UN ALTRO DI quei film indimenticabili (dopo che uno li ha visti infatti non li dimentica più) e che andrebbero recuperati e proiettati nelle scuole.
Frutto di un intenso gioco di squadra, The Sentinel è un filmone degli anni Settanta, costruito come un abito di latex su misura attorno alle forme angelicate di Cristina Raines, nata nelle Filippine ma attrice americana al 100%. Se anziché nel 1952 fosse venuta al mondo venticinque o trenta anni dopo, avrebbe avuto un ruolo da protagonista in qualche American Pie o Legally Blonde (Beh, in questo secondo caso non avrebbe avuto il ruolo della protagonista, ma ci siamo capiti).
Il punto "vincente" del film è la scelta della produzione di utilizzare attori sfigurati e veri e propri fenomeni da baraccone (gitani deformi di circo) per le scene particolari degli incubi. Demoni senza bisogno di trucco o di effetti speciali. All'epoca suscitò polemiche, oggi dovrebbe farci riflettere su quello che vediamo ed evochiamo. Potremmo cercare di conversare con le nostre mitologie, anziché esserne bambini-schiavi-e-sottomessi...
Nonostante il cast da competizione (dentro ci passa davvero di tutto: John Carradine, José Ferrer, Ava Gardner, Arthur Kennedy, Burgess Meredith, Sylvia Miles, Deborah Raffin, Eli Wallach, Christopher Walken, Beverly D'Angelo, fino a Jeff Goldblum) il film sembra recitato da tossici che si sono appena fatti per partecipare alla recita di Natale della scuola media con più spensieratezza. Singolare. Comunque, una tappa importante della cinematografia minore, difficile da reperire e quindi ancor più fortemente candidato al ruolo di cult-trash.
(Comunque, come dicono qui a Milano, la Raines è tanta roba, date retta a me)
12.11.09
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