FILIPPO FACCI SU Gianfranco Fini e tutta la questione con Silvio Berlusconi.
1: Anche il fatto che la Farnesina paia perlopiù una succursale del ministero del Commercio estero, ancora, sembra quasi un’evidenza, così come è un fatto innegabile che il nostro Paese intrecci degli affari con paladini dei diritti civili come Gheddafi e Putin e Lukashenko. Ma di tutte queste cose, per quanto doloroso, non importa a nessuno.
2:Una persona, cioè, potrebbe anche rigettare il cesarismo berlusconiano e condividere per filo e per segno le velleità «democratiche» di Fini: ma chi ha detto che sappia o voglia davvero realizzare ciò che dice? Il punto non è solo che Fini è stato appresso a Berlusconi per 16 anni, aspirando palesemente a sostituirlo e però senza successo. Il punto è che Fini e i finiani si appellano a un paese più evoluto di come la politica berlusconiana lo rappresenta: e si candidano a farsene ambasciatori non è chiaro tuttavia da quale pulpito.
3: Da qui il più semplice dei timori: che le idee possano essere soltanto la scenografia di una banale, banalissima lotta di potere. E nient’altro.
Devo dire la verità: a me, se non piace l'Italia di Berlusconi, quella di Fini mi fa davvero venir voglia di cambiare Paese.
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