IERI SONO STATO all'Istituto dei Ciechi di Milano, in via Vivaio: una struttura storica molto bella. L'opportunità era il regalo che mi ha fatto una mia amica, Francesca, di visitare la mostra Dialogo nel buio.
Il punto è che chiamarla mostra non è esatto. È invece una esperienza completa, che può toccare corde e sensibilità differenti a seconda di come la si avvicina e la si vive. L'idea è qualcosa di cui tutti abbiamo già sentito parlare, ma che in realtà dovrebbe far parte del bagaglio di formazione di chiunque: si entra in una serie di ambienti immersi nell'oscurità completa accompagnati da una guida non vedente, e, nella totale mancanza di luce, si sperimenta un modo differente di percepire basato sul tatto, sull'udito, sull'olfatto e sul gusto.
Dicevo che può toccare corde e sensibilità differenti a seconda di come la si avvicina: è infatti anche un viaggio dentro al viaggiatore che entra nel buio. Si cercano e si capiscono alcune paure, oppure sono loro a cercare noi (dato che le paure ci capiscono sempre benissimo). Cos'è che ti spaventa di più, sulla soglia di una stanza completamente buia: il senso di oppressione e di claustrofobia che viene da dentro, istintivo, o il senso di ansia e di angoscia che provi per un attimo a pensare che quella stanza è come da sempre alcuni di noi vivono la loro vita?
Si gira in piccolo gruppo con la guida non vedente (nel mio caso, Pietro) che diventa il tuo supereroe personale, dal quale dipendi moltissimo, così come ti senti legato dalla presenza e dalla vicinanza degli altri esseri umani. Quelli stessi esseri umani che probabilmente sul tram o in una visita ad un museo cercheresti con garbo di evitare. Si fa un percorso lungo, interessante, che non svelo per non togliervi il piacere. Dura un'ora, e la vale tutta.
Alla fine, seduti nel Cafénoir, ovviamente al buio totale, una dei compagni di esplorazione commentata che "è stato bellissimo". Uscendo a riveder la luce, dopo aver visitato anche pezzetti di quello che ho dentro e provato a capire pezzetti di quello che c'è intorno a me, non potevo che essere d'accordo.
7.11.09
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