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Amo con passione Clavell, quasi quanto amo Gary Jennings. Che volete farci, sono un romanticone nato a cavallo di un mondo in trasformazione, tra analogico (in cui era la quarta di copertina a fare il mistero di un libro) e digitale (in cui una giratina su Wikipedia ti sommerge di strane informazioni altrimenti sconosciute e ti aiuta a rimettere ordine nelle bibliografie), come una rivoluzione inarrestabile e imprevista.
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Quindi, il desiderio di vedere Shogun, che trasmisero senza neanche tanto successo dalle nostre parti è stato forte per più di un decennio. Negli Stati Uniti ha segnato l'inizio di un'epoca e la riscoperta di una cultura, quella tradizionale giapponese, che se non altro ha segnato la comparsa del sushi e del sashimi nella dieta dei manager di Wall Street e del bushido - l'etica dei samurai – nelle pratiche di business di tanti uomini d'affari un po' cocainomani ma di sicuro determinati.
E' una storia e un intreccio culturale che ha un sapore particolare per noialtri nati in Italia a cavallo tra i Sessanta e i Settanta, perché il nostro gusto è costruito sull'etica e l'estetica degli anime e dei manga, anche se allora non sapevamo ancora che si chiamassero così. La nostra scoperta, quantitativamente forse più limitata per giro d'orizzonte culturale rispetto ai nostri padri, è avvenuta però con un ritmo speciale: prima imprinting di questi alieni con gli occhi a mandorla, poi curiosità e crescendo voglia di saperne di più, che si sono accompagnate alla nascita di un mondo in cui le informazioni iniziavano timidamente a fluire da un posto all'altro. Siamo cambiati, la nostra immagine del Giappone è cambiata e forse, come i bambini che crescono in un mondo che si restringe, non siamo mai stati in grado sinora di valutare sino in fondo quanto riguardasse solo i nostri casi personali e quanto invece fosse un evento collettivo.
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Ecco dunque il mio cruccio, l'assillo entrando nel Virgin Megastore di Market Street a San Francisco nel rivedermelo lì, sullo scaffale, eternamente separato da una codifica (area uno, Ntsc) avversa alla nostra (area due, Pal), che a meno di trucchi rischiosi nella trasformazione di un lettore Dvd risultava impossibile da raggiungere.
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Insomma, l'ho trovato, l'ho scaricato e me lo gusto. Per la lunga coda di Anderson sono uno dei pochi che avrebbero potuto popolare una nicchia: è un'occasione persa per chi poteva vendermelo (magari a un prezzo accettabile) e invece non ha avuto l'intelligenza per accorgersene. E io affogo tra le sete della casa del pilota, Hangin-san, come lui, vinto dalla passione di un sogno che si dispiega sotto i miei occhi, della guerra, dell'amore impossibile, dell'esotico. E un solitario pensiero, una voce lontana ma chiara si leva nella mia mente. Censuro cosa dica, ma l'idea è quella. Mi avete capito, no?
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