3.8.09

Va bene tutto, ma anche Tico-tico si merita un po' di giustizia

PUOI FARE TUTTO tecnicamente alla perfezione, ma se sbagli i presupposti sembri un giapponese che legge Dante con le regole di fonetica della sua lingua. Va bene, per carità, ma ci sono delle belle differenze rispetto a una "lectura" come Dio comanda. Prendiamo ad esempio Tico-tico no Fubà, che è una delle cose musicali più semplici e famose che vengono dal Brasile, e guardate come la massacrano quelli che vogliono rifarla in quattro quarti all'europea come la Morriz Wind Orchestra (mettete il video in HQ, così YouTube fa venire fuori un sonoro decente).




Sembra uno che ha fretta e sbaglia l'accento: come un bambino di sei anni a cui hanno insegnato a pigiare i tasti sulla pianola e lo rifà senza garbo né pietà per gli astanti. L'orchestrazione del brano è messa insieme per fare scena, oltretutto con maniere classicheggianti a metà fra il circo Barnum e Indiana Jones, che sono fuori luogo come far mangiare a Giulio Cesare un piatto di pomodori al basilico.

Invece, sentite un po' come la suona Luis Espindola e il suo gruppo (sentitela e basta, perché la qualità video è agghiacciante).



Volete una Tico-tico veloce veloce? C'è sempre un giovane Paco de Lucia che l'ha registrata per la televisione spagnola. La cosa bella è che sembra che abbiano messo la cassetta al doppio della velocità, però gli accenti sono quelli giusti. Non la suona come fosse Vivaldi, grazie al cielo. E neanche come se fosse un bambino che vuole battere il record di tastiera, neanche quando mette il turbo dopo il primo minuto.



E l'originale? Ce ne sono due, in realtà. Perché la canzone l'aveva scritta Zequinha de Abreu nel 1917. Ma poi l'aveva resa nota Carmen Miranda con il film Copacabana del 1947. C'è, a parte la voce, qualcosa che è fantastico: si sovrappongono le dolcezze della musica povera e melanconica brasiliana con un arrangiamento molto particolare, che stranamente nessuno vuol seguire più, con gli archi sotto che fanno un piano liscio liscio e i fiati che vengono fuori scherzando nei contrappunti, seguendo la migliore tradizione delle grandi orchestre americane che davano l'atmosfera dei film di Hollywood.



E l'altro a portarlo nelle orecchie del globo? Ovviamente Walt Disney, con una delle sequenze di Saludos Amigos. Per la precisione, la straordinaria Desenho Aquarela do Brasil, che è uno dei momenti cinematografici preferiti da milioni di persone (anche se non lo sanno). Dentro, c'è tutto il mondo dei club di New York e Los Angeles negli anni Trenta. E, ovviamente, Paperino, che è l'icona della modernità degli anni Quaranta. Viva Pato Donald e Zé Carioca!



Infine, una chicca. Per chi adora Ethel Smith (come chi è Ethel Smith?), una versione in realtà sbagliata, ma deliziosa del nostro uccellino che zampetta tutto felice. Gli accenti vanno un po' dove gli pare, ma l'organo Hammond della signora Smith è una di quelle bellurie che non si può dire di non conoscere se si ama la musica. Anche qui, passate in HQ e guardate che gli ultimi 45 secondi valgono una vita passata con le cuffie in testa!



Così, tanto per dire che non basta suonare Tico-tico facendo e-tico-tico-tì, e-tico-tico-tì, e-tico-tico tico-tico-tà. O meglio, è tutto quel che ci vuole. Basta saperlo fare...

Qui ci sono 61 versioni di Tico-tico

3 commenti:

Marco ha detto...

Bel post, molto interessante. Impressionante, la chitarra.

a. ha detto...

bel post e bei video, ma non capisco il discorso sul quattro quarti. queste versioni sono tutte in 4/4. cosa intendi quando scrivi "quattro quarti all'europea"?

Antonio ha detto...

Intendo dire che gli europei, quando seguono la propria educazione musicale, la suonano senza groove. Lo spartito è lo stesso, l'interpretazione atrocemente diversa.