E' DURATA VERAMENTE poco: dalle 11 di martedì mattina (ieri) alle 11 di mercoledì mattina (oggi). Ventiquattr'ore a Lione, la città dello scrittore aeronautico, dei fratelli Lumiere e tanto altro. Si dice sia stato Caio Giulio Cesare a fondarla, in un impeto di magnanimità di conquistatore e per volere del Senato romano. La residenza in cotale loco è stata l'Hotel Radisson, del gruppo SAS, che ha sede nel "matitone", un palazzone di 42 piani da cui si domina la città vieppure collinosa. Invitati speciali di Philips, con dimostrazioni del settore luce dell'azienda, che non solo fattura a manetta, ma porta avanti la rivoluzione dei LED (nuove, rivoluzionare ed economiche forme di luce derivate proprio da quei noti LED che sono dentro il frontalino della lavatrice, per esempio). Ambiente internazionale, giornalisti da tutta Europa, lingua ufficiale ovviamente l'inglese.
Ecco, non so perché ma con questo modello di viaggi di lavoro, io sono tornato a Milano (tuffandomi nella nebbia padana) con una sensazione particolare e dalla quale non riesco a scrollarmi. E' arrivata stamattina, insieme allo squillare della sveglia (chiesta per telefono e attivata dentro il televisore che, come posseduto, si è acceso e messo a scandire a volume altissimo il count-down al momento del mio presunto risveglio) e si è infiltrata nei miei neuroni. Dev'essere stata la vista dalla finestra, o forse alcune finiture "di serie" in tutti gli hotel business in Europa, oppure chessò, qualche altro dettaglio secondario e subliminale, magari il fatto che la tivù via satellite ha esattamente gli stessi canali esattamente nello stesso ordine da tutte le parti del Vecchio continente.
Fatto sta che io sono tuttora convinto di essere stato ventiquattr'ore a Barcellona. Non so perché, ma è così. Magari mi sto solo rincoglionendo per colpa dell'ATR 72-500 di Alitalia Express con la pressurizzazione di un cargo siberiano... boh!
15.2.06
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