FORSE A VOI non capita così di sovente. Ma per chi si trova in una posizione professionale come la mia, capita spesso. E' il mio mestiere. Io faccio il giornalista ma non è questa la cosa importante. Il fatto è che mi occupo di tecnolgia, soprattutto di informatica. E questo provoca, nella maggior parte delle persone, un irrefrenabile impulso, una specie di comportamento istintivo. Sentono il bisogno di chiedermi aiuto per i loro problemi.
La cosa è fantastica, non fraintendetemi. Per quanto io sia poi un utente Mac e quindi poco avvezzo ai problemi, rispetto a chi usa il Pc, è fantastico vedere come ci si possa rendere utili e diventare anche un po' più popolari di prima. Mi piace. Ma alle volte il servizio 24/7, quello per cui ti arrivano le telefonate nei contesti più strani e ti si chiedono le cose più singolari, ecco quello alle volte è un po' difficile da spiegare alle persone care.
E poi, l'altra cosa, è che le amicizie evolvono. Mi ricordo dei primi tempi al quotidiano, quando lavoravo in redazione. Era quella degli Esteri, con gli inviati fighissimi, meglio ancora di quelli della mia amata redazione dell'Ansa (sempre Esteri, sempre lontani ricordi), con i quali intavolare affascinanti chiacchieratae sul mondo. La questione ebraica? Perché non trasferiamo Gerusalemme tra i boschi della Finlandia? La famiglia Bush? Niente più di qualche tycoon vecchio stile, in cerca di nuove fonti di business. Insomma, c'era dibattito.
Oggi, se ci incontriamo, è perché Outlook non si sincronizza col BlackBerry, oppure perché in Windows XP non sanno dove trovare la configurazione della scheda di rete per quando sono in albergo con la banda larga. Ma insomma, sono un giornalista anche io. Non è mica che se incontrate uno che lavora a Quattroruote gli chiedete di gonfiarvi le gomme e dare un'occhiatina all'olio, no? Suvvia, cari colleghi...
20.11.04
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