ECCOCI QUA: MILANO (con pure un buon piatto di sushi come viatico per una notte si spera leggera). Il viaggio di ritorno? Una carneficina.
Poche ma eloquenti note: il volo da San Francisco a Londra di British Airways è arrivato con due ore di ritardo a causa della logistica dei bagagli (ti perquisiscono anche prima di entrare nell'aereo) e un po' di maltempo sull'aeroporto di Londra, completamente nel panico. A Heatrow, il volo per Malpensa ovviamente perso. Tutto con ritmi da lumaca: code infinite per riuscire a parlare con qualcuno che ti metta (insieme alle due valigie imbarcate) sul prossimo volo per Milano che, anziché alle 14:45 o alle 16 è in realtà alle 17:50 ma partirà - sorpresa sorpresa - con un'ora di ritardo. Atterraggio a Milano alle 21.30, quindi, recuperando qualcosa grazie alla superiore capacità di navigazione degli Airbus (che arrivano a più di 11mila metri, mentre i Boeing si fermano a 10mila e spiccioli, cioè dentro il fronte nuvoloso parcheggiato sul vecchio continente). Però, ci sono anche le buone notizie.
Tanto per cominciare, l'economica del 747-400 SFO-LHR ha un colpo di fortuna insperato, e mi tocca un posto finestrino sull'uscita di sicurezza con tre metri per le gambe. Mi spaparanzo e dormo come un siluro fino al Vecchio continente. Poi, da Londra anziché a Malpensa si va a Linate, grazie all'imprevisto cambio di veivolo. Infine, al ritiro dei bagagli si trova una parte - assai scoglionata - di quelli che si erano imbarcati alle quattro (ed erano partiti invece alle cinque e mezza arrivando dopo le otto di sera) i cui bagagli non erano mai arrivati. Forse sono sul nostro volo, sostiene qualcuno. Quando ho ritirato le mie due borse e me ne sono andato, erano ancora là. La buona notizia, infatti, è che le mie valigie sono arrivate subito...
Ultima cosa: come d'abitudine chiedo anche sul volo successivo di sedermi "by the window". Il lentissimo agente di British fa la faccia contrita: abbiamo finito i finestrini in economica, mi dice. Poi mi guarda con l'occhio da bue: ma se vuole, ce n'è uno in prima classe. Sorrido appena: vabbé, mi accontento. Non coglie l'ironia (sarà anche connazionale di P.G. Woodehouse, ma non si direbbe) e almeno due orette me le faccio comode comode.
A casa mi accorgo che ho dimenticato uno yogurt in frigo: è radioattivo all'interno del suo contenitore sigillato. Poco male, domattina lo espello dal consorzio casalingo. Per adesso, è l'ora di andare a letto...
19.8.06
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