30.5.08

In the mean time...

TANTO PER SPIEGARE come funziona la rutilante vita del giornalista, sono in pausa tra una conference call e l'altra (cioè, sempre la stessa, "postposta di quindici minuti" perché "ci scusi ci scusi" ma c'è un'altra cosa da fare prima) con uno stormo di tizie delle relazioni pubbliche gentilissime, cazzute geishe (che mettono sempre il vivavoce e non si capisce più una mazza quando parlano) del personaggio americano di turno.

Nel frattempo, mi anticipano curriculum e fotografia ad alta risoluzione per la pubblicazione a corredo dell'articolo.

Il punto è, la foto la vedete, che questa fenomenale macchina da guerra poi partorisce la foto di uno che è vestito di nero su sfondo nero. Ma si può? Perché le foto mica le ha fatte con la macchinetta alla stazione centrale: ha chiamato di sicuro il fotografo d'arte, hanno fatto il set, si sono preparati, con i consulenti d'immagine a spiegare come esprimere al meglio il nocciolo del messaggio e la peculiarità del creativo nell'attimo del pensiero immaginifico.

Poi uno si lamenta se c'è la recessione. La galera, ci vorrebbe, altro che...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Pensa fosse stato Obama, senza sorridere... (ok, non è politically correct, lo so...)