19.3.05

Il diritto di sapere

NEGLI STATI UNITI c'è un certo dibattito. Causato dal fatto che l'amministrazione Bush ha speso 254 milioni di dollari per produrre finti servizi giornalistici (in realtà, un vero e proprio piano di comunicazione e di pubbliche relazioni approvato a suo tempo dalla Casa Bianca) che sono poi stati trasmessi come spot redazionali da network locali e nazionali. Giudici e organi amministrativi hanno emesso pareri contrastanti, considerandoli leciti oppure propaganda bella e buona.



Quelli di On the Media, programma realizzato dalla New York Public Radio WNYC, hanno centrato sull'argomento il podcasting di questa settimana (file mp3 da 20,6 Mb). Consiglio di ascoltare e riflettere sul diritto dei cittadini di sapere, la metà della circonferenza che chiude il cerchio delle democrazie: l'opinione pubblica si informa (e così si forma), dopodiché il corpo elettorale vota, eleggendo i suoi rappresentanti che governano sulla base del mandato della nazione. Il lavoro dei governanti viene osservato dai giornalisti che lo raccontano ai cittadini, in modo che l'opinione pubblica sia informata e quindi che il corpo elettorale etc.

Adesso, mettetevi in poltrona, aprite il giornale e accendete la televisione. E poi ditemi se vi sembra che qui da noi tutto fili liscio...

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