10.2.07

Varie in disordine

LA NOTIZIA CHE Steve Jobs abbia spiegato al mondo il suo punto di vista sui sistemi di gestione dei diritti digitali - in un modo che somiglia paradossalmente alla modesta proposta di Swift - ha suscitato un bel po' di commenti e analisi. Mi sono fatto un'idea anche io. Immaginate un mondo senza Drm, in cui cioè la musica sia priva di protezioni che la vincola ad una singola piattaforma autenticata (l'iPod e il computer collegato per iTunes, il Pc per i negozi basati su Wma, il Pc per il negozio di Real etc). La considerazione di partenza è logica: la musica con protezione digitale anti-copia non funziona come auspicato. Penso sia abbastanza elementare. Il lucchetto digitale che impedisce la copia è un tentativo di emulare con i bit i limiti fisici del mondo degli atomi. Ok, è sbagliato. Lo pensano sia Bill Gates che Steve Jobs. Ragioniamo invece su come funziona, quando le sue potenzialità si dispiegano, un mondo fatto solo di bit.

Il problema, infatti, non è tanto la protezione dalla copia, quanto l'identità e la tracciabilità. Un file musicale venduto da un negozio online, ad esempio, può essere privo di protezione ma conservare una identità anche se all'apparenza è identico a milioni di altri suoi fratelli. Può avere - ognuno il suo - un codice che lo vincola inequivocabilmente alla singola transazione. Cioè, se lo compro io o se lo compri tu, il file è apparentemente sempre lo stesso ma in realtà ha un numero nascosto che lo identifica in modo non equivoco. Nessuna protezione, come sarebbe auspicabile in un mondo di adulti responsabili, ma una "spia" che alla fine - se il file comincia a correre su Internet libero e selvaggio - consente di ricostruire almeno una responsabilità personale. La versione X del brano l'ho acquistata io? L'hai acquistata tu? Beh, comunque è X quello che è stato copiato, non Y. Quindi, chi l'ha distribuito diventa responsabile perché identificabile per nome e per cognome. Non male, eh? L'anti-utopia per gli esaltati della libertà digitale e delle rivoluzioni permanenti.



Un'altra cosa: la fine dei giornali, di cui stiamo sparlando un po' tutti da un po' di tempo (oltretutto, fornendo elucubrazioni su date e non fatti). Ma ci può essere un tema meno interessante?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho come la sensazione che in pochi anni vedremo novità drammatiche sul mondo della comunicazione, in grado di far faticare i paladini della vecchia carta stampata.
Sta cambiando tutto e lo abbiamo sotto il naso.

http://www.acmedelpensiero.blogspot.com/

Anonimo ha detto...

Ho perso il file excel ...se avessi scritto su un normale quaderno a quadretti...