27.12.10

Letture un po' di corsa ma, vista la stagione, si sa come vanno certe cose

NEL GIRO DI pochi giorni, ho finito tre libri molto diversi fra loro. Altri sono in lettura, ma questi tre mi pare rappresentino bene l'idea di come si procede per salti, cambi di genere, accelerazioni improvvise. Sono gli stessi che trovate se andate a curiosare nel mio scaffale Anobii, tra parentesi.

Il primo è un salto nel pulp. Un vecchio romanzo della serie di Doc Savage tradotta in Italia da Urania di Mondadori ma solo per poco più di una dozzina di titoli. Si tratta di I teschi d'argento, avventura classica e forse sin troppo newyorkese del buon dottore e solo due dei suoi cinque consueti assistenti. Ai gruppetto si aggiunge anche la cugina Pat Savage.

Doc Savage uno dei primi eroi pulp degli anni Trenta, durato fino ai cinquanta grazie soprattutto alla penna generosa e velocissima di Lester Dent, celato dietro lo pseudonimo "aziendale" di Kenneth Robeson. Il personaggio è uno dei padri degli eroi popolari moderni: Superman deve quasi tutto a lui, eppure Doc Savage non era per niente aiutato da super-poteri o cose del genere. L'avventura in questione (la lista completa per Doc Savage è di 181 romanzi) è bella tirata e piacevole, si legge con il gusto nell'esplorazione del 1934. Le futuristiche macchine (elicotteri, sottomarini, tute pressurizzate, corpetti antiproiettile) sono singolarmente azzeccate per i tempi che seguirono.

Salto di palo in frasca e mi leggo l'esplorazione un po' noiosa del Giappone fatta da Goffredo Parise. Quando ero un ragazzino mi aveva vinto e conquistato il suo romanzo Il padrone del 1965, che aveva anche vinto il premio Viareggio. Adesso, il suo giro in Giappone ad inizio anni Ottanta, raccontato prima con degli articoli per il Corriere della Sera successivamente raccolti in questo volume goffamente intitolato L'eleganza è frigida, mi ha rapito e coinvolto molto meno.

La seconda parte del breve libro di Adelphi ha più senso e soprattutto più ritmo e visione di quel che accade attorno al protagonista, questo alter ego antipatico e immodesto (Marco come Marco Polo, per dire) che vaneggia attorno ai fatti suoi e al suo mondo mentale, percependo un Giappone da privilegiato ma con gli occhi e soprattutto il cuore chiusi. Vale sempre la pena di leggerlo, Parise scriveva da dio, però in questo caso bisogna fare prima abbondanti esercizi spirituali.

Infine, la scoperta dell'ultima ora. Bacci Pagano Una storia da Carruggi di Bruno Morchio. Lo psicologo genovese che ha iniziato a scrivere durante il suo secondo ciclo di analisi, fa un noir (o giallo, per quel che è) parecchio interessante. Perlomeno, questa sua opera prima di sei anni fa è ben fatta e priva di quasi tutte le asperità che ci si potrebbero aspettare da un debuttante. Il successo, dopo l'ovvio rifiuto delle grandi case editrici, è arrivato attraverso un "piccolo" e il classico passaparola. le altre storie si sono susseguite al ritmo di una all'anno, fino a che i buoni Fratelli Frilli editori hanno dovuto far luogo alla più imponente Garzanti.

Consiglio di leggerlo e mi consiglio di leggere almeno un altro dei suoi romanzi, per scoprire se si tratta dello stesso libro ripetuto altre sei volte, oppure se veramente il dottor Morchio ha qualcosa da dire.

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