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Sarebbe stata bella, anche se è tristemente finita nella mia cartellina dei "sospesi a tempo indeterminato". Il personaggio era perfetto: Tim O'Reilly, fondatore dell'omonima casa editrice è una sorta di Feltrinelli o Einaudi della cultura tecnologica. Un personaggio poco noto al grande pubblico ma autorevole, che ha visione sul futuro del settore e riesce a influenzarlo notevolmente con i suoi libri e le sue conferenze. Insomma, una vera chicca, secondo me.
Ieri salta fuori il numero nuovo di Wired e - sorpresa - ecco che il nostro uomo è tra le storie portanti del mensile americano. Mannaggia... Non solo avevo ragione, ma adesso l'intervista è anche abbastanza bruciata, perché farla sembrerebbe andare dietro (come al solito) ai giornali americani! Uffa...
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