Analizziamo il pezzo: primo paragrafo, si parte da lontano. Citazione del "mitico" Kevin Kelly, che nel 2005 ripercorre le tappe della rete disegnando quel futuro utopistico in cui tutti quanti saremo editori, pittori, fotografi, musicisti e, of course, scrittori. Folli sogni dei soliti americani? Ma no: qualcosa finalmente si muove, il corrierone ha beccato la punta dell'iceberg, ha avvistato per primo la terra.
Si tratta di Blurb Booksmart, spiega il secondo paragrafo intitolato con un certo mestiere Crea e distribuisci: in pochi click possiamo tutti creare ad esempio il nostro libro di cucina e pubblicarlo in rete. Questo tipo di pubblicazione scardina completamente i parametri della cultura di massa, permettendo a chiunque di esprimere la propria creatività e di condividerla. Con un prezzo che si aggira sui 30-40 dollari per copia, si diventa scrittori ed editori.
Ancora boccheggianti di fronte alla innovativa portata di siffatta rivoluzione (e leccandosi un po' i baffi nell'attesa del gustoso tomo di selezionata arte culinaria), il terzo paragrafo, Mercati di nicchia (ancora mestiere di chi passa e titola il pezzo: non esageriamo, facciamogli capire che Rcs non è ancora condannata, soprattutto il giorno in cui si dimette l'ad), ci va però giù duro sulla notizia: ecco il testimone della notizia, il signor Steve Mandel che ha pubblicato "Light in the sky" (indovinate? un libro di astronomia). Seguiamo la prosa serrata del pezzo nella sua virata finale prima della chiusa: Mandel voleva condividere le sue fotografie realizzate con il telescopio e stampando alcune copie per gli amici si è reso conto della grande qualità degli album stampati online. Blurb non è l'unico servizio presente online; molti siti stanno entrando in questo mercato grazie alla possibilità di raggiungere nicchie di utenti altrimenti esclusi dai grandi circuiti editoriali.
Conclusioni che prefigurano un avvenire da copy in agenzia pubblicitaria: Alcuni siti sono specializzati in album fotografici, altri nella personalizzazione di tesi universitarie; questi mercati di nicchia sono potenzialmente infiniti e possono coinvolgere genitori, insegnanti, studenti, appassionati. Tutti coloro che amano dar voce alla propria creatività.
Ancora leggermente tramortito dalla portata della notizia, azzarderei una ricostruzione non tanto del lavoro di Marina Rossi, (che per essere brava è brava, visto che tira fuori più di duemila battute di aria fresca), quanto dei suoi capi, ma non ho coraggio. Però, se fosse una di quelle cose successe nella provincia da cui vengo, saprei come sarebbe andata. Così:
La genesi
Nascita di un pezzo online del primo quotidiano locale della provincia. Commedia in un solo atto. Personaggi: il Caporedattore (gerarchicamente più importante), il Caposervizio (gerarchicamente meno importante). Scena: una stanza fin troppo illuminata di un quotidiano di provincia, due scrivanie sommerse dalle carte, due monitor di computer, due telefoni che suonano ininterrottamente anche se nessuno risponde.
caporedattore: "Sono le quattro. Oggi non abbiamo ancora messo in pagina niente di menate tecnologiche. Hai niente?"
caposervizio: "Una mazza: non c'è niente da metter fuori se non i soliti pezzi sui virus"
caporedattore: "Fammi il giro di quei mangiapaneaufo dei collaboratori: spremili. Trovami qualcosa subito!"
caposervizio: "Senti, ho un'idea. C'è questa ragazza brava, tre lauree, sei lingue, ha studiato con Walter Ong e Negroponte, ha scritto lei come ghost gli ultimi cinque libri di Lessig: le farei fare un pezzo su 'sta cosa che diceva mia nipote stamani"
caporedattore (dubbioso): "Cioè?"
caposervizio: "'sta cosa dei libri, cioè, degli album di fotografie, insomma lei si è stampata le foto della gita di classe..."
caporedattore: "Le ha fatte con la macchina digitale? No, sai, sarebbe interessante... qualcosa tipo: 'i giovani immaginano in digitale' o una cosa così".
caposervizio (baldanzoso): "Macché, molto, molto di più: più estremo. Ha fatto l'album online, un vero e proprio libro, sai fatto con questi blogger e i loro programmi, una roba rivoluzionaria, l'hanno stampato e ne hanno mandato venti copie a 90 dollari spese incluse l'uno. Un'apoteosi: il futuro dell'editoria è digitale, il fai-da-te diventa, una roba così insomma. Che te ne pare?"
caporedattore: "Cacchio, abbiamo lo scoop. Ci siamo, però smorza i toni, non esagerare, sennò a quelli dell'amministrazione gli viene un infarto. Diciamo che è per le nicchie, i soliti pistonati di Internet insomma, una roba di massa ma per fanatici, la rivoluzione che verrà è più vicina, ma ancora lontana... hai capito no?"
caposervizio: "Eccome no: mica sono entrato in quota Udeur per niente. Vai sereno, tronco e sopisco qualunque idea, anche le mie. La chiamo e le faccio fare il pezzo di profilo: preme sull'innovazione ma rallenta sugli sviluppi di mercato. Una cosa molto di visione, ma tutta negli Usa, così gliela mettiamo in tasca pure a quelli di piazza della Repubblica che ci sguazzano in queste cose..."
caporedattore: "Ecco, vai, vai, hai capito. E trovami altri due pezzi come quello sulla Minogue "Il ritorno di Kylie: più forte dopo la malattia ". Vai".
= Fine? Macché...
Eccesso di buona fede da parte mia, davo per scontata l'originalità del lavoro. Che, in effetti, c'è: l'idea di citare Kevin Kelly all'inizio. Il resto (micropublishing, l'esempio del libro di Steve Mandel e la Blurb col suo software che funziona solo negli Usa), sono tutta farina del sacco del New York Times (reg. rich,). Compresa la citazione, una per una altrimenti è uno spot peraltro incomprensibile a Blurb, di altre nove aziende che fanno o facevano i libri "print on demand". Mediocre esercizio di sintesi, che anche all'esame di giornalismo (è una delle tre prove scritte) avrebbe suscitato qualche perplessità.
1 commento:
Miiiii, Antonio, da che pulpito. Tu sei il principale autore di quel fallimento di blog di Navo 24, o no?
E non oso fare ricostruzioni su come ti inventi tanti post inutili e indibattibili.
;-)
Ciao, Fabio.
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