SCUSATE, RIENTRO ADESSO in possesso del blog. E scorrendo i feed trovo questo articolo di Federico. Ma stiamo scherzando? Tizi che vanno in giro a vendere per conto di giornali nazionali alle aziende pagine di articoli come se fossero pubblicità? Articolo a pagamento, a metratura? Addirittura per il Mondo, che è il settimanale economico di punta della Rcs e viene venduto in edicola ma anche in abbinameno al Corriere della Sera, il primo quotidiano italiano?
Non so chi diriga il Mondo né chi sia il direttore generale dei periodici di Rcs o cose del genere (conosco solo quei quattro o cinque stimabilissimi colleghi che come me militano nella trincea della cronaca) ma direi: datevi una svegliata ragazzi e vedete di rimettere a posto la cosa in modo rapido isolando i responsabili e magari rimuovendoli dalle loro funzioni, perché per me questa cosa non finirà qui.
Se abbiamo ancora un Ordine giornalistico e paghiamo un tot tutti gli anni per mantenerlo e votiamo e via dicendo, i casi sono due: o vengono loro da voi oppure mi metto in prima fila tra quelli che ne chiedono l'abolizione. E i sindacati si mettano pure loro a fare la stessa cosa, perché va bene tutelare sempre e solo gli assunti e mai i precari o i free-lance, ma almeno la dignità della categoria ogni tanto potreste pure prenderla in considerazione...
(Alla sacrosanta denuncia partecipa anche Sandro Giglioli. Consiglio ai giornalisti eventualmente di passaggio e blog-dotati di riprendere e segnalare la cosa: linkiamoci, non facciamola finire così. Né per quelli del Mondo né per le altre testate che fanno la stessa cosa!)
2.8.07
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4 commenti:
E' assolutamente scandalosa questa notizia, ma non sconvolgente. Non sono un po' la stessa cosa le ospitate in programmi televisivi giornalistici di gente che promuove un libro o altro? Insomma quelle cose da cui Chiambretti ha preso spunto per Markette, titolo compreso? Forse la differenza è che questi vanno in giro, squallidamente, a fare i "rappresentanti di articoli-marchette" mentre nel caso dei programmi televisivi sono le case editrici che chiedono le ospitate (ma è sempre così?). comunque non mi sembra una differenza sostanziale, ed in generale il giornalisti tecnlogici italiani, almeno quelli delle grandi testate, non parlano mai male di nessun prodotto. non è altrettanto sospetto e scandaloso questo?
Le mie non sono domande retoriche, ti chiedo queste cose perché fare il vero giornalista è il tuo lavoro e io invece ne so poco: perché questo ti ha scandalizzato molto di più di tutte gli altri esempi di falso giornalismo a cui siamo abituati?
Dubito di tutta questa indignazione. Marchette e marchettari sono il nostro pane quotidiano ormai.
Leggendo il racconto nell'articolo linkato, e avendo sfogliato abbastanza di frequente il Mondo, credo ci sia un equivoco di fondo: quello che i tizi vendono sono probabilmente spazi in quegli insertoni "pubbliredazionali" palesemente pubbliredazionali, che presentano una successione stile schedario di azienducole pizza e fichi, tutte con intervista e foto dell'a.d. o - se li è impresentabile - della segretaria bonazza promossa seduta stante responsabile relazioni esterne.
Prendere quelle pubblicità redazionali per articoli veri è impossibile: l'unica cosa grave è la malafede del commerciale che dice il contrario.
credere che realmente tua madre posta in questo posto fa di me un sempliciotto, vero?
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