1.4.06

Un tranquillo lunedì da spendaccioni

MI RIGIRO LO scontrino tra le mani e un po' soffro ancora: 82,46 euro. Chissà quale abnorme quantità di libri potrò aver comprato nella nuova "missione suicida" alla Feltrinelli del Duomo di Milano (quella sottoterra, adiacente a Ricordi, con l'intenso odore di fossa chimica tracimata che dopo poco ti ci abitui e non te ne accorgi più), chissà quanti metri di mensole nuove dovrò comprare per stipare il malloppo. Macché: sta tutto in un sacchettino.

La missione speciale era cominciata sia per avere un po' di gratificazione personale (e spendere il libreria è per me l'equivalente del giro per mercerie delle ragazze di provincia) sia per rivedere il fido Mattia. Entro questa volta preparato: mica come l'altra volta, che i soldi son volati via e i libri sono venuti su un po' a capocchia. Ho una lista, dei nomi, appunti presi nei giorni e nelle settimane precedenti. Cose viste sul giornale, sentite in radio, occhieggiate furtivamente nelle borse e persino in metropolitana. Questa volta, insomma, so il fatto mio.

Ma già sulla porta Mattia mi spiazza: C'è questa biografia di Montanelli, una figata: è asciutta, una serie di articoli, tutto in presa diretta. E poi si ferma al 1958... Come resistere? Entro dentro e parto, lancia in resta, a chiedere notizie alla commessa. Peccato infatti che in due non sappiamo l'autore o il titolo.

Ci vuol poco: si chiama Lo stregone - La prima vita di Indro Montanelli, è uno degli Struzzi di Einaudi e quindi i suoi 18 euro per 368 pagine se le succhia subito. Vabbé, almeno avrà gli accenti gravi e acuti messi nel modo giusto (peculiarità e ormai solo vezzo di Einaudi). Prima di metterci le mani sopra, però, c'è il solito banchetto con gli sconti e gli scontissimi: Mondadori sino ai primi di aprile svende tutto, siori e siore, con il 10%, forse il 15%, si sussurra addirittura il 20%! E quindi, perché no? Mi lascio andare. Già che ci siamo, infatti, c'è parecchio da acchiappare. Sto per lanciarmi e sento un fremito dentro la tasca della giacca: è la carta di credito che rabbrividisce. Tranquilla piccola, penso, questa volta non esagero. Almeno, non troppo.

Il secondo - che ho già comprato - sono ancora ben lontano dall'averlo finito. Però continua ad affascinarmi e devo dire piace anche. Quindi, recupero il primo. Tanto, è scontato, tascabile e per di più Mondadori. Come dire di no? David Sedaris con il suo Me parlare bello un giorno si arrampica dal tavolo dov'è ammonticchiato insieme ad altri suoi amici sulla mia mano e si acquatta dietro Montanelli. Strana coppia, viene da pensare. Ma l'eclettismo è la virtù del nostro tempo e lo stesso Indro, sono sicuro, alla fine era uomo di mondo.

Adesso comincia la fase più pericolosa, ne sono conscio. Le commesse tremano, vedono nello sguardo vacuo la minaccia più temuta. Mattia parte verso la sezione viaggi e affini: deve andare qualche giorno a Porto Alegre per una conferenza e, da bravo ingegnere, studierà per mezz'ora sei diverse guide del Brasile per cercare la più aggiornata, puntuale ed eventualmente economica del mazzo. A suo modo, un'impresa. Le commesse si sentono braccate, alcune scompaiono dalle uscite di servizio, in cerca di ristoro e forse una sigaretta da fumare per abbassare la tensione, oramai palpabile nel salone principale.

Io intanto vago. L'occhio scorre, accarezzando gli scaffali. Certo, è la Feltrinelli sotterranea, non è Barnes & Nobles, non è la grande distribuzione del libro americana, quella che ti fa sentire a casa e che ti mostra tutto, in maniera chiara e logica. Quella che ti fa comprare anche l'elenco del telefono, se uno prima non prende due pasticche di miorilassanti. Cominciano le danze: ci passo davanti due volte e alla fine cedo. Tiro su un "Farsi un'idea" del Mulino. Sono libriccini stupendi, mi ricordano i mitologici Que sais-je, peccato siano tutti scritti da professoroni universitari, sennò uno cercherei di farlo anche io. Tocca a Il volontariato di Costanzo Ranci. Tutto sul terzo settore in 120 pagine e 8,80 euro. Un affarone.

Passiamo oltre. Sempre Mulino, sempre libriccini sottili, solo che la collana questa volta è "Contemporanea". E' «la Repubblica» Un'idea dell'Italia (1976-2006) di Angelo Agostini. L'epopea del giornale di via Po' fondato da Scalfari che, dopo Il Giorno di Mattei è la più grande novità italiana etc. etc. Insomma, sono 11 euro, formato un po' più alto e più morbido, 170 paginette. Io lo tiro su. Montanelli si sente già più a suo agio. Si fa per dire, eh, ma forse tra colleghi hanno cose da dirsi...

Comunque, da settimane mi ero segnato quest'altro. E' un romanzo, ne parlano bene, la copertina è molto bella. Racconta una storia che dovrebbe intrecciare pezzi di archeologia del presente. Insomma, la collana è quella dei Luoghi d'Autore di Feltrinelli, il formato gustoso, peccato solo che ancora non l'ho neanche aperto. Ma il per me illustre sconosciuto Peter Carey, nato nella terra dei canguri, potrebbe diventare un autore chiave, con il suo Manga, fast food & samurai. Immagine di ragazzina tratta da un manga giapponese in copertina e sottotitolo intrigante: Un Giappone tutto sbagliato. Vedremo più avanti, dopo il consueto colpo di reni. Per la cronaca, c'era lo sconto anche sui 10 euro di questo, peraltro non troppo robusto: 120 pagine di formato ampio ma senza brossura.

Andiamo avanti, la carta di credito è distratta probabilmente dalla feroce lite tra Montanelli e mezza Einaudi. Decido di correre in suo soccorso e lanciargli un BUR d'annata. Uno di quei debiti intellettuali che nelle serate di buona società devi annuire distrattamente con aria anche un po' annoiata quando viene citato perché non sta bene non averlo letto.

Per adesso, se non altro il libro l'ho comprato, per la lettura materiale del tomo mi preoccuperò più avanti: George Perec, La vita istruzioni per l'uso. Per dire: fossero tutti così; ottimo rapporto peso-potenza. 570 pagine per soli 9,20 euro. Temo solo il fattore leggibilità. Il mucchio compresso tra avambraccio e costato s'ingrossa. Come al supermercato, mi ostino a non prendere mai un cestino, chessò, un carrello. Il peso sta cominciando ad essere fastidioso.

C'è spazio per un altro colpo. Rinuncio al passaggio in cabrata nella zona fantascienza. Non mi stancherò mai di ripeterlo, ma in Italia è successa una cosa brutta. La Nord si è buttata verso il fantasy, la Fanucci annaspa e diversifica, Mondadori è diventata monomaniaca e gli altri quasi non ci sono. Fatto sta che io di ArthurCClarke-IsaacAsimov-BruceSterling-WilliamGibson-PhilipKDick e il solito italiano baricchesco, ValerioEvangelisti, ne ho un po' le palle piene. Aridatece la space opera, le file di tomi bassi e larghi della serie Oro della Nord, e soprattutto un po' di varietà. Occhieggio colpevole Harry Turtledove, lo storico, capellone e pure un po' beat che deve aver chiuso il sesto ciclo di romanzi (a casa ne ho sei suoi, impilati con tanto di cofanetto, e prima o poi giuro che...) e passo oltre.

C'è da tirare su un altro di quelli che nella buona società devi fare la faccia quasi scocciata e sospirare, guardando verso l'alto e muovendo la mano verso destra o sinistra con gesti lenti e molli... Non ho manco visto il film (quello un giorno lo scarico, giuro), ma il libro prima o poi mi tocca. Insomma, 7,80 euro per Guanda che pubblica l'economica ("le fenici tascabili", che un po' ti incutono anche timore perché hai paura ti prenda fuoco il paltò) di Alta Fedeltà, Nick Hornby. Io giuro lo leggerò, lo metto nella pigna a scorrimento rapido, quella accatastata accanto al letto. O forse in quella a intensità media, in bagno, mescolata ai Vanity Fair e gli IoDonna. Giuro, non nell'armadio. E neanche sugli scaffali nell'ingresso: il cimitero degli elefanti.

Manca solo un ultimissimo colpo: solo questo e poi esco, promesso! La commessa verso la quale torno deve essere pagata a cottimo, perché sorride invitante.

Mentre comincio a gesticolare, cercando di apparire serio e al tempo stesso irriverente, impegnato e sopratuttto distratto - perché un po' di tono uno se lo deve dare, soprattutto quando ti sta svuotando i fondi di magazzino - la giovane co-co-pro dell'industria culturale convenzionale occhieggia le coste dei libri che cingo sotto il braccio, individua qualche nome e il sorriso le si incrina. Sparo la bomba di profondità: Jaime D'Alessadro, Play 2.0. "Sa, è un libro di cultura sul mondo dei videogiochi, una roba molto di confine, scritto da quel giornalista di Repubblica bravissimo [è pure un mio amico!], abbia pietà: ce l'avete? E' in sconto?". Non è in sconto, ma lo tiro su lo stesso. 13 euro dati alla RCS, 250 pagine circa, in copertina il narcisismo supremo: l'Avatar di Jaime. Montanelli d'improvviso tace. E pure Sedaris. La bomba di profondità ha colpito, la commessa si allontana camminando all'indietro, evidentemente timorosa di offrirmi l'indifesa schiena.

Ecco, se riguardo adesso lo scontrino, ho finito. Ci sono tutti. Consueta gag con la cassiera ("Con i punti come sto messo? C'è già lo sconto? Se aspetto lo sconto è maggiore?") e poi via, verso l'uscita. La carta di credito è ancora anestetizzata nel portafogli; tremerà un po' al risveglio. Ma dopotutto, 82,46 euro si spendono per fare un pieno di benzina, no? E al prossimo giro ho pure 30 euro di sconto...

1 commento:

Anonimo ha detto...

uhmmm "manga , fast food & samurai" mi intriga essendo un appassionato di Neon genesis evangelion, Berserk e via dicendo
La raccolta di articoli di Montanelli non mi dice gran che, forse perche' letti molti anni dopo sono stati scritti quegli articoli perdono un po' l'aggancio con la realta' e mi sanno un po' di antologia scolastica (bleahhh)
Quello di Sedaris non l'hai spiegato, di che si tratta?
Comunque e' assurdo, per la miseria di 100 pagine (cioe' poco piu' di un'ora di lettura) se ne vanno 10 euro come minimo.
Bahh
Con gli acquisti io sono in ribasso, anche perche' l'ultima volta mi son comprato 3-4 libri da piu' di 700 pagine l'uno quindi ancora devo finirli hehehehe
Cyrgon