3.5.09

Dòira

STAVO CERCANDO DI capire qualcosa in più su Cabiria, film muto definito nel 1914, quando venne girato, una "Visione storica del terzo secolo a.C.". È forse il primo vero kolossal cinematografico di sempre (anche se due anni prima Enrico Guazzoni fece Quo Vadis?), di sicuro uno dei migliori fino all'avvento del sonoro. Cabiria è infatti uno straordinario malloppazzo muto di tre ore e dieci, che ha influenzato tutta la cinematografia successiva (i "maestri" del muto D.W. Griffith e Cecil B. DeMille erano in debito con il nostro dimenticato Giovanni Pastrone) e segnato una tappa fondamentale nell'invenzione dei film così come siamo abituati a vederli oggi.

Come per ogni film muto, i testi erano a parte, a pannello, e li scrisse Gabriele D'Annunzio per "nobilitare" il prodotto, che però era già un polpettone commerciale. Cabiria raccontava in modo sontuoso, visionario, prolisso e fantasmagorico la storia della bella Cabiria, figlia del nobile romano Batto, rapita e resa schiava dai cartaginesi. E delle vicende per il di lei recupero, che occupano in realtà praticamente tutta la vita della povera giovinetta. Qui, in questo kolossal primigenio, compare per la prima volta il famigerato Maciste, lo schiavo fortissimo interpretato dal gigantesco camallo genovese Bartolomeo Pagano; ma qui si parla anche di Annibale e della prima guerra punica, del dio Moloch e dell'incendio di Cartagine. C'è di tutto.

È così ricco, barocco e arzigogolato, il nostro buon Cabiria, perché la trama era in realtà una specie di pout-pourrì di altre storie: "Cartagine in fiamme" di Emilio Salgari (tra un Sandokan e l'altro, aveva tempo anche per questo, il prolifico autore veronese) e Salammbò di Gustave Flaubert. E il film non è che venisse via così, gratuitamente, visto l'argomento della guerra punica. All'epoca con Cabiria si celebrava anche la giolittiana campagna di Libia del 1911, evento del quale il film era. in effetti, anche una furba e interessata resa d'omaggio.

Tutto per dire che mentre guardavo queste cose, ho scoperto che Cabiria l'hanno girato nelle valli di Lanzo e sulla Dora Riparia. E quando ho letto che questo fiume in piemontese si dice "Dòira", per motivi miei mi sono commosso. Che scemo, eh?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

e doonesbury?
mario

Antonio ha detto...

Hai ragione pure tu! Ora rimedio...