21.3.11

Gangland Blues (2011)

NON È PASSATO molto tempo da quando dicevo di Vladivostok Hit che è un signor libro, anzi una "piccola chicca, ben costruita e con un ritmo incalzante". Ebbene, devo dire che allora non immaginavo ancora cosa volesse dire immergersi dentro il lavoro di Stefano Di Marino, alias Stephen Gunn. Adesso che me ne sono letto un suo, l'entusiasmo è cresciuto ancora.

Gangland Blues è un altro romanzo della serie del Professionista, alias Chance Renard, ex legione straniera e mercenario, diventato un personaggio dalla vita particolarmente intensa, e accompagnato da un piccolo esercito di comprimari che costituiscono la sua banda. Trenta romanzi in quindici anni, un ciclo all'altezza di quelli dei grandi della scrittura di maniera (007, Oss 117, SAS e pochi altri fra i viventi, ma si potrebbero citare molti altri precedenti) e un'avventura migliore dell'altra. Grazie all'idea di non sclerotizzare ma bensì di far sempre evolvere e "crescere" (o invecchiare, a seconda dei casi) i suoi personaggi, De Marino ha creato una serie di singolare forza. E la decisione recente di spostarla a Milano, la "gangland" in cui si annida il male odierno, è davvero azzeccata. Le suggestioni sono ancora più fitte, il sapore di Scerbanenco e dei poliziotteschi si fa strada nelle frogie prima ancora che nella mente, lo stile incalzante e tempestoso di De Marino si attaglia perfettamente alla sua città.

La storia è secca, dura, estrema: Gangland è scossa da una lotta per il potere che ha sullo sfondo l'Expo 2015; vecchie e nuove bande di criminali e politici corrotti si contendono la città, combattere per uscirne vivi è l'unica strada che resta per Chance Renard e i suoi. Se vi capita, leggetevelo. Peccato non si trovino gli ebook pirati di questo e dei precedenti (o l'edizione integrale degli Urania di Mondadori, se è per questo). Ma un giorno salteranno fuori. Casomai fatemelo sapere!

Ps: le attuali copertine di Segretissimo sono molto belle. Ma non hanno niente di paragonabile a quelle mitiche che furono del compianto Carlo Jacono. Vedi questa, che è anche la copertina di un raccolta che mi piacerebbe molto avere:

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