CHE SIA UNA opportunità per lavorare, come sostiene Giuliano Ferrara, oppure una condanna alla gastrite nervosa come pensano parecchi che ci vivono dentro, quella del precario, del lavoratore a progetto, è una condizione di cui si parla parecchio, come vedete. Chiamatela generazione dei mille euro, se vi fa piacere, ma è un problema.
Vorrei far notare solo una piccola contraddizione che la rende a mio avviso odiosa: il fatto che il lavoratore precario e quello assunto a tempo indefinito facciano in definitiva lo stesso lavoro. Cioè, gli impiegati a progetto e quelli assunti svolgono di fatto mansioni identiche e spesso anche nella stessa azienda. Questo non è un elemento a favore della tesi di un mercato che va bene così. E, sempre a mio avviso, dovrebbe essere corretto.
4.4.06
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1 commento:
Domenica, mentre Ferrara si chiedeva dove fosse tutto questo precariato, scuotevo la testa: sembrava che il problema fosse la gavetta rifiutata da bambini viziati. Invece il problema è proprio questo: masse di persone non retribuite (io odio gli stages) o mal retribuite che fanno le stesse cose (a volte pure meglio) di altri meglio protetti e meglio retribuiti. Nessuno è contro la flessibilità, ma piegarsi a 90° è un'altra cosa...
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