d'Italia per giocare la carta della cultura digitale per gli utenti del mondo Mac. Lo Smau della mela, il Futurshow degli adoratori di Cupertino, il Webb.it dei pretoriani di Steve Jobs...

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