1.11.09

L'anno del carpiato che viene condensato in una sola settimana

HO UN PO' di immagini nella retina che ho accumulate in questi giorni. Sono stato a Lucca Comics & Games, dove avevo un bel dibattito da moderare lo scorso giovedì sul futuro digitale dei fumetti nell'ambito dei Comics Talks. E poi a Lugo di Romagna, per un altro incontro-workshop di lancio di LugoNextLab, incubatore-acceleratore d'impresa partecipato dalla fondazione delle banche locali e dagli enti locali. Meraviglioso il modello inclusivo, in cui ci si trova tutti insieme: il sindaco comunista (ops, diellino), il comandante della locale stazione dei carabinieri, gli imprenditori e i rappresentanti delle cooperative, il vescovo, infine, che benedice il tutto. Guareschi non tramonta mai.

Lugo è la patria di Francesco Baracca, pioniere dell'aviazione e asso della Prima guerra mondiale. Una figura che andrebbe rivalutata, se non altro in funzione di stemperamento del facistissimo Italo Balbo, poiché fascista Baracca non poté mai essere, in quanto morto nel giugno del 1918, durante la Battaglia del solstizio e quindi prima della fondazione dei Fasci italiani di combattimento nel '19.

La logistica di questi giorni è stata interessante; ve la racconto. Sono calato a Firenze la sera di mercoledì 28 con il Frecciarossa serale che arriva nel tardo dopocena. Casa, riposo e la mattina presto di giovedì 29 sono andato in Comune a rifarmi la carta d'identità. A Palazzo Vecchio, perché da tempo come sapete vorrei mettere le mani sopra quella in formato elettronico. Esiste ovviamente una sola macchina per stamparle, quindi un'unica coda, un'unico tempo biblico di attesa. Ho scoperto di dover fare la denuncia di smarrimento della precedente (non si può autocertificare), e una volta tornata con il foglio mancante ho poi scoperto che la macchinetta si era nel frattempo guastata. Scorato, sono andato a Santa Maria Novella per prendere il treno per Lucca. Un fetido regionale da pendolari con cadenza minimale, che ferma ovunque, anche a casa dei parenti del capotreno, e in compenso puzza.

Lucca è stata una piacevole e bella esperienza, e se ne riparlerà separatamente. Qui valga soprattutto dire che il dibattito è andato più che bene e che Walt Disney ha annunciato l'applicazione per iPhone (e altre piattaforme) che consentirà di comprare le storie di paperi e di topi in formato elettronico a pochi centesimi di euro. E poi qualche rapida considerazione sul fatto che a Lucca si danno appuntamento non solo gli appassionati di fumetti, ma anche quelli di giochi di vario genere, e di quello strano fenomeno che è il cosplay, cioè il costume roleplay. Una forma di travestitismo teatrale o carnevalesco che si svolge fuori da spazi predefiniti. Lucca, che ospita da 43 anni la fiera (nacque a Bordighera e poi "migrò" nella cittadina che venne amministrata dal cospiratore romano Bruto), ha da non molto tempo istituzionalizzato il cosplay, accogliendolo dentro le mura in forma ufficiale. Gothic, medievali, fantasy, manga: c'è di tutto. E c'è anche chi racconta di duelli notturni sulle mura, con il chiar di luna che fa scintillare le lame...

Torniamo alla mia logistica. Venerdì dopopranzo, treno per Firenze (fetente, lumaca e pure in ritardo di 35 minuti all'arrivo, come all'andata nella classica versione toscana con carrozze a due piani e a piano ribassato, che in Lombardia sono state quasi completamente radiate e sostituite con i convogli Vivaldi) e nuovo treno per Faenza, da dove mi sono venuti a prendere per andare nella vicina Lugo.

Questa della Faentina era la chicca nella logistica della settimana che preparavo e che avevo studiato fin da principio. Per andare da Firenze in Romagna ci sono due strade: o si va a Bologna, si cambia e si scende giù, oppure si taglia l'Appennino lungo la via Faentina che, appunto, conduce a Faenza. Qui, da alcuni anni, è di nuovo operativa la linea ferroviaria che sul versante Toscano fa parte delle direttrici per i pendolari, mentre su quello emiliano-romagnolo è sfruttata meno intensamente.

Dentro Santa Maria Novella la collocazione del treno è al binario 18: ricordavo che la stazione principale di Firenze in realtà ne ha 16 e ho scoperto che si tratta di quella coppia nuova realizzata in tempi recenti lungo il fianco destro, all'altezza della Fortezza da Basso (da dove si può anche salire). Le cose cambiano in dieci anni, anche repentinamente e più di recente (la tranvia è quasi pronta a partire e il Duomo è stato chiuso, in modo tale che gli autobus del centro non possano più andare dalla metà est alla metà ovest di Firenze. Com'è intelligente e "strategico": viva il sindaco!). Sul passaggio che dà l'accesso ai treni ci sono un po' di biciclette legate e ce consentono di intuire come nell'area fiorentina forse qualche pendolare ci pensa seriamente a sperimentare forme di mobilità alternativa. Ricordo per chi viaggia in treno che ci sono abbondanti spiegazioni su come muoversi con la bici (qui in pdf).

Passato il nodo di Santa Maria Novella, in realtà la ferrovia che curavo da tempo (e che arriva sino a Ravenna) è assai antica. Venne inaugurata nel 1893, ampliata fino al 1913 e faceva da collegamento tra i due versanti appenninici: idealmente arriva a unire Livorno con Ravenna. Ai 101 chilometri della tratta principale si aggiunse poi l'anello di 32 chilometri che univa Borgo San Lorenzo (quindi il cuore del Mugello) a Pontassieve e da qui di nuovo a Firenze.

Un mare di informazioni, compreso i nomi di molte antiche stazioni della tratta e delle opere, fatte poi saltare dai tedeschi durante l'occupazione e la ritirata, e gli itinerari turistici da fare a piedi o in bicicletta partendo dalle singole stazioni, si trova qui. Ancora non lavoravo alla cronaca di Firenze quando partì l'idea di far rivivere la linea, che venne poi inaugurata il 14 gennaio 1999, pochi mesi prima che andassi a vivere a Milano.

I treni con cui si traversa l'Appennino tosco-emiliano sono di due tipi: i "vecchi" ALn 668, diesel 14mila di cilindrata, oppure i "nuovi" (e davvero interessanti e comodi, se ben tenuti) Minuetto anch'essi in versione diesel con motore Iveco da 20mila di cilindrata, common rail ed Euro 3.

Il viaggio non è ancora terminato. Lunedì, cioè domani, ho la trasmissione a Radio24 e quindi devo essere negli studi per l'ora di pranzo. Voglio però riprovarci a prendere questa benedetta carta d'identità: un salto a Palazzo Vecchio alle otto ce lo faccio. Di tempo dovrebbe essercene, visto che la Frecciarossa tutto sommato in due ore e 10 ti teletrasporta a Milano. E se avessero davvero riparato la malefica macchinetta... Poi vi faccio sapere com'è andata.

Money Quote [pdf]: La seconda guerra mondiale colpì duramente la Faentina, con danni ingentissimi agli impianti, tanto che la ricostruzione fu completata solo il 13 ottobre 1957, con esclusione della tratta San Piero a Sieve – Firenze: il collegamento del capoluogo toscano avveniva così solo per la via di Pontassieve. La linea diretta rivedrà finalmente il treno, per la tenace volontà degli abitanti del Mugello, solo il 9 gennaio 1999!

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