PRIMA SIA CHIARO che sono conscio del fatto che non gliene frega niente a nessuno. Ok, ne parlo solo per cercare una dimensione che possa avere una valenza meno intimistica. La mia vita � cambiata, nel senso che adesso la tecnologia e la comunicazione la fanno da padroni.
Quante volte guardate la posta elettronica, ogni giorno? Quanto spesso spedite o ricevete sms? (dando per scontato che vi portate sempre dietro uno di quei cosi, una piccola radioricevente digitale a batteria che unisce funzioni di voce a primitive trasmissioni dati). Quanti di voi, che avevano cavalcato negli anni novanta la novit� del computer (del Pc i pi�, del Mac i meno) adesso hanno praticamente abbandonato la postazione fissa, tavolo-seggiola-computer-schermo-tastiera-mouse-stampante-pila-di-cd, per un portatile che spunta anche in vacanza o durante le serate dagli amici?
Quanti di voi le notizie, cio� non i film, i telefilm, le fiction, ma le novit� su quello che capita nel mondo se le leggono su Internet? Quanti di voi sono stati una settimana di fila senza connettersi alla rete e - se � successo - quanti possono dire che "praticamente non ha fatto nessuna differenza"?
Sai, mi potresti dire, tu fai il giornalista, anche questa cosa dei blog e delle notizie da tutte le parti, insomma, � il tuo lavoro. Poi, scrivi proprio di tecnologia, se magari avessi un banchetto per vendere la trippa di Internet e tutto il resto te ne fregherebbe parecchio meno.
Sai, potrei rispondere, ti ricordi che nel 2000, giusto due anni e mezzo fa, proprio quando tutti ci dicevamo che era arrivato il nuovo millennio (ma adesso sembra passato gi� un secolo) scrivere in prima pagina su Repubblica, sul Corriere o sul Sole la parola "server" sembrava un'eresia? La caporedazione avrebbe tuonato a chilometri di distanza, il direttore (qualunque direttore) avrebbe fatto un casino della miseria: "Ma insomma, mica scrivete su una rivista di pc, ecchediavolo!, cosa caspita volete che sappia il lettore cos'� un server!". Ieri e oggi praticamente tutti i quotidiani hanno tirato fuori quella diabolica parolina in prima, in futuro sar� sempre peggio.
La mia vita � cambiata come � cambiata la vostra, penso. Dipendiamo psicologicamente e socialmente sempre di pi� dalla tecnologia, che � diventata l'infrastruttura abilitante per la comunicazione, che a sua volta � diventata il motore e la benzina della nostra societ� e della nostra vita. Siamo arrivati al punto che c'� gente che sostiene che il principale asset delle aziende, cio� il capitale, il nocciolo di valore che genera poi tutta l'attivit� economica, sia la comunicazione e la conoscienza. Che se staccassimo la spina torneremmo nella preistoria. Che i movimenti antagonisti, che le idee nuove, che i no global e i nuovi global hanno scoperto dopo Gutemberg la forza delle mail e usano quelle per comunicare, diventare soggetti consci, muoversi nello spazio e non sentirsi pi� isole. In pratica, Internet come un ponte tra persone che non si conoscerebbero e non potrebbero comunicare. E il telefonino come la scialuppa per spostare micro-informazioni, giorno per giorno, tra le persone. In una rete sociale infinita.
Forse � il caldo o sono i brutti scherzi che giuoca rimanere a Milano a luglio. Chi lo sa. Io sono svaccato con portatile in collo, mi collego senza fili alla linea telefonica e scrivo. Cinque anni fa non era cos�. E la differenza era parecchia, praticamente non paragonabile.
6.7.03
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