CI STAVO PENSANDO ieri notte, mentre ero di turno al Sole 24 Ore (il "notturnone" o notturno lungo, per fare la guardia alle notizie che arrivano dopo l'orario di chiusura: è così che si costruiscono le eventuali seconde edizioni, terze edizioni ed edizioni straordinarie). Pensavo: adesso è chiaro chi concorre per la presidenza degli Stati Uniti. Ed è altrettanto chiaro il fatto che da queste nostre italiane parti si faccia decisamente il tifo per Obama (nel senso che quasi nessuno credo faccia il tifo per McCain). Però.
L'entusiasmo anche politico per uno dei due candidati, sicuramente progressista e attento a temi cari a sinistra dalle nostre parti, fa dimenticare a mio avviso una cosetta o due.
Cioè che il Presidente degli Stati Uniti, a prescindere che sia democratico o repubblicano, è sempre il Presidente degli Stati Uniti. Cioè orgoglioso della sua nazione e della diversità americana (la "missione storica" dell'America, elemento fondante di quel Paese), attento agli interessi nazionali sopra a quelli del resto del mondo (e quale capo di Stato non lo è?), pronto a reagire in maniera rigida contro i nemici veri o presunti, capace di scelte politiche, economiche e sociali che comunque non appartengono alla tradizione delle sinistre europee (oppure, che appartengono a quella americana, repubblicana o democratica che sia e non a quella delle sinistre europee, a seconda dei punti di vista).
Non vorrei che ce lo stessimo dimenticando: sennò facciamo come con Bill Clinton (e con Tony Blair), che venivano guardati come modelli dei leader in transiozione dalle esperienze del Pci e della sinistra ma che, ripeto, con queste tradizioni e forme di pensiero non hanno assolutamente niente a che spartire. E lo hanno anche abbondantemente dimostrato. E da queste parti un sacco di gente c'è rimasta anche parecchio male, seppure adesso faccia finta di niente o se lo sia genuinamente dimenticato....
28.8.08
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