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Invece, il bello comincia adesso. E il vostro Giovane Autore è pieno di dubbi. Perché quando si scrive un libro, ha scoperto, poi si ha uno stato d'animo un po' contraddittorio, teso, praticamente stressato. Da un lato, non ci provi neanche a guardarlo perché ti verrebbe da riscriverlo tutto. Hai il terrore di trovare gli errori - maledizione, dopo tre bozze e mille riletture! -, gli svarioni, le cavolate. Insomma, ti fa paura. Dall'altro lato, però, ne sei orgoglioso da morire. Li chiamano anche "bimbi di carta", i libri (è una espressione di Oriana Fallaci, che ai bimbi veri aveva sostituito quelli di cellulosa). E per questo motivo, perché sono i tuoi "bimbi", gli vuoi bene, li vorresti vedere felici, nelle case di tutti gli italiani...
E invece il vostro Giovane Autore non ha la più pallida idea di come fare. È annicchilito dallo sforzo sovrumano. Il libro, oggigiorno, non lo si fa per diventare ricchi (neanche il giornalista, se è per quello. Il blogger poi non ne parliamo). È un modo per restituire qualcosa della passione, dell'attenzione e della capacità di stupire ogni giorno delle migliaia di persone che si incontrano, che leggono su Internet, che ti fanno capire tantissime cose. Per questo, si cerca di dare il massimo: il Giovane Autore, che magari pecca di ingenuità, ce l'ha messa tutta. E adesso come farà? Chi porterà la lieta novella in giro per le conversazioni della rete? Chi lo aiuterà a fare felice il suo "bimbo di carta"?
2 commenti:
Wow... complimentoni!! :)
concordo pienamente
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