DI FLASHFORWARD NE ho già parlato più sotto. La seconda puntata della prima stagione mi ha infastidito: scontato e molto, molto meccanico, oltre che irreale, lo sviluppo della trama. Non ci sono personaggi "vivi", ci sono scene obbligatorie che richiedono la creazione di situazioni che costringono i personaggi a fare le capriole per starci dentro. Blah.
Invece, grazie al cielo ci sono anche due cose belle di cui parlare. La prima è che è appena partita la seconda stagione di Sanctuary. Nato come esperimento via web, il telefilm ha poi preso quota, diventando una serie vera e propria. La prima stagione è stata carina, i risultati buoni, adesso la seconda promette ancora meglio. Fra l'altro, è il trionfo delle produzioni canadesi: nata come costola e progetto collaterale, adesso rappresenta una bella, nuova strada. Da ricercare: credo da noi sia inedito.
Poi, c'è la bella notizia. Per gli amanti dell'altra serie di fantascienza, torna non Battlestar Galactica (di cui aspetto a gloria la partenza dello spin-off Caprica), non Star Trek (di cui a quanto pare siamo destinati a rimanere orfani almeno sul piccolo schermo, perché JJ Abrams è al lavoro per il secondo film della sua tenure), bensì Stargate.
E qui non siamo parlando di uno Stargate già noto (SG-1 oppure Atlantis), bensì della nuova Stargate Universe, che è una sorta di Voyager fatta in maniera più interessante. Il primo episodio (doppio) parte molto bene, con un cast di personaggi abbastanza evoluto, la testimonianza (sempre necessaria) dei protagonisti della prima serie, una trama che accelera in maniera interessante e quella sensazione strisciante su per la schiena che è poi quel che si chiede a questo telefilm: stare davanti al televisore e sentirsi persi, come i protagonisti della storia, a miliardi e miliardi di anni luce di distanza, su un'astronave sparata in una direzione sconosciuta per motivi ignoti.
Nonostante l'astronave che viaggia sparata nell'iperspazio, ci sono sempre i nostri amati "anelloni", che consentono di trasferirsi - grazie a un wormhole - da un posto all'altro. La più bella metafora del viaggiatore moderno, che entra in un aeroporto in un continente e ne esce in un altro. Meccanismo narrativo che consente alle varie serie di Stargate di raccontare da 15 anni storie di esplorazione, avventura e poco altro, sempre in maniera nuova e divertente. Il secondo episodio, con il mondo-deserto (e il teletrasporto mentale sulla Terra) non è all'altezza dell'esordio, ma speriamo bene per il resto.
Ok, finalmente sta iniziando l'autunno...
11.10.09
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento