AVETE PRESENTE QUEI film che sono costruiti come se fossero dei piccoli teoremi di matematica? Tutto pulito, tutto torna, tutto è ben disegnato? Ebbene, Looper è uno di questi. La storia è semplice: nel futuro remoto viene inventato il viaggio del tempo, subito messo fuorilegge dalle autorità ma i mafiosi lo utilizzano per spedire indietro le persone da far scomparire con due palle in testa, perché nel futuro remoto non si riesce a eliminare un corpo senza che ti becchino. Il passato dove vengono spediti questi morituri è il nostro futuro prossimo, un posto simile al nostro con un po' più di tecnologia, qualche droga diversa e queste fighissime moto che galleggiano agganciate a una megaturbina.
I loopers sono criminali assunti per fare il lavoro sporco: si fanno trovare al posto giusto, acchiappano e accoppano il corpo che si materializza, recuperano i lingotti d'argento che vengono messi come paga sul corpo stesso, e infine dispongono del corpo. Il problema è che a un certo punto questi criminali si trovano a far fuori loro stessi, molto più vecchi, rimpatriati dal futuro. In quel caso la paga è notevolmente più alta, gli ultimi lingotti sono anche il benservito.
Ecco, in questa storia in cui è meglio imparare il cinese che non il francese (omaggio alla globalizzazione avanzante anche dentro Hollywood) entra di prepotenza un cast solido e teso verso l'obiettivo di un thriller ben congegnato. Bruce Willis alterna film così a quelli più commerciali, mentre è molto, molto interessante Joseph Gordon-Levitt, che ha lo sguardo di un Robert De Niro giovane e un po' più divertito ma non per questo meno intenso. Fra le altre cose il ragazzo ha anche interessi di produzione (ha creato hitRECord) e di regia.
A proposito di regia, dietro la camera c'è un talento molto interessante, al suo terzo film nonostante abbia quasi quarant'anni: si chiama Rian Johnson e ha lavorato già con Gordon-Levitt nel suo primo film low budget (mezzo milione di dollari di produzione), Brick (2006) e poi con un buon gruppo di attori di livello --Mark Ruffalo, Adrien Brody, Rachel Weisz e Rinko Kikuchi-- per The Brothers Bloom del 2009. Non ho visto nessuno dei due finora, ma recupererò perché mi pare interessante.
Looper rimane un titolo molto intelligente e studiato, con una trama serrata della quale anticipare qualcosa vale solo a rovinare il piacere di chi voglia vederselo. Nonostante (l'ottimo) Bruce Willis.
31.10.12
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento