UNA VOLTA GLI attori si definivano artisti. E lo star-system ne portava avanti le storie parallele tra vita e finzione. Poi, qualcosa dev'essere andato male.
Perché? Prendiamo ad esempio Monica Bellucci: le ultime notizie sulla sua capacità artistica e vis interpretativa vengono a distanza di anni sempre intorno allo stesso soggetto e soprattutto sempre intorno alla stessa modalità espositiva: la Bellucci tace, moderna Sfinge fatta di sola carne. Da Malena (2000) in avanti, è l'esposizione del suo corpo all'intimità dell'altro attore (o attrice) di turno, su set con una cinquantina di persone, quello che conta e che parla per lei. Bellucci nuda davanti al piccolo Giuseppe Sulfaro che interpreta il tredicenne protagonista del film. Con tanto di interviste al ragazzino, per cercare di far uscire fuori la pruderie di noi adulti. Segue dopo un po' (2007) Manuale d'Amore 2, in cui c'è la "bollente scena" tra la Bellucci e il nuovo sex symbol Riccardo Scamarcio, con minuziose e pruriginose discussioni su come sia girare una scena di sesso sempre sul set con cinquanta tizi intorno etc. A parlarne è Scamarcio, idolo delle giovani e meno giovani, ma soprattutto alter ego per aver toccato la carne della diva del muto.
Adesso è la volta del bacio gay (che poi sarebbe lesbo, ma vabbé) tra Lavinia Longhi e la Bellucci sul set di Sanguepazzo. C'è, sul Corriere, il divertente sommario che dice: Sul set Monica mi ha messa a mio agio. Per cosa? Per il trauma di un bacio same-sex tra attrici? Alla faccia dell'Actor studio...
Sempre il corpo della Bellucci, sempre lo "scandalo" di cosa fa, sempre la soggettiva dell'altro/a rispetto all'iconica figura che deve essere esibita ma con cui non ci si può identificare: il suo scopo comunicativo è di essere oggetto e non soggetto.
La stessa "tensione" era uscita per ben due volte anche dietro a Nanni Moretti, altro strano corpo, essere alieno divenuto oggetto, che crea scandalo (forse perché prude sapere come sia un intellettuale senza mutande) ben due volte con accoppiamenti bollenti sul set a luci rosse di Caos calmo. Fossi stato Isabella Ferrari, costretta a confessare alla stampa le emozioni e le problematiche del suo lavoro "sessuale" con la Sfinge-Moretti, mi sarei incazzata di brutto: mica è lui il sex symbol, no?
A ripensarci, in una contorta maniera, forse sì, come probabilmente al Narciso piace pensare mentre accosta la sua performance a quella di Daniel Craig, la vera Bond-girl di Casinò Royale che esce dall'acqua come Ursula Andress in Licenza di uccidere. Peccato, una volta gli attori erano anche artisti, e non corpi da violare con la fantasia.
19.5.08
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3 commenti:
Se io dipingo una tela con pennelli e colori, gli stessi di Van Gogh o Magritte... sono - solo per questo - un artista? Ovviamente no. Monica Bellucci (e non solo lei) è un attrice, un'artista, per il solo fatto di "apparire" in un film? No. Purtroppo la cosa è meno "ovvia", ma la risposta è sempre no. L'Aston Martin di James Bond appare in molti film, è (per me) bellissima... ma non è un'artista. E "consuma" meno della Bellucci.
Non lo so: non credo che il punto fosse se la Bellucci sia o no una brava attrice. È più che altro quello che scriveva Pasolini, invece: "(...) anche la "realtà" dei corpi innocenti è stata violata, manipolata, manomessa dal potere consumistico: anzi, tale violenza sui corpi è diventato il dato più macroscopico della nuova vita umana".
Monica Bellucci (e non solo lei) è un attrice, un'artista, per il solo fatto di "apparire" in un film? No. Purtroppo la cosa è meno "ovvia", ma la risposta è sempre no.
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