26.6.03

Quell'uomo e il suo Moscone

STEVE JOBS LUNEDI' l'ha fatto di nuovo. Ha acceso il dispositivo segreto che tiene celato tra le falde della sua maglietta nera e ha attivato il campo di distorsione della realt�. In pochi minuti i quasi quattromila baccal� congelati nell'aria condizionata dello stanzone sotterraneo del Moscone Center (a un tiro di schioppo dal Moma di San Francisco) hanno perso il contatto con il mondo reale.



Non ho visto il keynote, n� in presenza n� con lo streaming via internet reperibile tutt'ora tra le pagine Apple. Non volevo. Conosco quell'effetto, le movenze, le argomentazioni, le pause, il palco sul quale quel vecchio teatrante un po' buddista e un po' hippy in carriera si muove.

E' difficile essere guru, ma se uno ha l'arma segreta tutto diventa realizzabile. Anche presentare prodotti, specifiche, dati, numeri, prove, confronti. Annichilendo la concorrenza. Portando sull'orlo dell'estasi i fan devoti, adepti di una religione alternativa, tutta tecnologica, il sogno di Saint Simon.



Apple ha lanciato una nuova linea di processori (G5, prodotti da Ibm, con buona pace di Motorola) e di desktop. Ha annunciato il nuovo sistema operativo, Panther (10.3). Ha presentato una telecamerina (iSight) da usare insieme alla nuova versione di iChat Av. Ha convinto tutti che il futuro � adesso. Poi, si sono probabilmente spente le luci, tutti sono usciti in fila (ricevendo la telecamerina in omaggio, roba da 150 dollari circa) e lentamente gli effetti della dolce distorsione della realt� hanno cominciato a svanire. Molto lentamente.

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