27.6.03

L'avevo detto, io. Anzi, l'avevo scritto

QUASI UN MESE fa sul Sole 24 ORE. Che le major discografiche hanno cambiato strategia. Che adesso non vogliono pi� colpire chi produce Mp3 ma chi li scarica. Che faranno dei gran mazzi a tanti, come si legge qui. Ma il webmaster del giornale non mette online gli articoli, e quindi dovete fidarvi sulla parola... Anzi, lo pubblico io l'articolo, cos� siete soddisfatti lo stesso (� la versione lunga, poi l'ho tagliato in redazione perch� in pagina c'era meno spazio).

Tra case discografiche e "pirati" della musica � guerra aperta: la minaccia � il crollo delle vendite di compact disc a causa dei sistemi di file sharing attraverso Internet, cio� lo scambio di brani musicali in formato Mp3. Nel 2002 se n'� andato quasi l'8,3% delle vendite prevalentemente a causa - dice la Riaa, l'associazione delle industrie discografiche americane - di Kazaa e Grosker, due popolari software per scaricare musica da Internet.

Non � solo illegale, arriva a dire John Styll, presidente dell'associazione della musica Gospel, ma "� anche peccato mortale". I "pirati", dal canto loro, lo considerano un peccatuccio veniale e ribattono che la gente � stufa di pagare i prezzi esorbitanti dei cd.

La fase delle grandi cause giudiziarie � stata chiusa pochi giorni fa da una sentenza federale proprio contro i due software: a differenza di Napster, cancellato con un'ordinanza nel 2001 che ha fermato i 50 milioni di utenti del servizio illegale, un giudice federale ha assolto le societ� che producono i software perch�, a differenza di Napster, non sono direttamente coinvolte nell'uso che ne viene fatto dagli utenti. Lo scambio dei file, infatti, non avviene sui server dei produttori, ma direttamente tra utenti.

La risposta delle case discografiche si � rivolta immediatamente verso i singoli "pirati": sono stati citati in giudizio (e rischiano di dover pagare cifre da capogiro) quattro studenti di un college statunitense che avevano messo a disposizione dei compagni di scuola migliaia di canzoni nella rete del campus. E pochi giorni fa la Riaa ha distribuito attraverso il sistema di chat dei software stessi usati per lo scambio di Mp3 un avvertimento a milioni di appassionati di musica: sappiamo chi siete e che siete coinvolti in questa pratica illegale. Come dire: smettete se non volete conseguenze legali, possiamo portarvi tutti in tribunale.

La battaglia delle case discografiche per tutelare il diritto d'autore in rete procede senza esitazioni. Wayne Rosso, presidente della software house che ha realizzato Grosker (ma ci sono anche DirectConnet, WinMX, StreamRipper e un'altra decina di software che consentono di scambiare o ascoltare a distanza canzoni in formato elettronico senza pagare) ribatte: "Cos� l'industria discografica attacca i suoi stessi clienti, gli appassionati di musica". Perch� la difesa, sostengono in molti, � che lo scambio dei file aiuti a scegliere le canzoni che poi verranno acquistate regolarmente nei negozi.

In realt�, fino ad oggi ci sono poche alternative al vecchio cd, nonostante la rete sia potenzialmente lo strumento ideale per la distribuzione legale dei contenuti audio: molti artisti lo hanno capito e offrono sui loro siti personali un'anteprima delle canzoni o la possibilit� di scaricare - a pagamento - l'intero album.

E' il caso di Madonna e dei Fleetwood Mac, ad esempio, ma il successo � limitato. Oppure i servizi creati direttamente dalle case discografiche: Pressplay di Sony e Universal, MusicNet nato dall'allenaza tra Bertelessmann (Bmg), Emi e Aol Time Warner. Ma anche questi servizi non funzionano come sperato: troppo limitati i cataloghi online, troppo caro l'abbonamento (arriva fino a 10 dollari al mese solo per partecipare al servizio) troppo cari gli album e se poi uno disdice il servizio non pu� pi� ascoltare la musica che ha regolarmente pagato. Inoltre, non � quasi mai concesso masterizzare su cd una copia dei brani acquistati o salvarli su un lettore portatile. Insomma, dicono in molti, � una fregatura.

Anche scaricare musica da Internet, per�, pu� rivelarsi un cattivo affare. Ma, sostengono i "pirati", almeno � gratis: insieme agli Mp3 circolano infatti virus, Trojan horse (software che possono compromettere il computer su cui vengono attivati) pornografia, canzoni in bassa qualit� e anche file con un nome e tutt'altro contenuto. Tanto da far pensare ai dietrologi che possa essere un'operazione di "intelligence" e sabotaggio da parte dell'industria discografica: nei forum online circolano leggende metropolitane su emissari della Riaa che, travestiti da utenti, distribuiscono file infetti oppure falsificati per rendere l'attivit� di pirateria musicale frustrante e riportare sulla retta via i consumatori. Leggende metropolitane, appunto.

Antonio Dini

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