10.6.03

Siamo arrivati anche noi (pi� o meno)

IL CLUB E' molto grande: comprende tutte le altre nazioni europee (con l'esclusione del solo Portogallo). E' il club di quelli che hanno finalmente deciso di autorizzare l'uso del Wi-Fi in luoghi pubblici o aperti al pubblico.

La sapete la storia, no? Il Wi-Fi � il sistema per collegare senza fili un computer a un punto di accesso, fondamentalemente per avere la possibilit� di navigare in Internet senza dipendere da un cavetto. In casa propria ognuno � libero di fare quello che gli pare, fuori per�...

E' un problema, perch� il governo italiano (come molti altri) considera l'etere nel quale si trasmette un bene da tutelare (le frequenze sono limitate e soggette ad esaurirsi). Quindi, come � gi� successo per la radio prima e per la televisione poi, il conflitto � tra chi (Stato) � titolare del bene e chi (gli utenti e le compagnie che offrono servizi) deve pagare per essere autorizzato a usarlo.

Il contrasto � oltretutto acuito dal fatto che chi per business si occupa ad esempio di telefonia mobile (tipo le tre soceit� italiane pi� la nuova societ� in azione per l'Umts) vede il Wi-Fi come il fumo negli occhi. Un competitor! Soprattutto se si lasciano libere le persone, una volta che hanno acquisito un accesso a Internet (ad esempio con l'Adsl in casa) di mettere un access point in giardino, offrendo connessione gratis a chi passa.

Magari non ci rimettono solo gli internet provider, ma anche le compagnie telefoniche, dato che se c'� abbastanza banda si pu� anche telefonare usando internet (come insegna tra gli altri Fastweb).

Risultato? Da noi oltre al regolamento e all'autorizzazione, emergono anche gli obblighi, come riporta The Register... Caso particolare e un po' dettato da una visione ottocentesca e conservativa (pi� che liberale) dell'amministrazione dei beni pubblici.

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