IN ITALIA SPERO non sia mai neanche arrivato. Negli Usa è saltato direttamente al mercato degli home-video. Girato con 5 milioni di dollari, il prequel dei cugini Bo e Luke della contea di Hazzard, nella Georgia più profonda, è veramente una ciofeca.
Quel che c'era di bello da vedere doveva essere, se non altro, la Dodge Charger del 1969 ribattezzata Generale Lee, con tanto di bandiera confederata sul tettino, "01" sugli sportelli saldati e clacson tritonale che suona Dixie, l'inno sudista. Ma la usano male. Gli attori sono dei piacevoli dilettanti, in parte recuperati dal cast del film del 2005 (orribile pure quello) e in parte scelti ad hoc per questa edizione.
Il punto è, però, che il film rompe il canone della serie televisiva (che ci appartiene come bene comune dell'anima con tutte le sue sette stagioni) in una maniera che neanche il film del 2005 riusciva, pur con tutti i suoi limiti. E lo fa per una sua violenza interna e gratuita, senza che ci sia un reale guadagno o comunque una parvenza di motivo. Ignoranza, pressappochismo e soprattuto tanta voglia di tirare a finire una storia che non si è mai presentata ai blocchi di partenza.
Neanche la piccola pioggia di "belle ragazze" (dalla tetta facilmente fuggente) riesce nel miracolo di risvegliare il redneck che è in tutti noi e farci apprezzare la trama, che sarebbe stata scartata anche per un episodio di mezza stagione del telefilm.
Fra le pin-ups, comunque, April Scott nella parte della cugina Daisy è forse quella che funziona meglio, a tratti, e non a caso fa anche la ragazza-poster del film (la Scott è fondamentalmente una modella che si è impegnata per la sua prima "prova seria" di recitazione; e ci sarebbe anche riuscita se intorno a lei in effetti ci fosse stato un film in cui recitare). Le gemelle Brooke e Ally Handy (rispettivamente Jennifer Hill e Trishelle Cannatella) hanno invece la tridimensionalità di un paginone interno di quelle riviste che si leggono con una mano sola e la consistenza del silicone riscaldato.
Infine, la piccola ma inquietante parte ritagliata a Sherilyn Fenn (ve la ricordate? La femme fatale di Twin Peaks) come Lulu Coltrane Hogg, cioè sorella dello sceriffo Rosco P(urvis) Coltrane e moglie di Boss Hogg, riesce ad offrire in maniera lucida una nuova, inedita dimensione dell'aggettivo "squallido".
Peccato, perché anziché giocare la carta della porcheria mal fatta, visto che c'erano e 'sto benedetto Dodge Charger se lo dovevano portare a zonzo, potevano anche tentare di produrre un onesto film di genere, di quelli che poi ti restano in qualche modo attaccati e finisci anche per comprarti anche il Dvd. In questo circostanza, comprare il Dvd non è decisamente il caso. Investire 96 minuti del proprio tempo per vedere il film neanche, a meno di non voler tenere il volume azzerato, per evitare di danneggiare la propria materia grigia.
Ps: uno poi dice, hai stroncato il filmetto che forse non era poi da buttare via. E invece no: siamo nella tradizione di una serie fondamentale, a sua volta derivata da un film del 1975, Moonrunners, che è stato il caposaldo. Siamo in Georgia. Siamo nella campagna più calda e brusca che si possa immaginare (gli accenti originali di Moonrunners e della serie televisiva sono uno spettacolo). Siamo in un mondo che aveva questo motto:
You take a load of 200 proof corn likker through a Georgia roadblock at 100 miles an hour and if you ain’t a dead man, you’re a moonrunner..
Capite poi perché uno il film del 2007 lo stronca?
15.9.09
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