UNO PUO' AVERE tutti i dubbi e le disattenzioni del mondo a una settimana esatta dal voto sul quadruplice referendum. (Uno può anche aver capito che l'unico modo che hanno i fuori-sede di votare è quello di recarsi da un comitato promotore (su Internet, usando Google, si trovano), farsi indicare come osservatore di lista, presentarsi con le credenziali al seggio un po' prima, farsi registrare e anche votare colà). Uno può pensare: questa volta che faccio? Non devo votare per adesione ideologica ma secondo coscienza - dopotutto l'esempio di Rutelli risuona in proprio come monito in questo senso (Parigi val bene una Messa), oppure posso anche scegliere di non andare proprio a votare.
Ecco, uno può essere lì, diviso e furente con se stesso che non ha capito, che non sa, che non riesce a dominare la cosa, perfettamente diviso a metà, proprio come i migliori elettori del grande corpaccione indeciso - quelli che fanno tanta gola a così tanti. Poi, legge il giornale, magari su Internet. E trova:
(dal Corriere della Sera di oggi)
Lite sul trenino dei bambini « in provetta »
Sfilano con le mamme 20 figli di coppie gay. Calderoli: legge 40 contro i genitori finocchi
Loro sono lì beati, una ventina. Qualcuno sale, qualcun altro scende, c'è chi si mangia un panino, qualcuno si addormenta profondamente tra le braccia delle sue due mamme. Ignari, che su quel trenino prestato dalla Provincia di Milano, destinato ad aprire il Gay Pride nazionale, si stanno per addensare nuvole gonfie di polemiche. Loro, i piccoli, sono i figli di coppie lesbiche, nati grazie alla fecondazione assistita. Loro, sono lì, insieme alle loro mamme, per testimoniare una cosa semplice: che ci sono, che esistono. «E che dopo la legge 40 — dicono le mamme lesbiche — sono destinati a non esserci più».
La bufera politica è nell'aria. L'attacco, durissimo, arriva dal ministro delle Riforme, il leghista Roberto Calderoli: «Milano nella sua storia ha visto di tutto, sia in bello che in brutto, ma la schifezza di utilizzare dei bimbi innocenti per sostenere le proprie perversioni gli mancava. E credo che oggi si sia veramente toccato il fondo». Parla di «manifestazione abietta», di «corteo di bimbi che grida vendetta a Dio». Per concludere con un invito ad astenersi dai referendum del 12 giugno: «La gente deve sapere — continua il ministro — che andando a votare al referendum apre la porta ad abiezioni del genere, che coinvolgono perfino i bambini. E che bisogna approvare la mia proposta di legge di riforma costituzionale che specifica che il matrimonio deve essere tra persone di sesso differente».
«Se non si fa questo — conclude Calderoli — avremo a casa nostra figli di coppie lesbiche o bimbi adottati da coppie di finocchi».
Ecco, meno male c'è Calderoli a chiarire la situazione e mettere sul tavolo i punti importanti della questione...
5.6.05
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