È TUTTA COLPA del Capitale. E del liberismo. E delle privatizzazioni. E della svendita di quello che prima era dominio degli stati, come la politica estera, il welfare e l'interesse nazionale. Insomma, delle multinazionali.
Naomi Klein, l'autrice del famoso No Logo, torna con un nuovo libro appena uscito dalle tesi un po' massimaliste ma al passo con lo spirito dei tempi: Shock Doctrine, ovvero l'ascesa del capitalismo dei disastri.
Detta in altre parole, sostiene la Klein, è tutta colpa di Milton Friedman e degli economisti della scuola di Chicago (quelli che il monetarismo e il liberismo a tutti i costi): da Reagan ai colpi di stato in Sudamerica, dalla svendita agli oligarchi della Russia post-comunista al conflitto in Irak. È bello riuscire a ritrovare qualche certezza che ricostruisca con un unico filo tutti gli avvenimenti che si sono succeduti da quando abbiamo lasciato i banchi di scuola (fin troppo tempo, ahimé) e che la cronaca di questi ultimi decenni non è riuscita a spiegarci. Compresi un paio di disastri planetari come l'uragano Katrina e lo tsunami asiatico.
La Klein, introdotta al (relativamente) grande pubblico in Italia dallo straordinario settimanale Internazionale, come altri fenomeni di successo di questi ultimi anni compreso il boom e poi lo sboom di Internet tra il 1996 e il 1999, ha imparato che il capitalismo liberista risponde a poche regole, semplici e selvagge. In qualche modo, quelle che intellettualmente ha scelto anche lei per le 670 pagine di analisi del suo libro.
Verrà tradotto pure da noi, non vi preoccupate. Ma difficilmente si noterà, a meno che il pifferaio magico B.G. (quello del V-day, ci siamo capiti, non voglio dargli il vantaggio di un link in più) non ne faccia con uno chaveziano puntiglio il suo prossimo cavallo di battaglia.
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