25.3.04

Non me n'ero mica accorto, io: stavo all'estero

ALLORA, SONO TORNATO (completamente afono) da Salt Lake City. Non avevo mica capito il casino che � successo qui in Italia fino a che stasera non ho visto Ottoemezzo. A parte lo choc di vedere la Palombelli eccitata (c'� vita oltre che acqua su Marte, rosso "come 'a Roma") e poi Barenghi (direttore del Manifesto) dare ragione a Moncalvo (direttore della Padania), il fatto � un altro. Domenica scorsa a Roma hanno fatto di tutto. E non capisco come mai.

Due giorni fa, invece, ero a vedere una partita di basket dell'NBA: Salt Lake City Jazz contro Washington Wizards. Per la cronaca, hanno vinto i Jazz (merito del play Arruba e dello spilungone russo che non mi ricordo come si chiama) dentro il palpitante catino del Delta Center.

Poche note: a vedere la partita c'erano forse pi� ragazze che non ragazzi. Pi� stagionati signori che non giovani scalpitanti. Al bordo del campo se uno spettatore di prima fila allunga le gambe, invade il campo. Ma non lo fa, anzi, se � andato a prendersi il biberone, aspetta che l'azione si sposti nell'altra met� del campo prima di rientrare (sai mai che ti incocci con uno lanciato di corsa dietro alla palla, che magari pesa quei centodieci chiletti).

Poi ci sono le Cheersleaders. Che fanno sgambettando tutte le loro coreografie, vestite come letterine e come tali trattate anche sul maxischermo, con le scenette di presentazione di quindici secondi pre-registrate per far distrarre durante i time-out.

E la voce del capo tifoseria, dipendente della societ�, che incita i ragazzi delle gradinate a fare rumore (make noise!)? Con l'inno nazionale all'inizio, gli stacchetti musicali, le cariche (per� per�, perepereppepp�), le tifoserie che applaudono, tutto quanto.

Ci sono pure le inquadrature della Love Camera durante gli intervalli. Cio�, i cameramen inquadrano a caso coppie di persone sugli spalti e questi, appena si vedono sul maxi-schermo si devono baciare. Senn�, son fischi.

E all'uscita? Magari dopo aver mangiato nelle decine di chioschetti sparsi sugli anelli, ci si mette in fila per prendere le macchine o i pullman. Se c'� tempo, si fa anche un po' di shopping ai negozi di materiale per supporter sempre dentro il palazzetto dello sport (un bolide a sei piani da diecimila posti) Con quattro (quattro!) macchine della polizia a gestire il traffico: assoluta precedenza ai pedoni, nessun motorino.

Ma ve li immaginate voi questi che si menano come in Italia? O che tirano i motorini o i razzi dagli anelli? Magari alla mascotte (storicamente un giocoliere rompiscatole che sfotte la gente del pubblico) o alla ragazza con la gonna e le scarpe basse dell'organizzazione che corre da tutte le parti a bordo campo?

Forse dipende dal fatto che anche i giocatori, in campo, anzich� menarsi come fabbri o galli in mezzo al pollaio, badano a giocare. C'� cattiveria? Si, certamente, ma di quella che c'� tra gente che gioca, non di quella come tra israeliani e palestinesi.

Magari la colpa dalle nostre parti � delle formazioni neofasciste infiltrate, magari dal fatto che i ventenni e i trentenni non si sfogano in palestra e allo stadio si sfasciano. Forse siamo noi degli animali. Forse...

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