12.10.04

Neal Stephenson

LUI E' UN autore di fantascienza. E' stato definito "la seconda ondata del cyberpunk", e addirittura c'e' chi lo considera lo scrittore definitivo del genere. Nel senso che dopo William Gibson e Bruce Sterling (più altri) e' quello che ha dato il contributo definitivo al filone, chiudendo il cerchio e aprendo la via per cose nuove. La macchina della realta' di Gibson e Sterling e' in questo senso un superamento del genere solo sulla carta.

Appartengono al suo lavoro due bei libri molto diversi (tra quelli che ho letto) e altri che forse - se tutto va nel verso giusto - leggero'. Il primo e' Zodiac, un eco-thriller, cioe' avventura e azione a Boston, nell'ambito del settore ambientalista. Divertente. Non gli ha pero' dato la fama.



Questa e' arrivata quattro anni dopo l'uscita di Zodiac con Snow Crash, nel 1992. Non l'ho letto ma promette bene, se non altro perche' si parla anche di memi (cosa siano i memi lo diciamo un'altra volta) un bel po' di tempo prima che appassionassero i sociologi d'antan delle parti nostre. Si parla anche di mitologia sumera e virus per computer, se e' per questo... ma di moda non son diventati.

Segue the Diamond Age, che non ho letto e che non molti apprezzano. Scivolone?

Il grosso colpo arriva invece con due testi, uno breve e uno lungo. Mooolto lungo. Letti entrambi. Il primo e' un saggio intitolato In the Beginning was the Command Line (scaricabile in inglese gratuitamente) e fece un gran movimento sulla rete a suo tempo. Quella che segue e' l'introduzione:

About twenty years ago Jobs and Wozniak, the founders of Apple, came up with the very strange idea of selling information processing machines for use in the home. The business took off, and its founders made a lot of money and received the credit they deserved for being daring visionaries. But around the same time, Bill Gates and Paul Allen came up with an idea even stranger and more fantastical: selling computer operating systems. This was much weirder than the idea of Jobs and Wozniak. A computer at least had some sort of physical reality to it. It came in a box, you could open it up and plug it in and watch lights blink. An operating system had no tangible incarnation at all. It arrived on a disk, of course, but the disk was, in effect, nothing more than the box that the OS came in. The product itself was a very long string of ones and zeroes that, when properly installed and coddled, gave you the ability to manipulate other very long strings of ones and zeroes. Even those few who actually understood what a computer operating system was were apt to think of it as a fantastically arcane engineering prodigy, like a breeder reactor or a U-2 spy plane, and not something that could ever be (in the parlance of high-tech) "productized."

L'altro libro, quello mooolto lungo, si chiama Cryptonomicon. Migliaio di pagine, denso di fatti, due trame che si seguono per tutto lo svolgersi del libro (una ambientata durante la Seconda guerra mondiale, l'altra ai giorni nostri). Dicono tutti che sia alquanto bello, solo un po' debole nel finale. Considerando che non mi ricordo proprio come finisce, direi che la lettura non e' per niente spiacevole.



Poi in tempi piu' recenti, Neal si e' lanciato nella creazione di un ciclo abbastanza consistente, sia come numero di libri che di contenuti. Abbracciando la corrente Neo-Vittoriana (che mescola alla moderna tecnologia l'estetica e la sensibilita' vittoriane ed eduardiane, cioe' tipiche della buona vecchia Inghilterra che fu) crea i primi tre libri del Ciclo Barocco. In Italia, a quel che mi risulta, e' arrivato solo il primo, Quicksilver, del 2003, mentre the Confusion e The System of the World sono in attesa di traduzione e pubblicazione.

Da notare che in questo caso non solo Stephenson ha accelerato in modo notevole la sua altrimenti consistente lentezza nello scrivere, ma che in pratica si tratta di un unico romanzo (piu' di tremila pagine finora) pubblicato "a puntate" negli ultimi due anni e mezzo.

L'unita' della trama, ambientata tra il 17mo e il 18mo secolo, e' rafforzata anche da un consistente lavoro di studio e di analisi dei tempi e dei personaggi storici. Utilizzando - questo lo trovo assolutamente interessante - la rete come strumento per la creazione di conoscenza e la sua gestione. In pratica, un taccuino online nel quale sono in tanti a contribuire. Non ne conosco le regole, ma si tratta di un Wiki, che si puo' trovare qui, dentro Metaweb.

C'e' una parte di marketing (il sito dell'autore o il sito del libro, per intenderci) ma anche e soprattutto una parte di community e una di knowledge managing. Fantastico. Ci sono anche circa 685 articoli sopra, e cresce. In Italia, mi viene in mente solo il lavoro analogo di gestione della conoscenza attraverso la rete di Wu Ming, ma siamo a un altro livello.



In questo momento Slashdot sta preparando le domande per una intervista collettiva al buon Stephenson. Se volete, potete contribuire...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Io sto leggendo "The Diamond Age or, A Young Lady's Illustrated Primer": non è stato ancora tradotto in italiano?

Antonio ha detto...

No, non mi risulta. E non è stato ancora tradotto, credo, il terzo volume del Ciclo Barocco. In compenso, o lui si è rotto le scatole o ci sta ancora lavorando oppure il terzo volume, The System of the World, è anche quello conclusivo del suddetto ciclo. Intanto il mio Snowcrash (ri)pubblicato in italiano è nella pigna dei libri da leggere... The Diamond Age com'è?