BARCELLONA, AEROPORTO, DUE giovedì fa. Michele Fanti ha scoperto di aver perso il cellulare. Non parrebbe un gran problema: il suo datore di lavoro si chiama Nokia e non gli farà certo mancare un telefono nuovo. «Peccato che abbia perso parecchi numeri di telefono - dice con le mani nei capelli - oltre a qualche foto e qualche sms importante».
Piacenza, inizio ottobre. Federico Zatton è triste. Ha trovato un programma per emulare su un Pc il software del Commodore 64. In un armadio avrebbe anche i vecchi floppy del Commodore, antico amore di tempi lontani. Peccato che quei dischetti siano inservibili: non esiste più un drive capace di leggerli.
Roma, inizio estate. Riccardo Lorenzi è disperato. Ci aveva messo quasi sei mesi, a digitalizzare i film di famiglia, girati in analogico quando i figli erano piccoli. Peccato che l'hard disk del suo computer, in un solo minuto, si sia mangiato tutto. Adesso, può solo cominciare daccapo.
La rivoluzione digitale, quella in cui stiamo vivendo a pieno titolo da almeno dieci anni, ha moltiplicato la nostra capacità di ricordare. Miliardi di miliardi di bit - gli zeri e gli uni che fanno muovere i computer - sono diventati la memoria collettiva del nostro tempo: sono i mattoni invisibili che compongono foto digitali, filmati, messaggi di posta elettronica, documenti di testo, archivi, e tutto il resto.
Peccato che queste informazioni possano andare smarrite, divenire irraggiungibili o svanire per un guasto. Ma c'è qualcosa di più: senza energia, la nostra memoria elettrica - pubblica o privata che sia - semplicemente non esiste.
Prosegue sulla prima pagina di Nòva24 in edicola oggi con Il Sole 24 Ore (tutto a un euro, non vi preoccupate...)
24.11.05
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2 commenti:
La domanda che poni "che ne sarà fra cinquant'anni, delle foto scattate al mare l'estate scorsa?" è interessante, per due motivi:
1. L'estate scorsa ho lavorato tutto il tempo, neanche un giorno, al mare
2. Le foto dell'estate precedente sono andate tutte perdute nel guasto meccanico dell'hard-disk del mio powerbook.
(sigh!)
(L'articolo è ottimo e abbondante, come al solito, e come anche l'articolo in seconda pagina)
"Con la memoria digitale è basso il rischio di oblio da decadenza, ma alto il rischio di oblio da cancellazione, essendo infinitamente più veloce la distruzione di un documento digitale, rispetto ad un documento analogico".
....potenza delle virgolette.....
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