28.10.06

Fraintendimenti e ambiguità

C'E' UNA CERTA disaffezione verso l'attuale governo Prodi. La sensazione che non sia un buon governo, che non vada bene, che non faccia quel che ha promesso, che stia toppando. Anche, e forse bisognerebbe dire soprattutto, da parte di quelli che facevano fiera opposizione e criticavano il precedente Governo Berlusconi. Perché?

Secondo me, c'è un problema di fondo che vale la pena toccare, rifacendosi alla teoria degli stakeholders, dei portatori di interesse. Tutti noi siamo, in quanto cittadini, in un certo senso stakeholder del governo in carica, così come le famiglie dei dipendenti di un'azienda e gli abitanti nei pressi delle fabbriche della suddetta azienda lo sono: le scelte e le decisioni (licenziare, aumentare gli stipendi; inquinare, aver cura dell'ambiente) toccano questi portatori di interessi non coinvolti direttamente dalle attività dell'azienda stessa.

Per chiarezza, la definizione, una tra le possibili, di stakeholder secondo Wikipedia è questa: In the last decades of the 20th century, the word "stakeholder" has evolved to mean a person or organization that has a legitimate interest in a project or entity. Sembra la fotografia dei cittadini "supporter" di un governo, no?

Ok, questo è chiaro, veniamo problema. Gli stakeholder non sono definiti in maniera univoca, e soprattutto per quanto influenti (qualora si organizzino) non sono percepiti come tali dall'azienda, nell'esempio, oppure dal governo. Voglio dire: qualunque organizzazione ha la percezione di quali siano i suoi stakeholder naturali e tende a prendere in considerazione le loro esigenze quando opera, come fanno i sindaci desiderosi di essere rieletti quando non chiudono i centri storici per paura che si arrabbino i commercianti o cose del genere. Ecco, il punto è proprio questo: gli stakeholder percepiti e ben presenti nella mente di questo e del precedente governo, e l'effetto che hanno sull'opinione pubblica e quindi sugli elettori.

Per Berlusconi penso fosse chiaro: la coalizione di centro-destra aveva, oltre al desiderio egoistico di governare per garantirsi potere e rendita tipico comunque di tutti gli apparati e di tutti i politici da che mondo e mondo (l'ha raccontato nella teoria accademica già Sartori in tempi non sospetti e prima di lui parecchi altri politologi), il desiderio di tutelare i suoi referenti nella società. Una serie di gruppi sociali in cui il termine privilegio e il termine illegalità sono spesso due elementi costanti, oltre a un ceto conservatore trasversale a molti gruppi sociali. La percezione di dover cambiare governo è partita proprio dall'entusiastico zelo e dalla considerevole improntitudine e impreparazione con la quale è stata gestita la cosa pubblica a favore di questi gruppi. Tanto che parti sempre più considerevoli dei gruppi stessi (che, se non sono cosche mafiose, hanno comunque anche in parte il desiderio di vivere in una società equilibrata e in cui la redistribuzione della ricchezza ha una parvenza di equità funzionale allo sviluppo se non altro del mercato dei consumi) hanno cominciato a preoccuparsi e sentirsi "traditi", desiderando un pensiero diverso che alla fine non li facesse sentire parzialmente frustrati.

Per Prodi, il grande fraintendimento, che poi è stato in qualche modo il lato in positivo che l'ha portato al governo oltre alla spinta negativa del "basta che non ci sia più Berlusconi", deriva dal fatto che si è pensato a lui e alla coalizione che lo supporta come ad un gruppo coeso e desideroso del bene della società, del bene cioè di un gruppo molto più ampio e affaticato di stakeholder. La debolezza invece comincia ad emergere proprio adesso, in cui si intravede tra le righe delle parole da sagrestia pronunciate quotidianamente che gli interessi da tutelare per il gruppo di Prodi (gruppo eterogeneo e quasi dislessico nelle sue manifestazioni) è altro. Il problema è che non si capisce bene quale sia. Per Berlusconi era facile "chiudere" dicendo che voleva farsi i suoi interessi e che attorno a lui e alle componenti politiche insieme a lui allignavano opportunisti, affaristi, sistemi di potere di élite che miravano solo al proprio particulare. Per Prodi? La gestione del potere di Ds-Margherita-Rifondazione-Verdi etc qual è?

L'ideologia della coalizione, che potremmo spiegare per sottrazione delle differenze tra le rispettive componenti, è sostanzialmente partecipativa, equitativa, ugualitaria. Punto. Ma non corrisponde a una politica organica e più ampia. Non permette di chiarire quali sono i gruppi sociali che vengono favoriti, se non altro guardando le politiche - a partire dalla finanziaria - effettivamente favorite. Non c'è un'idea da capire per poi criticare (o aderire, per carità), del tipo: privilegeremo i tassisti, gli statali, le coop rosse dell'Emilia e magari i metalmeccanici campani e pugliesi. No, c'è ambiguità, i fraintendimenti sui motivi delle azioni sono tali e tanti che l'ideologica partecipativa, equitativa ed egualitaria pare sempre più un insieme di parole vuote (come in effetti sono, a leggerle da sole), costruite su interessi che fisiologicamente devono esserci ma che non si riescono ad individuare.

Questo governo ha tradito le aspettative in maniera plateale perché, a differenza del precedente che poggiava su una componente egoistica la sua piattaforma e poi ha esagerato spaventando gli stessi stakeholder "egoisti", questo mirava ad abbracciare l'intera società "rimettendo le cose a posto". Non lo sta facendo, e sta facendo crescere il dubbio che gli interessi in gioco siano tutt'altri. E i fraintendimenti e le ambiguità dietro le quali si è velato fanno temere di peggio: che oltre agli interessi egoistici per garantirsi potere e rendita (quelli che Sartori e vari altri politologi hanno individuato e analizzato da decenni nei loro lavori accademici) non abbia in realtà nessun altro progetto.

In sostanza: o Prodi individua un soggetto nella società, anche uno solo (i carabinieri, le infermiere in maternità, i venditori ambulanti, gli autisti di macchine da noleggio, le hostess Alitalia) e dimostra di averne a cuore sinceramente gli interessi tanto da farci pensare che l'idea e la missione del suo governo sia alla fine quello di difenderli e promuoverne la funzione nella società, oppure temo che questi siano pure peggio di quegli altri. Una macchina vuota, senza passeggeri e ruote e motore, il cui solo scopo è giustificare la presenza dell'autista. E guardate che mi costa parecchio scrivere una cosa del genere...

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