15.11.10

Le magnifiche e progressive sorti dell'eBook

I LIBRI DIVENTERANNO tutti digitali? È un futuro auspicabile? Negli Usa cominciano ad essere convinti di sì e il mercato si prepara a fare il salto e superare la soglia del miliardo di dollari entro l'anno, e in due arrivare a tre miliardi. L'ottimismo è forte.

Money Quote: The key to Forrester’s optimism is the untapped potential of the e-book buyer, who currently represents only 7% of the book consumer pool. “Did you know that the two most common ways people get books today,” McQuivey informs us, “is borrowing them from a friend or getting them from the library? ” The 7% who read e-books “happen to be a very attractive bunch: they read the most books and spend the most money on books. And here’s the kicker – the average e-book reader already consumes 41% of books in digital form. Oh, and that includes the people who don’t have an e-reader yet, which is nearly half of them. For those that have a Kindle or other e-reader, they read 66% of their books digitally.”

Al convegno in Cattolica dove sono andato sedeva accanto a me Gian Arturo Ferrari il quale sostiene che in buona sintesi che in Italia siamo sottosviluppati: si legge poco, leggono molto solo molto pochi, siamo in ritardo sulle tecnologie che quindi non adottiamo facilmente, la rivoluzione dell'ebook ci sarà di sicuro, ma la vedranno i nostri nipoti (anche se, essendo lui del 1944, dal punto della statistica demografica non manca poi molto). E comunque lui adesso è in pensione, quindi gli frega anche poco. Sul tavolo aveva un Kindle 2 e un iPad. Mi ha detto che preferisce l'iPad per la lettura al Kindle. Nell'iBook reader aveva caricati 1200 libri dei marchi libreschi del gruppo Mondadori (di cui lui è stato fino a pochi mesi fa a capo). Tutto quel catalogo che ancora non è diventato fruibile a noialtri comuni mortali.

Durante il convegno il rappresentante dell'associazione dei librai ha ribadito che nessuno parla della difficile situazione delle librerie, soprattutto le piccole e indipendenti come quelle per cui parla lui. E che siamo alla guerra dei poveri: siccome i piccoli editori indipendenti sono i primi ad essere saltati sul carro dell'ebook per varie ragioni tra le quali la riduzione dei costi e la pervasività nella distribuzione digitale, il conflitto sarà fra piccoli editori e piccole librerie.

Qualche settimana fa ho moderato un altro convegno, questa volta al Leoncavallo, con due gentili persone di mezz'età del movimento Sinistra Ecologia e Libertà (cioè Nichi Vendola) provenienti dal mondo del sindacato. Tema: alienazione del lavoro tramite nuove tecnologie. Fenomeni come digitalizzazione, globalizzazione etc. Era una sera non troppo fredda dell'inverno 2010 e il frame analitico per spiegare il cambiamento in atto era quello fornito dal filosofo di Treviri, Carl Marx. Ma non in senso di appartenenza a un movimento marxiano-comunista (che dopo quasi duecento anni ci potrebbe anche stare, visto che Marx nel Novecento lo hanno frullato in tutti i modi possibili e immaginabili), quanto nel senso del recupero pressoché letterale dei testi e delle glosse del Capitale e degli altri libri e articoli suoi. Esegesi del pensiero codificato. C'erano anche alcune gustose problematiche - che la platea di dieci persone ha osservato con l'occhio incantato del lama brucante che vede passare il jumbo nel cielo Ande) su cosa Marx avrebbe pensato delle tecnologie e dell'ambientalismo - esaurimento delle risorse del pianeta incluso - visto che l'Ottocento non portava questi ritagli.

Ecco perché divago. Si potrebbe pensare dell'uso di Marx per spiegare il digitale nel 2010: poco attuale o, soprattutto, poco efficace? Ma neanche per idea: un capolavoro di esegesi, se lo paragoniamo al dibattito sul futuro dell'editoria nel mondo digitale che vedo passare in questi mesi.

(disclamier: ho detto quanto precede per paradosso, infatti non ritengo in fede che le categorie marxiane e/o marxiste si applichino all'attuale situazione socio-economico-politica. Fine del disclaimer)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Certo che se gli editori pensano di cavalcare l'onda della rivoluzione degli ebook sulla pelle di noi lettori si sbagliano di grosso.
I costi sono ancora decisamente troppo alti, specialmente confrontandoli con quelli delle edizioni cartacee.
È impensabile che un'edizione digitale, che non ha costi di stampa, di distribuzione e la percentuale del povero libraio debba costare ancora così tanto.
Vogliono la botte piena, la moglie ubriaca e il portafogli imbottito.
Io vedrei bene una soluzione di noleggio/prestito. Cioè prendo in prestito il libro (magari non spendendo più di 5 euro) e ho un mese per leggerlo, dopo di che scade.
Nik

Antonio ha detto...

Vero! E penso anche io che la formula del libro a noleggio sia alquanto interessante. Telecom Italia con Biblet parla di un "palinsesto di libri" che vengono forniti con un canone mensile per trenta giorni...