23.5.09

Angeli e Demoni (il libro)

QUANDO HO GIRATO l'ultima pagina di Angeli e Demoni, il secondo libro di Dan Brown pubblicato nel 2000 (Il codice Da Vinci è del 2003 ma nella cronologia dei film viene prima), mi sono accorto che mi sono in parte divertito e in parte stupito. La critica più frequente che viene fatta a Brown è di scrivere male, ma non mi pare che ci siano grandi "vuoti" rispetto ai "pieni" di altri autori di fumettoni come questo.

Invece, c'è parecchio coraggio ed incoscienza: gli ultimi capitoli dentro al Vaticano richiedono una buona dose di fantasia e dimostrano una cosa. Creare presidenti degli Stati Uniti o papi o vertici di multinazionali che non sono mai esistiti riesce a loro e a noi no. Dalle nostre parti la fantasia si scontra con l'allusione o con qualche altro limite che forse ci impedisce di giocare serenamente con le cose degli adulti.

La trama e soprattutto i presupposti di Angeli e Demoni fanno un po' acqua (a parte il corpo delle guardie svizzere, che sembra composto da agenti del secret service destinato anziché al presidente degli Usa al Papa). Cioè, perché i due protagonisti vengono "presi" dal pericoloso sviluppo degli eventi è al di sopra della comprensione, così come l'assoluto "vuoto di potere" che circonda la vicenda: il centro della cristianità, e tutte le sue ovvie connessioni con i poteri temporali romani, diventa all'improvviso affare di una dozzina di persone: i due protagonisti di Brown, il camerlengo, una decina di guardie svizzere, un paio di cardinali.

Brown però riesce ad andare avanti sparato, fra mille "arrotondamenti storici" e impanature con le teorie della congiura basate su vita e morte degli Illuminati, per ben 600 pagine. E vi garantisco che si arriva in fondo. E che la tensione c'è. E che il ritmo che tiene, per quanto spesso quasi elementare e soprattutto molto visivo e televisivo (cosa che per un romanzo di per sé non è mai la cosa migliore, a meno che non si desideri da subito lavorare alla sua traduzione in film), lo tiene bene.

Intendiamoci: siamo tutti bravi a dire che Angeli e Demoni non è un capolavoro così come siamo bravi a dire che il film non è una pellicola che passerà alla storia del cinema. È un fenomeno di una stagione, che ha la fortuna ulteriore di essere il capofila (e quindi istantaneamente il modello da superare) e alimentare un nuovo modo di intrattenere il pubblico, provocando un dibattito e strali da parte delle istituzioni religiose (questa volta non tanto, con Il codice Da Vinci la Chiesa invece si era scatenata) che in realtà sta tutto in un bicchiere d'acqua di quelli piccoli, da Sherry.

Parliamoci chiaro: è divertente leggere Angeli e Demoni. È divertente come leggere il bonelliano Martin Mystére o rilassarsi con uno Zagor, un Dylan Dog, un Mister No. E non c'è grande differenza tra quello che ha fatto per una vita Alfredo Castelli e quello che fa adesso Dan Brown: scrivere su un mix di genere fantastico, avventuroso e storico, all'insegna della fascinazione per tutto ciò che è "mistero". È anche divertente e Brown stesso dà l'idea di essersi divertito a scrivere, oltre ad aver lavorato con il manuale per le istruzioni davanti al naso tutto il tempo, strato dopo strato, come un onesto manierista.

La fortuna di Brown è nel genere, nel mix e nel momento in cui sono usciti i suoi lavori, oltre all'attento lavoro di relazioni pubbliche della moglie. Ma non vi sbagliate: come è accaduto anche per Giorgio Faletti e vari altri, per quanto sia frutto di un lavoro a tavolino (e come altrimenti definire il lavoro per scrivere un romanzo?), sfido la massa dei lettori a fare altrettanto.

Angeli e Demoni c'è e sta, in qualche modo, in piedi. Vale la pena di leggerlo? Solo se siete spaparanzati in spiaggia e volete rilassarvi con qualcosa che vi massaggi il cervello senza farlo lavorare. Soprattutto: per l'amor del cielo, non lo leggete come fosse un oracolo, perché dentro non ci sono verità rivelate, ma solo intrattenimento alla Martin Mystére.

Ps: io il film me lo vado a vedere con grande libidine. Altro divertimento senza controindicazioni celebrali...

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