3.6.05

Il blog come audience diffusa

ANNA SFARDINI E' la prima e, non solo per questo, la più acuta studiosa delle audience in Italia dal punto di vista dell'attività performativa del pubblico. Ha studiato i reality show nostrani applicando lo schema di Abercrombie e Longhurst e va a suo merito di aver lavorato in maniera particolarmente felice alla definizione di questo paradigma calato nell'analisi sul campo. Kudos per lei.

La definizione di audience sta entrando in una terza fase, dopo quella di pubblico semplice (quello che va a teatro), pubblico di massa (quello che guarda la televisione e legge i giornali) al pubblico diffuso, quello cioè che vive ibridato tra connessioni dirette e connessioni mediate, capace di aggrumarsi in comunità interpretative. E' un pubblico che si definisce come personalità singola e pubblica attraverso la scena mediale, la partecipazione attiva a questa e la graduale coscienza del processo di produzione simbolica connesso.

Un altro punto di vista per concetti analoghi è dato dal paradigma spettacolo/performance, che supera la logica classica dell'incorporazione/resistenza dell'audience ai contenuti mediali di cui è fruitrice (i comportamentisti sono tutti qui, con mille variazioni sul tema) e introduce la possibilità di dare risalto alle competenze attive del pubblico, cioè i suoi skill, senza necessariamente indurre la considerazione che attivismo voglia dire resistenza, destrutturazione o sovvertimento del testo.

Ordinando lungo l'asse delle competenze il pubblico che partecipa a una fase e dimensione nuova dei mezzi di comunicazione, si costruisce un continuum, cioè una scala in cui non esistono gradini ("quanti") ma passaggi graduali sfumati da un livello all'altro (rappresentazione digitale la prima e analogica la seconda, a voler fare una meta-metafora). Partendo dal minimo verso il massimo - da sinistra a destra - della performatività, il pubblico è suddivisibile in consumer, fan, cultist, enthusiast, sino al petty producer. Ovvero, se il pubblico performante si vede mettere in gioco delle competenze che si attivano durante la fruizione, ha capacità di "usare" il testo - massima performatività - o solo di fruirne: a sinistra massima pervalenza del testo, a destra massima prevalenza dell'audience.

Ultima premessa: Internet è una struttura tecnologica (quindi la prima metà di un mass media, secondo la definizione di Colombo) socialmente rilevante e attiva (seconda metà, nel complesso è un apparato socio-tecnologico), in cui si trovano e organizzano non solo dei meccanismi di fluidificazione della circolazione delle informazioni, ma è anche una arena in cui si definiscono identità sociali, in cui si materializza una nuova dimensione dei mezzi di comunicazione, dell'informazione, della conoscenza, del potere e delle persone.

I blogger sono una delle dimensioni, delle modalità performative con le quali le persone utilizzano la rete, singolarmente e in gruppi di relazione e di pratiche, ridistribuendo informazioni e definendo il proprio ruolo, la propria identità, la propria visione del mondo. Esercitando cioè un potere, attraverso la conoscenza di un linguaggio e di alcuni strumenti tecnologici, ma partecipando a un processo di informazione più ampio. I blogger infatti trasformano informazione, ma non autonomamente: sono inseriti in un più ampio processo di azione sociale in cui i fatti diventano informazione e notizia attraverso una serie di mediatori più ricca e complessa della sola blogsfera. Cioè i blogger non vivono nel vuoto pneumatico, sono invece una forma molto attiva e particolare di audience diffusa.

Ecco, mi viene in mente e la butto là: i blog sono quindi definibili un fenomeno individuale di audience petty producer? In grado di metabolizzare e condividere, collettivamente e comunitariamente, un grado di coscienza e di rielaborazione - quindi di partecipazione - di contenuti del sistema mediale più ampio? Sono un pubblico performante? Messa così - pur con le imprecisioni della sintesi che precede, mi pare una buona idea. More to come...

[Meme foundry licence: Concetto originale, frutto di rielaborazione di teorie esistenti e successiva creazione di interpretazione autonoma, non disponibile liberamente ma solo previo riconoscimento del valore aggiunto dal sottoscritto. Qui non si frigge mica con l'acqua, sapete? Se vi azzardate a scopiazzare biecamente - e sappiamo tutti che lo fate - vi trovate sottocasa i miei legali e io posso pure smettere di lavorare con tutti i soldi che vi vincerò nella seguente causa per danni]

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Antonio, non avevo mai letto una spiegazione cosi' chiara di tutti questi paradigmi: all'universita' mi erano stati spiegati male e velocemente. Sei un ottimo divulgatore, davvero,

Antonio ha detto...

Se non mi prendi in giro, Lorenza, mi fai arrossire...
:-)
(sorrido perché non ricordo l'emoticon emozionato e un po' timido...)

Anonimo ha detto...

Davvero non scherzo...! Li avevo studiati l'anno scorso su un manuale che li analizzava male e frettolosamente e a lezione non ce li avevano spiegati.

Risultato: mi sembravano cose senza senso...Ora le ho capite...ti pare poco?? ;-)

Cmq e' vero che scrivi davvero tanto...!

Anonimo ha detto...

scusate esiste da qualche parte una traduzione o un riassunto del libro di abercrombie, audiences? grazie!

Anonimo ha detto...

Antonio dove potrei trovare piu informazioni su ANNA SFARDINI!!! Jacek

Antonio ha detto...

Lavora all'università cattolica di Milano, quindi ha una mail tipica nome+cognome chiocciola unicatt.it (unicatt con due t). Perché la cerchi?

Anonimo ha detto...

Potresti aiutarmi a trovare piu materiale su ANNA SFARDINI o come contattarla?? Mi interessa tanto la tematica su qui hai scritto!

Anonimo ha detto...

Per dire la verita il tuo articolo mi ha datto una idea per trovare la spinta per il ogetto della ricerca del mio dottorato di comunicazione sociale! scusa se faccio gli sbagli ma non sono italiano! Sono polaccho!

Antonio ha detto...

Non c'è problema. Però è meglio se mi scrivi: il mio indirizzo di posta è in alto a destra nella pagina. "Chiocciolina" vuol dire "@"

Scrivi, ok?