28.5.07

Relazioni non fatali

C'E' QUESTO LIBRO, da poco uscito negli Stati Uniti, che mi sembra interessante. Ne parla anche il San Francisco Chronicle e dice qualcosa che noialtri, tra uno scontro moscovita con Vladimir Luxuria e i Radicali e l'altro, non diciamo mai.

Il titolo dell'antologia curata da Melissa de la Cruz e Tom Dolby è Girls Who Like Boys Who Like Boys: True Tales of Love, Lust, and Friendship Between Straight Women and Gay Men e racconta di amicizie tra donne eterosessuali e uomini gay.

La cosa interessante, al di là dei 28 saggi autobiografici presentati sulle amicizie stereotipate dai mass-media ma in realtà molto più ricche e complesse da vedere, sta proprio nella capacità di cominciare a mettere a tema argomenti che fuoriescono dallo stretto percorso del senso comune. Quello che conosciamo lo impariamo non solo all'asilo (per parafrasare un vecchio classico) ma anche giorno per giorno dalle nostre (poche) esperienze quotidiane e dai mass-media e oggi dai nuovi media diffusi. Dal Broadcasting e dal Rootcasting delle informazioni. Ok, fin qui non ci piove. Il problema è che la rappresentazione della cultura gay e lesbica è quantomeno stereotipata, costretta in un abito a dir poco preconfezionato e i cui sarti e sartine del pret-a-porter sono spesso e volentieri anche gli esponenti di punta della medesima cultura.

Nata convenzionalmente con il processo ad Oscar Wilde il 26 aprile del 1895, la cultura in questione soffre di un dimensionamento coatto nelle forme e nei modi di una rappresentazione a dir poco, anch'essa, coatta. Non è questione del politicamente corretto, perché anzi, soprattutto per via della spinta proveniente dagli Stati Uniti, il politicamente corretto la fa da padrone nella maggioranza dei casi. E' questione invece di ricchezza e varietà. Proprio adesso che si comincia a discutere obtorto collo anche dalle nostre parti circa le necessità, i diritti e le aspettative delle persone con un orientamento sessuale differente da quello "istituzionale", si scopre tristemente che le curiosità e il desiderio di conoscenza o di auto-coscienza vengono decisamente frustrati. Mancano storie, racconti, esperienze, informazioni "non scientifiche" (perché poi, diciamocelo, di questo si ciba la nostra società) che raccontino ad esempio come funziona essere una coppia gay e genitori allo stesso tempo, oppure quando si rompe una coppia lesbica, insomma cosa succede fuori dal seminato dei luoghi comuni. La domanda è: chi ce le racconta tutte queste cose? La televisione? Scherzate?

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