UNO PARTE CON generosità, un po' di ingenuità e tanta necessità. I colpi di reni si accumulano. Molti si smaltiscono, altri si seppelliscono, alla fine pensi che la tua serie di vertebre coccigee, quelle che ti fanno dare i suddetti colpi, siano invincibili. Abbassi la soglia. Adesso, il colpo di reni n.42, quello che sembra un Eurostar coi freni rotti il cui ultimo metro di binario entra nella finestra della stanza in cui scrivo, si sta avvicinando. E' come pensare al Settecento, a Pascal, cerco di consolarmi: è talmente vicino che non devi neanche preoccuparti: tra un attimo ti travolgerà e potrai raccontare ai nipoti - tu, addetto allo spurgo dei pozzi neri a Tavarnuzze e circondario - che un tempo a Milano stavi andando alla grande sino a quella volta in cui hai toppato proprio male e quindi...
Sigh, ragazzi, qui siamo immersi sino al collo: che qualcuno faccia qualcosa, e soprattutto lo faccia subito. Chessò, donatemi una quindicina di reni... ci ho pure il blocco dello scrittore, ci ho... di nuovo, il malidetto...
23.3.06
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